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"Martin Ojo De Plata" di Matilde Asensi - Tra avventure e travestimenti

Matilde Asensi: il suo punto di vista sul fenomeno del colonialismo e dell'imperialismo - Un'introduzione a Martín Ojo de Plata

Matilde Asensi, come si è detto precedentemente, è una scrittrice che, prima di dedicarsi alla stesura delle proprie storie, si documenta ampiamente e fa approfondite ricerche e studi dettagliati, accumulando una grande quantità di informazioni che costituiscono un arricchimento, oltre che delle sue opere, anche del suo bagaglio di conoscenze.

Nel Prologo a Martín Ojo de Plata l'autrice stessa ha affermato che, in questo caso, oltre a essersi documentata conducendo ricerche e approfondimenti, ha anche ampiamente “sofferto”. Alla base di questo libro vi è una sorta di sfida personale, la voglia e il desiderio di fare qualcosa di nuovo, di superare se stessa mettendosi alla prova:

¿Ser ía capaz de escribir tres historias distintas con los mismos personajes y en el mismo contexto histórico y geográfico? ¿Sabr ía escribir aventuras, buenas aventuras, sin recurrir a enigmas, acertijos y pruebas inici áticas? ¿Podr ía soportar tantos a ños con un mismo tema sin saltar, como es mi costumbre, de un continente a otro, de una cultura a otra o de una época histórica a otra?

Questa, dunque, la sua sfida personale; ben diversa quella come scrittrice. Matilde Asensi infatti intraprende una vera e propria battaglia ideologica contro quella storia e quella cultura condivisa che da sempre, nel processo di colonizzazione e nell'imperialismo, fanno apparire gli spagnoli come “i cattivi della situazione”:

Estaba harta de ver películas de piratas en las que los espa ñoles siempre éramos los malos: el heroico y guapo pirata inglés eternamente perseguido por un malvado y retorcido gobernador español que intenta acabar con él colgándole en la plaza Mayor de cualquier ciudad caribeña por el injusto motivo de asaltar valientemente algunos barcos cargados de riquezas robadas por los espa ñoles a los pobres ind ígenas del Nuevo Mundo.

Non si tratta tanto di un risentimento dovuto ad uno spiccato spirito nazionalista, che tra l'altro l'autrice stessa afferma di non aver mai posseduto se non in forma attenuata nei suoi viaggi all'estero, quanto di un forte fastidio nei confronti di una credenza tanto consolidata, quanto ingiusta e immotivata.

Dopo aver letto tanti libri e visto tanti film nei quali l'impostazione generale è più o meno sempre la stessa, con gli spagnoli nel ruolo dei “cattivi”, l'autrice decide di iniziare uno studio approfondito per risalire all'origine di questa leggenda. L'obiettivo è quello di scoprire la verità su questa questione e cosa sia realmente successo, andando a colmare le sue lacune riguardo ai Siglos de Oro, alla scoperta dell'America, al colonialismo, alle grandi ricchezze trafugate, alle mattanze commesse e agli imperi e alle culture distrutte.

Matilde Asensi non riesce a spiegarsi perché nella cultura anglosassone, e non solo, gli spagnoli continuino ad avere ancora oggi una cattiva fama, come se, nonostante i cinque secoli trascorsi da allora, essi stessero ancora scontando quell'eredità della quale è difficile liberarsi.

A tal proposito non si può non parlare di quella che è stata definita «Leyenda Negra», la teoria sviluppata a partire dal lavoro di due storici, Edward Peters e Henry Kamen, secondo la quale sarebbe stata operata una distorsione dei dati storici sull'Inquisizione, ad opera di ambienti protestanti e, a seguire, illuministi, a partire almeno dal XVI secolo, con l'obiettivo di screditare l'immagine sia della Chiesa cattolica, sia dell'Impero spagnolo. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

"Martin Ojo De Plata" di Matilde Asensi - Tra avventure e travestimenti

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Informazioni tesi

  Autore: Anna Verdoliva
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
  Facoltà: Lingue e Letterature Iberiche
  Corso: Lingue e letterature moderne euroamericane
  Relatore: Giuseppina Notaro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 132

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