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Il mondo LGBT nel panorama della serialità televisiva americana

Il "postgay" e la naturalizzazione dell’omosessualità in Looking

Con solo 18 episodi distribuiti in due stagioni, Looking si colloca tra le serie tv americane da prendere in considerazione quando si parla di omosessualità. Trasmessa tra il 2014 e il 2015 sulla rete americana HBO, lo show è stato ideato e diretto da Michael Lannan e Andrew Haigh. La serie è stata ispirata in parte ad alcuni episodi di vita gay di Lannan, basandosi soprattutto su Lorimer, un cortometraggio diretto e scritto dallo stesso Lannan nel 2011. “Abbiamo messo sullo schermo ciò che volevamo vedere, ciò che pensavamo fosse mancato e ciò che credevamo fosse giusto”, afferma Andrew Haigh in un’intervista. Infatti, Looking offre una serie di esperienze non filtrate di tre amici (Patrick, Agustín e Dom) che vivono, e amano, nella San Francisco di oggi. Legati da una forte amicizia, ognuno dei tre protagonisti si trova in punti differenti della vita:

° Patrick, interpretato dall’attore Jonathan Groff, è un progettista di videogiochi di 29 anni, pronto a entrare a far parte del mondo degli appuntamenti al buio dopo la fine della sua relazione con l’ultimo compagno. È il classico ragazzo della porta accanto con i piedi per terra e nel corso delle due stagioni andrà alla ricerca dell’amore, con la perenne paura di avere l’HIV;

° Agustín, interpretato da Frankie Alvarez, aspira a diventare un artista. Con lo spirito libero, all’età di 31 anni è alla ricerca di una direzione professionale e personale, concedendosi saltuariamente ai piaceri della droga e del sesso, a tal punto da mettere in discussione il concetto di monogamia;

° Dom, con i suoi 39 anni, è il membro più grande del gruppo. Cameriere di lunga data, Murray Bartlett, alias Dom, è ansioso di entrare nella successiva fase della vita: gestire un proprio ristorante. Nel frattempo affronta la sua media età con sogni romantici e professionali non ancora realizzati.

Le storie del trio si attorcigliano in una continua ricerca della felicità. Proprio il titolo dello show, Looking, sta a indicare questa tendenza dei personaggi a ricercare qualcosa: questo qualcosa è l’anima gemella per Patrick, l’ispirazione artistica per Augustín e il successo nel mondo della ristorazione per Dom. A porre l’accento su questo aspetto è anche la ripetizione della parola “looking” nel titolo di ogni episodio. Dopo il buon successo della prima stagione, HBO decide di cancellare lo show a causa dei bassi ascolti della seconda, promettendo ai fan di terminare la storia con uno speciale, un film dalla durata di due ore che sarà trasmesso nel 2016.

Looking è ambientata a San Francisco, in un luogo in cui storicamente dominano la ricerca della ricchezza e dell’autorealizzazione. Ma molto importante è la progressiva, inaspettata, apertura culturale della Bay Area, il quartiere che fa da sfondo alle vicende dei tre ragazzi. “Looking s’incrocia con l’utopia, in una San Francisco dove i gay non sono più qualcosa di strano, dove le questioni di genere inibiscono e ostacolano i personaggi della serie.” Perciò lo show costituisce qualcosa di rivoluzionario in quanto l’omosessualità dei personaggi non è mai nascosta e non rappresenta un elemento di cui vergognarsi, affiancandosi a una nuova vena che attraversa l’intera serie: quella dei sentimenti. Looking gioca la sua carta vincente cercando di mettere in scena ciò che il pubblico non ha colto con il passare degli anni e con la visione dei precedenti prodotti televisivi riguardanti il mondo LGBT, facendo così capire che le emozioni e i sentimenti della vita sono gli stessi, indipendentemente dall’orientamento sessuale di chi li prova. Proprio per questo motivo, in Looking manca quasi del tutto la dolorosa questione del coming out, della dichiarazione (e accettazione) dell’essere gay prima di tutto a sé stessi, poi alla famiglia e al mondo intero.

