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Oltre il PIL: Valutazione del benessere attraverso indicatori di tipo quantitativo

Indicatori di tipo quantitativo alternativi al PIL

Attraverso l’analisi delle dodici raccomandazioni, presentate all’interno del Rapporto Stiglitz, si nota come la misura del reale livello di benessere di un individuo sia un elemento di difficile comprensione e analisi, in quanto, oltre a dipendere dalla sfera privata dell’individuo, è anche influenzato da una molteplicità di elementi, in alcuni casi di difficile valutazione.
Nasce, così, l’esigenza di realizzare indici per il calcolo del benessere, adottando un approccio che sia il più ampio possibile e consideri al suo interno, oltre al benessere economico, anche gli elementi influenti sulla qualità della vita di un individuo. Chiaramente, il processo di realizzazione degli indicatori di benessere ha riscontrato non pochi problemi.

Il primo problema nella realizzazione di tali indicatori, risiede nella difficoltà di aggregare in un unico elemento una vasta gamma di informazioni. Per poter aggregare i dati ottenuti, si ricorre solitamente alla media ponderata, i cui pesi sono basati su personali giudizi di valore e, in quanto tali, poco oggettivi. Inoltre, nell’operazione di aggregazione si ha una contrapposizione fra informazione e sintesi. Se, da una parte, rappresentare il livello di benessere con un unico numero è di semplice ed immediata lettura anche per un pubblico meno esperto, dall’altro, esso genera una perdita di informazioni specifiche.

Altro ostacolo è dato dalla diversità di elementi considerati rilevanti al fine di valutare e analizzare la qualità della vita.
Ad esempio, un individuo che vive al di sotto della soglia di povertà, darà maggior rilievo alla sanità rispetto ai rapporti sociali, tranquillamente evitabili. Viceversa, un ragazzo con più elevate possibilità economiche darà maggior peso ai rapporti sociali anziché alle condizioni ambientali. Quindi, per poter avere degli indicatori pienamente affidabili è necessario che alla loro realizzazione, partecipino più attori possibili. Non a caso, la Commissione è stata criticata per esser quasi esclusivamente composta da economisti. Per poter individuare al meglio i reali valori di una società e definire gli elementi influenti sul calcolo del benessere servirebbero, oltre agli specialisti, anche gente comune.

Nonostante siano passati sette anni dalla pubblicazione del Rapporto, gli indicatori presentano ancora oggi delle piccole incongruenze anche se qualche passo in avanti è stato fatto. Sulla base delle raccomandazioni elaborate dalla Commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi sono stati realizzati una serie di indicatori, suddivisibili in tre categorie, in base alla loro relazione con il PIL: indicatori correttivi, complementari e sostitutivi al PIL.
Tra gli indicatori correttivi ricadono tutti quegli indici che correggono il PIL, aggiungendo anche gli aspetti influenti per il benessere degli individui. Tra gli indicatori di tipo correttivo ci sono l’ISEW (Index of Sustainable Economic Welfare), il GPI (Genuine Progress Indicator) ed il GS (Genuine Savings).

Gli indicatori complementari, invece, si affiancano al PIL con l’obiettivo di individuare ed analizzare gli aspetti relativi al benessere e al progresso sociale. In questa categoria risiedono l’HDI o ISU(Indice di Sviluppo Umano), il BES (Benessere Equo e Solidale,sviluppato dall’ISTAT e dal CNEL), il PIQ(Prodotto Interno di Qualità). Taluni indicatori si differenziano da quelli correttivi in quanto considerano il PIL e gli aspetti relativi al benessere in maniera distinta. Infine, ci sono gli indici che si sostituiscono completamente al PIL come l’ESI-EPI (Enviromental sustainabilty and performance indexes), il QUARS(Qualità Regionale dello Sviluppo) e l’HPI (Happy Planet Index).

Lo UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo) elabora, a cadenza annuale, una rassegna di tutti gli indicatori sviluppati nel mondo per valutare il livello di benessere di un paese. Dalla rassegna emerge come l’industria degli indicatori sia particolarmente fiorente, al punto che, nel 2008 si contano circa 140 indicatori, 50 in più rispetto all’anno precedente. Analizziamo in dettaglio alcuni di questi indicatori.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Oltre il PIL: Valutazione del benessere attraverso indicatori di tipo quantitativo

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Lastella
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2015-16
  Università: Politecnico di Bari
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria gestionale
  Relatore: Nicola Costantino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 59

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