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La coltivazione della canapa in Italia problematiche e prospettive

Il già presente mercato dei grow shop: il paradosso del dibattito

Focus d'obbligo sulla situazione attuale in Italia è da farsi sui cosiddetti growshop; negozi rivenditori di semi di cannabis terapeutica a scopo ludico. Il problema relativo alla vendita di semi di cannabis è dettato dall'art. 82 dpr 309/90 secondo il quale: ”chiunque pubblicamente istiga all'uso illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, ovvero induce una persona all'uso medesimo, è punito...“ [38]. Dopo molte peripezie avute dai commercianti di semi detti “growshoppers” la Corte suprema ha stabilito che la vendita dei semi di cannabis, di per sé, non costituisce ipotesi di reato; fissando, i termini entro i quali non è ravvisabile un comportamento penalmente rilevante. Tali termini sono lo svolgimento di “un'attività di vendita asettica, cioè priva di elementi di corollario, che la corroborino quale espressione di una volontà divulgativa dell'uso di stupefacenti”.

”La contestualità temporale della vendita di semi assieme a libri, dvd illustrativi specifiche modalità di coltivazione, fertilizzanti e, più genericamente strumenti atti a favorire la coltivazione appare circostanza sintomatica di una situazione di illecito.”

Ora se per quanto concerne i libri ed i dvd si può convenire con il giudizio della Suprema Corte; dubbi permangono in relazione agli strumenti agricoli menzionati, proprio per il loro carattere di fungibile utilizzo, anche in favore di coltivazioni di natura differente da quella illecita. Si può tuttavia senza entrar nel merito delle decisioni della Corte evocare la sussistenza di un vero e proprio concorso punibile solo ove alla vendita di semi si accompagni:
a. L'indicazione di specifici consigli su modalità, tempi ed organizzazione della coltivazione;
b. La partecipazione con sopralluoghi del terreno messo a coltura;
c. La fornitura di prodotti specificatamente concepiti per detta attività, vale a dire, quindi, atteggiamenti sintomatici della volontà di partecipare concretamente all'altrui condotta illegale [107].

Ora ragionando in termini meno giuridici e contorti vista l'assurdità della fattispecie, la traduzione letterale del termine growshop è ”crescita negozio”; vendendo tali locali semi di marijuana dovrebbe venir spontaneo notare la dissonanza della decisione della Cassazione e della normativa vigente con ciò che sono questi negozi. Un'altro, solito classico problema del diritto del Bel Paese. Di fatti le procedure da assolvere per aprire un growshop non sono altre che quelle richieste per l'apertura di un normale negozio, niente di più. Per prima cosa occorre fare la segnalazione certificata di inizio attività (scia) e aprire una partita Iva. Nel caso poi si abbia intenzione di vendere anche alimenti a base di canapa occorre essere in regola con le norme e le autorizzazioni richieste per la somministrazione di prodotti alimentari preconfezionati e rispettare la normativa sul. I semi e l'oggettistica per la coltivazione e per fumare rappresentano ancora il core business di ogni growshop, ma l'importanza e la richiesta di merce quali appunto i prodotti alimentari a base di canapa continua a crescere, rappresentando fette sempre più importanti dei ricavi. Il commercio online è sempre più sviluppato in ogni settore, e naturalmente questo vale anche per il settore della canapa.

Questo non significa tuttavia che aprire uno shop online sia più vantaggioso del negozio fisico. Per allestire un e-commerce che funzioni infatti, occorre investire molte energie e studiare le migliori strategie per essere ben indicizzati nei motori di ricerca. Inoltre su internet la guerra dei prezzi è spietata e praticata direttamente dai fornitori dai quali ci si procura semi ed altro; il margine di guadagno su ogni prodotto venduto è notevolmente inferiore alla vendita fisica. Preferibile quindi il contatto con il cliente che deve tuttavia essere per legge il più distaccato possibile. Così ovviamente non è, Il growshop è un negozio come tutti gli altri e i clienti chiedono ovviamente informazioni; solo un imprenditore desideroso di fallire non darebbe consigli. È il paradosso completo dello status quo. I fornitori di tali prodotti attualmente non hanno ancora creato catene di franchising con il proprio marchio sull'insegna proprio a causa della situazione legale; il più delle volte fanno la prima mossa per piazzare la propria merce nei growshop dato che l'Italia rappresenta comunque data la sentenza della cassazione nuove quote di mercato. La scelta sui fornitori soprattutto se inesperti non è affatto semplice. Nei 301 growshop attivi in Italia un economista un medico e in definitiva un politico con un minimo di amor di patria, possono tuttavia solo augurarsi che vi siano imprenditori ben consci e ferrati su ciò che vendono [108].

Nello scegliere i fornitori comunque, un growshopper potrebbe essere portato a pensare che a parità di prodotto la scelta debba ricadere su quello più economico, ma il prezzo non è tutto. Alcuni particolari fanno infatti la differenza, tra questi citiamo le politiche verso i resi, le possibilità di effettuare pagamenti dilazionati, i corsi di formazione sui prodotti, gli aggiornamenti sulle novità tramite cataloghi e newsletter, la vicinanza della sede. Visto il momento embrionale del mercato una forte diversificazione dell'offerta e quindi dei fornitori in definitiva è l'ideale per attrarre il maggior numero e varietà di clienti nel proprio negozio; riavvicinando sempre più le persone al mondo della canapa. Infine nello gestire un growshop occorre avere la consapevolezza che quello che si fa è innanzitutto un atto politico. Il settore dei growshop infatti marcia di pari passo con quello dell'antiproibizionismo e i nemici della canapa sono anche i nemici di questi negozianti. Se si ignora questo semplice assunto si rischia di fare un pessimo servizio alla causa della legalizzazione, di conseguenza, anche alla propria attività commerciale. Da dissuadere fortemente quindi, coloro che comprano semi per creare marijuana da immettere sul mercato a pagamento.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La coltivazione della canapa in Italia problematiche e prospettive

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Informazioni tesi

  Autore: Giuseppe Cavallaro
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Commercio
  Relatore: Giovanni Belletti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 91

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Parole chiave

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