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Impresa agricola e rapporti per l’inclusione socio-lavorativa

L’imprenditore agricolo professionale

Altra importante figura del diritto italiano, di origine comunitaria, è quella di imprenditore agricolo professionale. La primitiva figura di riferimento del diritto comunitario e destinataria delle rispettive sovvenzioni ê stata quella dell’imprenditore agricolo a titolo principale, introdotta dalla direttiva 159 del 1972, ed oggi sparita, ma che ha lasciato un importante lascito nell’impostazione comunitaria successiva cioê il requisito della professionalità che il soggetto imprenditore deve ancora possedere (sia grazie ad un titolo di studio che mediante l’esperienza acquisita).

Quando si parla di imprenditore agricolo professionale (o Iap) si parla, dunque, di un soggetto in possesso di conoscenze e competenze professionali specifiche richieste dal diritto comunitario. Con il d.lgs. n. 99 del 2004, si è introdotta anche nel nostro ordinamento tale figura che ha sostituito, tanto per le persone fisiche quanto per quelle giuridiche, quella di imprenditore agricolo a titolo principale.

L’imprenditore agricolo professionale rimane legato anch’esso al requisito comunitario della professionalità ma fa riferimento agli ulteriori parametri del lavoro e del reddito cui, in ambito comunitario, faceva riferimento la scomparsa figura dell’imprenditore agricolo a titolo principale. Tale disposizione ha stabilito una sostanziale equiparazione dell’imprenditore agricolo professionale a quella di coltivatore diretto nella fruizione dei benefici tributari e creditizi già riconosciuti a quest’ultimo.

La figura dell’imprenditore agricolo professionale ha richiesto da subito alcuni aggiustamenti con il d.lgs. n. 101 del 2005, che ne ha esteso ulteriormente l’ambito di applicazione. I benefici tributari e creditizi del coltivatore diretto sono oggi riconosciuti agli imprenditori agricoli individuali, ai soci di società agricole di persone, ai soci di cooperative agricole e agli amministratori di società agricole di capitali (ed in tali ultimi tre casi, la qualifica si può estendere anche alla società) quando si assommino alla capacità professionale gli ulteriori requisiti del tempo-lavoro agricolo (almeno il 50% del rispettivo tempo di lavoro complessivo) e del reddito agricolo (almeno il 50% del rispettivo reddito globale da lavoro).

La qualifica (nazionale) di imprenditore agricolo professionale, che compete ai soggetti ora indicati e che a questi estende i benefici del coltivatore diretto, si riferisce alla prevalenza del lavoro agricolo svolto rispetto ad altri lavori non agricoli, senza nessun collegamento riguardo alle effettive necessità lavorative del fondo agricolo, mentre il lavoro familiare deve coprire almeno un terzo di tale fabbisogno nel caso del coltivatore diretto. Tale riferimento consente di individuare una netta distinzione tra il coltivatore diretto e l’imprenditore agricolo professionale nonostante la loro sostanziale assimilazione da parte dell’ordinamento in aderenza all’orientamento comunitario che possiede, quest’ultimo, una sola figura destinataria di sovvenzione e vantaggi.

Il requisito lavorativo della prevalenza del lavoro agricolo rispetto ai lavori non agricoli dell’imprenditore agricolo professionale si può configurare come mantenuto anche quando tale lavoro non soddisfi quello di almeno un terzo di quello totale utilizzato per il fondo, persino nell’ipotesi in cui si consideri l’ulteriore lavoro dei familiari. In funzione di una rilevante dimensione dell’impresa, infatti, il lavoro prestato dall’imprenditore agricolo professionale, quantunque rappresentante la maggiore parte della propria attività lavorativa, può costituire, al tempo stesso, una parte solo marginale di quello occorrente alla coltivazione del fondo.

A differenza dell’imprenditore agricolo professionale, quindi, il coltivatore diretto è sempre un piccolo imprenditore per il nostro ordinamento, ancorché siano rimaste davvero poche le disposizioni di favore riconosciutegli in via esclusiva.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Impresa agricola e rapporti per l’inclusione socio-lavorativa

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Informazioni tesi

  Autore: Armando Di Giambattista
  Tipo: Tesi di Master
Master in Manager delle imprese agro-sociali e delle reti territoriali
Anno: 2016
Docente/Relatore: Gaetano Natullo
Istituito da: Università degli Studi del Sannio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 52

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Parole chiave

diritto del lavoro
economia civile
inclusione sociale
agricoltura sociale
lavoro agricolo
categorie protette
inclusione lavorativa
imprese agro sociali

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