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Viaggio nelle Confraternite tra storia e diritto: alla ricerca della Confraternita del Monte dei Morti di Roccarainola

La Confraternita come luogo di affermazione e costruzione di identità religiosa, sociale e culturale

La Confraternita in quanto istituzione religiosa, sociale, culturale, accompagnando la vita dell’individuo dalla “nascita alla morte” e segnando la dimensione quotidiana e festiva della comunità, è stata decisiva per il formarsi della personalità, della mentalità, dei sentimenti delle persone, soprattutto nei piccoli centri, dove mancavano altre istituzioni religiose e sociali, altri centri culturali, di aggregazione e di socialità. Le Confraternite condizionano e contraddistinguono il senso di appartenenza delle persone, spesse volte, un’appartenenza di tipo sociale.

Sono numerose anche in Calabria tra il XVI e il XIX secolo le Confraternite riservate a determinati ceti sociali: nobili, “civili” (il ceto intermedio), artigiani, lavoratori della terra. In alcune località, durante questo periodo, sono presenti anche Confraternite di marinai o pescatori, in coincidenza con l’affermarsi di nuovi culti in territori di nuovo insediamento o di recente ripopolamento.

Gli agricoltori meno disagiati (coloni, massari, ecc.) e i contadini sono presenti soprattutto nelle numerose congreghe devozionali caritative non specializzate, sparse soprattutto nei paesi, nei borghi minori con popolazione prevalentemente agricola. Siamo in presenza, spesso, di aggregazioni religiose a carattere sociale che interessa gruppi ristretti, chiusi, talvolta arroccati nella difesa dei loro interessi alla ricerca di una loro identità. La situazione ê diversa nei contesti rurali e più “periferici”.

Infatti per la stragrande maggioranza, nelle aree interne e nei piccoli centri della regione, in comunità che spesso sono “autosufficienti” a livello produttivo e di sostentamento, la composizione sociale è mista: sono presenti contadini, piccoli proprietari, artigiani, aristocratici, e, soprattutto a partire dalla metà del XVIII secolo, borghesi. La Confraternita, come ricostruisce a ragion veduta Cestaro, diventa un fatto “borghese” nel periodo storico in cui i «nuovi ceti emergenti individuano nelle strutture ecclesiastiche una delle vie maestre per la loro ascesa economica e politica».

La maggior parte delle Confraternite è composta da ceti culturali, sociali ed economici misti, diremmo interclassista e trasversale e una struttura, anche se non prevista dagli Statuti e dalle regole, di tipo verticale. Di solito sono i proprietari terrieri e coloro che erano deputati alla trasformazione dei prodotti agricoli, i loro familiari, o parenti medici, avvocati, i professionisti, a ricoprire le cariche di priore, di tesoriere, di segretario. «In mezzo a tanti analfabeti, i “borghesi” in ascesa erano gli unici che potevano e ambivano ricoprire le cariche interne, a ciò favoriti anche dal fatto che spesso i membri di una stessa famiglia avevano i loro rappresentanti in seno ai capitoli cattedrali, nei collegi ricettizi, negli ordini religiosi, nelle amministrazioni locali. Non si spiegherebbe altrimenti la trasformazione delle Confraternite, alla metà del Settecento, in senso autonomistico nei confronti dei vescovi e del clero, senza tener conto della diffusione dello spirito “borghese” e della nuova mentalità di cui la borghesia si faceva portatrice».

Si può dire che le Confraternite siano la rappresentazione religiosa di gruppi di persone e di famiglie, con a capo una cerchia economica-sociale con sponde di riferimento nelle amministrazioni locali e nelle istituzioni religiose e civili esterne, in posizione intermedia ceti produttivi con attività collaterali a quelle dei proprietari, a cui sono spesso legati da parentela, comparatico, amicizia, e alla base ceti sociali più poveri “dipendenti” dalle famiglie possidenti e professioniste.

L’organizzazione piramidale delle Confraternite veniva affermata e confermata nel corso delle feste, dei riti, delle processioni, anche in quelle in cui più forti erano il senso di identificazione e di opposizione ad altri sodalizi. La Confraternita si articola come una specie di gruppo influente con una pluralità di interessi economici evidenti, ma non manifestati, ha una logica di impresa e afferma una dinamicità e una mobilità, anche economica e sociale, all’interno della società tradizionale dell’Ottocento e della prima metà del Novecento. Alcune volte, le stesse Confraternite sembrano avere i caratteri della moderna impresa economica, infatti, nei grandi centri, hanno gestito grandi enti assistenziali come gli ospedali e hanno creato monti di vario tipo (dei morti, delle messe, dei maritaggi, di monicazione) costituiti da piccoli capitali ottenuti con offerte degli associati e utilizzati per funerali, messe di suffragio, opere di carità.

Da non confondere questi monti con i più impegnativi Monti di Pietà che, sorti fin dalla metà del secolo XV e diffusi nel secolo XVI, costituiscono degli istituti di piccolo credito su pegno con esborso di tenue mutuo. In alcune realtà, come quella pugliese, i Monti frumentari hanno rappresentato, non a caso, dei nascenti istituti bancari, che richiedevano accumulazione e circolazione di danaro. Gli studiosi si sono soffermati sulla semplicità con cui, in determinati ambienti, si aderiva o si abbandonava un sodalizio ricordando la diversa attitudine alla socialità rispetto a quella segnalata nelle Confraternite del centro-nord. Infatti, andrebbe esaminato, nei diversi contesti, se questi trasferimenti associativi, come anche le rotture che si verificavano all’interno di alcuni sodalizi o la creazione di nuovi sodalizi, non rispondevano ad una mobilità economica, a contrasti tra famiglie possidenti e gruppi di riferimento.

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Viaggio nelle Confraternite tra storia e diritto: alla ricerca della Confraternita del Monte dei Morti di Roccarainola

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Informazioni tesi

  Autore: Gianfranco Riccardo
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2013-14
  Università: Università Telematica Pegaso
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Leone Melillo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 120

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