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Aspetti inconsapevoli della risposta ai volti infantili

Regolazione del comportamento genitoriale

Diversi studi sulle interazioni precoci tra adulto e bambino mostrano che la predisposizione infantile per le competenze comunicative avrebbe una controparte nella predisposizione parentale al fornire un adeguato supporto (Bjorklund, Yunger e Pelligrini, 2010). Come riportano Papousek e Papousek (2010), a differenza del “cervello rettiliano” (corrispondente, grosso modo, al corpo striato e alle strutture più ancestrali del cervello umano), il sistema limbico è apparso solo nel “cervello mammifero”, abilitando un più efficace controllo delle emozioni, assieme a nuove forme del prendersi cura della progenie, come cercare e ritrovare il piccolo, trasportarlo ed emettere vocalizzi per mantenere il contatto con il figlio (MacLean, 1973, 1990; Rosenblatt, 2010). Una evoluzione parallela c’è stata anche per quanto riguarda il comportamento infantile umano, comprendente il riflesso del succhiare, il legarsi affettivamente agli altri, il periodo iniziale di dipendenza dai genitori, il richiamo in caso di distacco, ecc. (Papousek e Papousek, 2010).
La teoria della “preparazione” di Seligman (Seligman, 1971) sostiene, da un punto di vista evolutivo, che gli stimoli che sono critici per la sopravvivenza, come ad esempio le minacce, elicitano delle risposte automatiche biologicamente predisposte (Ohman e Mineka, 2001; Seligman, 1971). Un’estensione di questa teoria prevede che il cervello umano mostrerebbe predisposizioni innate a reagire non solo a stimoli minacciosi, ma a tutti gli stimoli biologicamente salienti, indipendentemente dalla loro valenza (Scherer, 2001). Da questo punto di vista, i bambini rappresenterebbero degli stimoli rilevanti che catturerebbero l'attenzione degli adulti e attiverebbero i loro circuiti cerebrali deputati alla ricompensa (Glocker, Langleben, Ruparel, Loughead, Valdeza, Griffin, Sachser, Gur, 2009; Kringelbach, Lehtonen, Squire, Harvey, Craske, Holliday, Green, Aziz, Hansen, Cornelissen, Stein, 2008); per questo motivo, gli esseri umani sarebbero biologicamente preparati a rispondere ad essi (Carìa et al. 2012).
Studi effettuati con risonanza magnetica funzionale (fMRI) hanno rilevato delle attivazioni in aree specifiche del cervello delle madri durante la presentazione di stimoli infantili, sia di tipo visivo (immagini di volti di bambini), sia uditivo (pianto). Molte ricerche hanno evidenziato che, nelle donne, specifiche aree del cervello mostrano cambiamenti correlati con alcuni aspetti psicologici (che includono l’attenzione, la motivazione, l’empatia, il prendere decisioni, ecc.) implicati nella risposta ai bisogni del bambino (Bartels e Zeki, 2000, 2004; Leibenluft, Gobbini, Harrison, e Haxby, 2004; Lorberbaum, Newman, Horwitz, Dubno, Lydiard, Hammer, Bohning, e George, 2002; Nitschke, Nelson, Rusch, Fox, Oakes e Davidson, 2004; Ranote, Elliott, Abel Mtchell, Deakin e Appleby, 2004; Seifritz, Esposito, Neuhoff, Lüthi, Mustovic, Dammann, Von Bardeleben, Radue, Cirillo, Tedeschi e Di Salle, 2003). In particolare, è stato osservato che la corteccia orbitofrontale destra interviene attivamente nella comunicazione non verbale (intesa come comunicazione non mediata dalla parola ma, ad esempio, dai contatti visivi, dalla modulazione del tono della voce, dalla modalità di contenimento fisico, dal contatto fisico della madre e del piccolo); nella decodifica degli stimoli emozionali; nell’abilità materna a interpretare gli stimoli emozionali provenienti dal proprio bambino, rispondendo in modo sensibile e tempestivo; nella regolazione affettiva e nelle relazioni di attaccamento (Nitschke, Nelson, Rusch, Fox, Oakes e Davidson, 2004).
Swain, Lorberbaum, Kose e Strathearn (2007) hanno tentato di spiegare il legame genitore-bambino dal punto di vista della fisiologia cerebrale del genitore (sia uomo che donna). Sono stati presentati ai genitori, mentre essi effettuavano una fMRI, quattro immagini di visi infantili. Ne è emerso che gli stimoli infantili attivano delle regioni basali nella parte anteriore del cervello, le quali regolano circuiti cerebrali responsabili di specifiche risposte in merito all'allevamento e al caregiving; esse attivano, inoltre, il più generale circuito neurale per il controllo delle emozioni, della motivazione, dell'attenzione e dell'empatia, che sono tutte attività cruciali per le mansioni connesse al parenting. […]

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Informazioni tesi

  Autore: Marianna Serrao
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Seconda Università degli Studi di Napoli
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia Clinica
  Relatore: Vincenzo Paolo  Senese
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 101

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Parole chiave

sperimentale
volto
empatia
infantile
parenting
stili genitoriali
mentalizzazione genitoriale
aspetti inconsapevoli
kinderschema

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