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La progettazione partecipata nella gestione del territorio: il caso della pista ciclabile Treviso-Ostiglia

Pista ciclabile Treviso-Ostiglia

Il tracciato dell’ex ferrovia Treviso-Ostiglia, che ha uno sviluppo complessivo di 117 km, è stata una linea ferroviaria italiana progettata per collegare Ostiglia, paese in Provincia di Mantova sul fiume Po, a Treviso. Fu costruita inizialmente per fini militari e successivamente fu utilizzata con finalità di tipo commerciale. Le stazioni principali furono Treviso, Camposampiero (Pd), Grisignano di Zocco (Vi) e Legnago (Vr). La Prima Guerra Mondiale interruppe i lavori di costruzione che vennero ripresi solo nel 1920.

Questa via ferrata fu inaugurata a pochi mesi dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale, ma pochi convogli la frequentarono dal momento che fu più volte bombardata dall’aviazione Alleata a partire dal 1943. Il tratto Grisignano di Zocco – Treviso non fu più ripristinato, mentre la parte meridionale rimase in funzione fino alla fine del Novecento.

Oggi l’ex linea ferroviaria, grazie ad un progetto della Provincia di Padova e della Provincia di Treviso, è stata trasformata in una pista ciclo-pedonale che si estende da Quinto di Treviso (Tv) a Grisignano di Zocco (Vi).
Lungo i circa 54 km di pista ciclabile rimangono ancora visibili le vecchie stazioni ferroviarie, i ponti sui fiumi e i caselli ferroviari. La pista attraversa i comuni della Federazione a Piombino Dese, Trebaseleghe, Loreggia, Camposampiero e San Giorgio Delle Pertiche.
La Provincia di Padova dopo l’inaugurazione dell’opera ha affidato alla Federazione del Camposampierese il compito di garantire la manutenzione e il corretto funzionamento della pista.
Per raggiungere questi obbiettivi la Federazione ha fatto leva sull’elevata frequentazione della pista da parte di residenti ed escursionisti proponendo, attraverso un progetto di collaborazione con la cittadinanza, lo sviluppo di un nuovo piano di gestione che, coinvolgendo maggiormente i cittadini, miri ad aumentare il valore della pista stessa anche dal punto di vista turistico.
Un progetto di gestione di un bene come una pista ciclabile deve garantire gli standard normativi e di qualità con interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e con una corretta gestione amministrativa. Un percorso privo di manutenzione dopo pochi anni diventa inutilizzabile, vanificando gli effetti degli investimenti.

Per questo percorso è necessario che siano definite le principali azioni di gestione riguardanti:
* la manutenzione ordinaria (ispezione del tracciato, taglio erba, pulizia, riparazione di elementi danneggiati);
* la manutenzione straordinaria (rifacimento del piano stradale, rifacimento di opere strutturali quali ponti, sottopassi, opere di sostegno, parapetti per lunghi tratti, ripristino di cedimenti o frane, interventi di eliminazione di punti pericolosi, ecc.);
* la gestione amministrativa, informativa, ecc.

La Federazione in collaborazione con ASI, Agenzia sviluppo e innovazione, e con Etifor, spin-off dell’Università degli Studi di Padova, ha intavolato un percorso di progettazione partecipata con l’intento di mettere a fuoco il piano di gestione della pista ciclabile. Il progetto prevede che siano definite le linee strategiche per garantire gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e per far emergere le molteplici valenze che una pista ciclabile come la Treviso–Ostiglia può esprimere.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La progettazione partecipata nella gestione del territorio: il caso della pista ciclabile Treviso-Ostiglia

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea La Rosa
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi di Padova
  Corso: Scienze forestali e ambientali
  Relatore: Paola Gatto
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 94

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