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CINA: Il ruolo degli investimenti diretti esteri e la strategia di investimento in Italia: i casi di ChemChina e Haier Group

Gli investimenti cinesi nel panorama italiano

Nell’immaginario occidentale, anche in seguito alle gravi difficoltà economiche e finanziarie, la Cina è associata ad un paese “contenitore”, che assorbe gli investimenti esteri e in cui la presenza di imprese italiane è cospicua. Tuttavia, negli ultimi anni, si è registrato un trend differente: l’aumento degli investimenti cinesi in Italia. Un’inversione di tendenza che, Pietrobelli, Rabellotti e Sanfilippo (2011), chiamano effetto “Marco Polo”: come Marco Polo si recò in Cina nel tredicesimo secolo e riportò, in Italia, importanti scoperte scientifiche e tecnologiche, come l'uso di bussola, il denaro e il carbone; così, nell’epoca odierna, le imprese cinesi investono in Italia e ottengono vantaggi unici, come l’accesso al mercato europeo, know-how manageriale, conoscenze tecnologiche.

Tra il 2008 e il 2012 gli investimenti diretti dell’Italia all’estero sono stati pari a circa 30 miliardi di euro, in linea con la rilevazione effettuata nel periodo 20032007. Nello stesso periodo gli IDE destinati al nostro paese si sono sostanzialmente dimezzati (da circa 20 a 10 miliardi). Tuttavia, nel 2014 le operazioni di investimento diretto estero in Italia sono tornate a crescere permettendo di contabilizzare 291 operazioni per un valore di 21,9 miliardi, 4,9 miliardi in più rispetto al 2013. Se, nello specifico, si considera la dimensione Cina,

Evoluzione degli investimenti diretti esteri cinesi in Italia
Per l’Italia come paese di destinazione degli IDE cinesi, è possibile individuare tre fasi:
1) Dagli anni ’70 alla prima metà degli anni ’80 si sono osservati investimenti di punta, il primo è stato la creazione di un ufficio commerciale di Air China nel 1986;
2) Dalla metà degli anni ottanta alla fine degli anni novanta, i casi di investimento cinese in Italia sono stati sporadici;
3) A partire dagli anni 2000, grandi player globali cinesi sono entrati nel mercato italiano e si è registrato un numero crescente di acquisizioni.

Consultando i dati, aggiornati alla fine del 2015, sono presenti 231 gruppi industriali e finanziari cinesi in 417 imprese italiane, dando lavoro a più di 22 mila persone, per un giro d’affari che supera i 12 miliardi di euro. La crescita della presenza cinese in Italia è aumentata considerevolmente negli ultimi anni: nel 2015 gli investitori cinesi sono cresciuti del 32% rispetto all’anno precedente (22% se si includono gli investimenti operati da Hong Kong). Il giro di investimenti è stato ripartito equamente tra industria (24%), servizi (26%), commercio (29%), costruzioni (21%).

Tali investimenti sono possibili in quanto entrambi i Paesi basano la loro economia sul settore manifatturiero creando, de facto una sovrapposizione tra i settori industriali in cui entrambi sono specializzati. Le filiere di piccole e medie imprese italiane nel Nord Italia corrispondono in gran parte alle filiere di provincie chiave quali Zhejiang e Guangdong. È importante specificare che la maggior parte delle aziende cinesi intenzionate ad investire in Italia, generalmente hanno già effettuato investimenti in altre nazioni europee.

Questo brano è tratto dalla tesi:

CINA: Il ruolo degli investimenti diretti esteri e la strategia di investimento in Italia: i casi di ChemChina e Haier Group

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Informazioni tesi

  Autore: Marika Costanzo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Mediazione Linguistica e Culturale
  Corso: Scienze della mediazione linguistica
  Relatore: Giorgio  Castoldi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 81

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