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Le discriminazioni di genere nel rapporto di lavoro

Il diritto antidiscriminatorio, la sua evoluzione ed i campi di applicazione

Nel nostro ordinamento il divieto di discriminazione, avente come originario punto di riferimento il principio costituzionale contenuto nell’art.3, comma 1, ha ricevuto una prima realizzazione con lo Statuto dei lavoratori. Il rafforzamento del potere sindacale nei luoghi di lavoro e la necessità di garantire la partecipazione dei lavoratori all’attività sindacale al riparo da indebite interferenze del datore di lavoro, avevano creato le condizioni adatte per introdurre un esplicito divieto di discriminazione per motivi sindacali, politici e religiosi (artt. 15 e 16).

Con il tempo, all’iniziale assetto regolativo della legge n.300/1970, che contrastava discriminazioni prettamente ideologiche, sono stati affiancati ulteriori nuclei normativi in cui la tutela antidiscriminatoria ha potuto meglio realizzarsi con finalità più complesse relative alla disciplina giuridica di gruppi svantaggiati nel mercato del lavoro: donne, minori, immigrati extracomunitari, disabili, omosessuali.

Oggi l’inquadramento teorico complessivo e la configurazione normativa dei divieti di discriminazione sono notevolmente cambiati, anche in conseguenza dell’evoluzione impressa alla materia dal diritto comunitario e, nell’ultimo decennio, dalle direttive di seconda generazione, in particola la direttiva del 23 settembre 2002, n. 2002/73/Ce sulle discriminazioni in base al genere, che ha modificato in più punti la storica direttiva n.76/207/Cee del 9 febbraio 1976 sulla parità di trattamento tra uomini e donne nelle condizioni di lavoro, entrambe rifuse, insieme ad altre, nella direttiva 2006/54/Ce del 5 luglio 2006 che, all’interno di una esemplare politica di riassetto normativo, ha riordinato in un testo unico alcune delle direttive comunitarie sulla parità di genere.

L’obiettivo di realizzare una parità di trattamento a tutto tondo è assicurato da un articolato divieto di discriminazioni per ragioni di sesso in tutte le situazioni connesse al lavoro: dall’accesso al mercato del lavoro, alla formazione e promozione professionali, sino alle dinamiche concernenti le prestazioni previdenziali, passando per il trattamento retributivo e le progressioni di carriera.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le discriminazioni di genere nel rapporto di lavoro

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Informazioni tesi

  Autore: Benedetta Chieie
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia Aziendale
  Relatore: Pietro Lambertucci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 67

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Parole chiave

giurisprudenza
diritto del lavoro
discriminazione di genere
azioni positive
parità
tutela antidiscriminatoria
pari opportuinita'
donna e mondo del lavoro

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