De Gaulle e l'Europa: un rapporto difficile 1958-1969

Con il ritorno di De Gaulle al potere si ricompattò il gruppo dei suoi sostenitori e presto, sulle ceneri dell'RPF prese vita un partito d'ispirazione Gaullista che prenderà il nome di UNR (Union pour la Nouvelle République).
A differenza del passato, e memore del danno d'immagine derivante dal fallimento dell'avventura dell'RPF, il Generale si tenne volutamente a distanza dalla dirigenza del partito.
Questo sia per la sua atavica diffidenza al sistema partitico, sia per avere una maggiore libertà d'azione “nell'usare l'UNR come strumento subordinato alla realizzazione del suo processo politico, cercando sempre di indirizzarlo ad essere un sostegno e mai un ostacolo”.
Ovviamente tale situazione svincolava il partito gaullista ad avere una propria posizione e collocazione ideologica rispetto da quella costrizione forzata di un movimento super partes che aveva il suo antenato RPF.
Sta di fatto che, forte dei consensi del partito gaullista alle consultazioni elettorali del novembre 1958, de Gaulle perorò la causa dell'elezione diretta del Presidente della Repubblica con maggiore insistenza ed, a suggello della sua visione di legittimazione tramite suffragio universale, indisse un referendum forzando al limite le regole.
Questa proposta venne osteggiata caldamente dai partiti superstiti della IV Repubblica che, facendo di necessità virtù, avevano portato di nuovo in auge il Generale con la (neanche tanto) celata intenzione di “scaricarlo” nuovamente ad emergenza risolta.
Fu, quindi, solo per una questione di opportunismo che il regime dei partiti aveva acconsentito nel 1958 alla riforma costituzionale.
Si riaprì quindi l'ostilità tra il vecchio regime dei partiti e de gaulle e le schermaglie iniziali presto si trasformarono in battaglia aperta con precise accuse e conto accuse.
Da un lato il regime partitico rilanciava il vecchio tema accusatorio di bonapartismo e dall'altro venivano rispolverati tutti gli argomenti dell'antipolitica.
Il risultato elettorale diede ragione al Generale che sebbene con una maggioranza inferiore alle sue aspettative (circa il 65%), vinse la sua battaglia per l'elezione diretta del presidente della Repubblica completando il suo progetto di riforma delle Istituzioni francesi. [...]