Con Looking questa tappa della vita omosessuale viene a mancare e si va oltre, cercando di capire come si vive la vita pur essendo gay. Ad affrontare, nel corso delle due stagioni, la questione dell’accettazione da parte della famiglia è Patrick: la madre compare saltuariamente nel corso della storia e ogni volta agli occhi del telespettatore traspare la frustrazione di Patrick di non essere stato accettato dalla persona più importante della sua vita. Confrontando le tematiche di Looking con quelle di Queer as Folk, le due serie tv potrebbero sembrare contraddittorie ma in realtà rappresentano soltanto le due facce di una stessa medaglia: la prima con il vivere l’omosessualità come un qualcosa di ordinario, la seconda con l’aspetto dell’eccesso, della provocazione e del ribadire con forza la propria identità.

D’altronde, seppur inseriti nel panorama della lotta LGBT, i due show si collocano in due periodi storici differenti: Queer as Folk è mandato in onda negli anni in cui ci fu la prima legalizzazione dei matrimoni tra le persone dello stesso sesso in USA, mentre con Looking ci troviamo in anni in cui l’omosessualità ha subìto oramai un processo di accettazione generale, con l’approvazione dei matrimoni omosessuali e l’accusa dell’omofobia. Un tema che manca all’interno di Looking (al contrario di Queer as Folk) è proprio la stereotipizzazione dei personaggi, collegandosi in questo modo con il concetto di “postgay”. Come spiega il sociologo francese Frédéric Martel, con “postgay” si suggerisce “il superamento dell’identità gay, dopo la liberazione e il matrimonio per tutti. Un’identità non definita unicamente dalle preferenze sessuali. È anche l’idea di un nuovo modello di socialità per i gay, che si concretizza nella pratica nei quartieri in cui vivono, caratterizzati dalla mancanza di categorizzazioni in base all’orientamento sessuale.”

Gli autori hanno così “normalizzato”, “naturalizzato” l’omosessualità, commercializzando quanto più possibile l’universo omosessuale. Tutta questa sorta di neutralità ha però dei pro e dei contro tanto che in Looking manca proprio l’impegno di un discorso sui diritti e sulle questioni più in voga nel mondo LGBT come l’omofobia, la violenza, l’AIDS. I motivi di questa scelta tematica possono essere in realtà due: descrivere in maniera quanto più “normale” possibile l’omosessualità avviando però una sorta di processo di omologazione tale da renderla simile all’eterosessualità oppure per mostrare la vita dei tre ragazzi che si distanziano dal solito stereotipo gay lottatore per i diritti.

Mancante all’interno dello show è una figura transgender, rinunciando a toccare a pieno la tematica LGBT; ma anche questa decisione potrebbe essere una scelta strategica degli autori dal momento che Looking si pone in un periodo mediano dell’accettazione LGBT, un periodo in cui sono stati fatti molti passi avanti, ma in cui c’è ancora molto da fare. Molti critici hanno parlato di una “serie noiosa” a causa della narrazione e dei personaggi particolarmente piatti, senza spessore: per alcuni è una questione di gusto, per altri invece la scelta di espandere la narrazione nel “postgay” ha gravato sull’esito positivo del prodotto. Molti esponenti della comunità omosessuale hanno affermato di non essersi sentiti rappresentati dai tre protagonisti della serie, forse a causa della troppa normalizzazione dell’omosessualità o forse per la mancata trattazione dei più importanti temi che riguardano in modo diretto la comunità LGBT.

Andrew Sullivan afferma: “i personaggi [di Looking] non sono menestrelli; e non sono eunuchi. Sono per la prima volta riconoscibili come esseri umani ai quali accade di essere gay. [...] La vita gay nel 2014 è...bene, è finalmente solo vita. Ho amato lo show. È la prima non-imbarazzante, rappresentazione di mercato di massa della vita gay in America da quando i movimenti per i diritti civili sono nati.” Nonostante la decisione di HBO di cancellare lo show dopo il finale della seconda stagione, Looking rimane una delle più rivoluzionarie descrizioni di vita omosessuale mai viste in televisione, e questo perché rende tutto totalmente ordinario.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il mondo LGBT nel panorama della serialità televisiva americana

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Ciullo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi di Lecce
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Luca Bandirali
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 48

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