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Microfinanza: Aspetti sociali e inclusione finanziaria

Aspetti importanti del prestito in microfinanza

Un mutuatario spesso ottiene un prestito dalla costituzione in pegno di garanzia, come ad esempio un mutuo sulla casa. In microfinanza, questo metodo spesso non è disponibile, poiché il singolo cliente ha poche o nessuna garanzia da offrire. Per ottemperare a questa problematica, nel settore della microfinanza si sono sviluppate varie tipologie di prestiti atti a redistribuire il rischio di insolvenza tra l’istituto di credito e i clienti. Il prestito può combinare diverse caratteristiche come ad esempio un prestito di gruppo o un piccolo prestito a lunga o breve scadenza. Il piccolo prestito di breve durata è la principale proprietà che definisce la microfinanza.

Nonostante ciò, il primo e più famoso degli strumenti utilizzati è il cosiddetto prestito di gruppo con responsabilità congiunta. La banca chiede ai potenziali debitori di organizzarsi in piccoli gruppi nei quali ognuno di essi ottiene un prestito individuale, ma subentra nella restituzione del debito contratto da un altro dei membri del gruppo qualora questi risulti insolvente.

Questa è la condizione di responsabilità solidale del prestito di gruppo. Il prestito di gruppo ha il vantaggio di ridurre il rischio per banca di favorire l’autoselezione efficiente dei mutuatari all’interno dei gruppi (tutti preferiscono membri del gruppo con buoni progetti e basso rischio di insolvenza). Il prestito di gruppo ha però anche importanti limiti. Per i mutuatari il prestito di gruppo è più oneroso di quello individuale per via dell’obbligo di pagamento, anche in caso di successo personale, per il compagno di gruppo insolvente e per i costi di monitoraggio nei confronti degli altri membri del gruppo.

Partendo dal punto di vista della banca negli ultimi ’20 anni, alcuni economisti hanno cercato di portare alla luce le componenti positive che spingevano queste istituzioni a preferire i prestiti di gruppo ad altri servizi della microfinanza. In uno studio pubblicato nel 1999, Ghatak e Guinnane sostenevano la tesi che vedeva il prestito di gruppo come risolutore dei problemi bancari dello screening, del rimborso e della revisione contabile. Ghatak (2000) in particolare, introduce il termine “accoppiamento positivo selettivo”, nell’intento di dimostrare che i mutuatari avversi al rischio tendono a collaborare con altri individui dei quali conoscono la storia creditizia e quindi trasversalmente la loro solvibilità.

Possono farlo, perché si conoscono tramite altri contesti sociali. Il problema delle asimmetrie informative viene così ridotto ad un costo molto inferiore rispetto a quello che la singola microbank potrebbe raggiungere. Nella fase del rimborso, il vantaggio (per la microbank) va a identificarsi nel costo che i membri del gruppo devono sostenere nell’eventualità che uno di loro diventi insolvente, questo limite (dal punto di vista del mutuatario) porta a un elevato monitoraggio da parte degli individui che non hanno ancora ricevuto il credito verso quelli che si apprestano ad utilizzarlo; questi elementi possono scoraggiare gli individui avversi al rischio ma con buoni progetti d’investimento, dall’entrare a far parte del gruppo stesso e possono determinare fenomeni di fuga dei debitori qualora gli esiti dei progetti fossero sequenziali e trapeli la condizione d’insolvenza di uno di essi.

Con il prestito di gruppo, l’individuo oltre alle sanzioni che gli possono essere imposte dalla banca, incorrerebbe in aggiunta anche all’ira da parte degli altri membri del gruppo. Se il gruppo è formato da comunità con un alto tasso di connessione sociale, questo strumento può costituire un potente incentivo. Rispetto al singolo controllo da parte della banca, questo reciproco monitoraggio, può realizzare due obbiettivi; in primo luogo, il monitoraggio migliorerebbe poiché gli altri membri del gruppo si trovano probabilmente in una posizione migliore rispetto alla banca per giudicare gli sforzi che uno dei membri sta impiegando per soddisfare gli obblighi del prestito. In secondo luogo, i membri possono esercitare sanzioni che non sono possibili da parte della banca, come ad esempio l’esclusione sociale.

Questo secondo gli esperti serve a disciplinare i membri del gruppo nell’onorare i debiti contratti. Spesso il numero massimo di membri è impostato dalla microbank, il gruppo tipo risulta composto da circa cinque individui nella classica Grameen Bank. In altri modelli, per esempio il sistema bancario Village, praticato dalla FINCA, i gruppi possono essere costituiti da circa 20 persone. Tuttavia, sembra che indipendentemente dal modello, il prestito di gruppo di per sé induce i membri a rimborsare con una frequenza maggiore rispetto al prestito individuale. Inoltre, ci sono altre regole incorporate all’interno del contratto di prestito. La pratica di finanziamenti sequenziali e schemi di rinnovi contingenti, sono spesso parte integrante del contratto.

Con uno schema di finanziamento sequenziale, ci si riferisce solitamente alla pratica con la quale viene attuata la prima donazione che in seguito farà scaturire le altre in modo per l’appunto sequenziale. Lo schema del rinnovo contingente, consiste nel rifiuto da parte dell’istituzione di microfinanza a continuare il finanziamento agli altri membri del gruppo, finche non è stato completamente estinto il vecchio debito. Grazie ai dati raccolti con uno studio sul campo effettuato su gruppi di prestito in aree urbane e rurali in Guatemala nel 1999, il professor Bruce Wydick scoprì che la pressione sociale esercitata da gruppi di individui residenti in aree rurali al momento del rimborso del prestito fosse nettamente superiore a quella esercitata da gruppi urbani nella stessa fase. A questo punto permane una domanda importante, quanto è comune il prestito di gruppo in microfinanza? A rispondere a questa domanda, ci ha pensato il professor Roy Mersland.

Il quale, grazie alla sua banca dati all’interno della quale le microbank da lui studiate sono classificate in base al tipo di prestiti che utilizzano (ovvero prestiti di gruppo, singoli o misti), è riuscito a dare con una certa precisione la misura del fenomeno. Secondo Mersland: il 54,1 per cento delle microbanks appartiene alla categoria che utilizza prestiti misti, il 26,0 per cento a quella che usa prestiti singoli e il 19,9 per cento a quelle che utilizzano esclusivamente prestiti di gruppo. In un recente studio del 2010, Mersland e Strom hanno dimostrato che il costo di sostenere un prestito di gruppo per una microbank, spesso sorpassi i benefici. Gli autori mettono in discussione il futuro uso diffuso degli impieghi di gruppo nella microfinanza.

Quando i prestiti sono di piccola portata, la banca è in grado di estendere il credito a più clienti. In tal modo riesce a compiere la sua missione sociale, diversificando anche il rischio di insolvenza. La breve durata del prestito, riduce ulteriormente il rischio che il cliente non ripaghi il debito, essa ha anche un secondo effetto, il cliente può grazie alla breve durata della transazione, costruire una storia creditizia che gli servirà in seguito come garanzia per costituire nuovi prestiti. I prestiti di breve durata possono aiutare le microbank a separare i buoni dai cattivi pagatori. Infine, l’aumento graduale della quantità di denaro prestata al cliente è una delle caratteristiche principali dei prestiti singoli, che dà ai clienti un ulteriore incentivo a ripagare i debiti attuali.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Microfinanza: Aspetti sociali e inclusione finanziaria

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Cuccaro
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Economia politica e statistica
  Corso: Economia bancaria
  Relatore: Alberto Dalmazzo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 72

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