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''Water, water everywhere'': l'acqua in Coleridge, Conrad, Eliot e Joyce

Il mare come luogo ancestrale

"Il mare è il luogo del non luogo, dello spazio che non è uno spazio; è il mondo delle paure ancestrali, del sogno, dell'inconscio".

Da sempre il mare possiede una fora di attrazione e allo stesso tempo di repulsione che induce gli uomini ad amare e contemporaneamente a odiarlo.
Ogni cultura vede nell'oceano un dio contro cui l'uomo non può vincere: il pensiero va subito a Ulisse che senza l'aiuto di altre divinità nulla avrebbe potuto verso l'ira di Poseidone.

Ancora nella religione ebraico-cristiana Dio è anche divinità del mare: nel Salterio, Davide si rivolge a Dio chiamandolo Signore Dio del mare. La vita e dio stesso derivano dall'acqua: il mare è fonte di cibo, il pescatore diventa simbolo di vita e di rinascita, non a caso Jessie Weston scrive che "the Fish is a life symbol of immemorual antiquity, and that the title of Fisher has from the earliest ages, been associated with Deities".

L'oceano dunque, in questa ottica, è un elemento positivo e benevolo. Ma, almeno fino alla fine del Settecento, esso rimane un elemento ambivalente, uno spazio di vita, ma anche uno spazio di morte: "il mare è stato per secoli, nell'immaginario collettivo, uno spazio che si sottrae alle leggi dell'uomo. Come tale, in grado di suscitare paure e suggestioni simboliche che richiamano la sciagura, il disordine". L'oceano è regno della vita così come zona di morte.

Il mare, per il suo mistero e la sua ambivalenza, è da sempre protagonista di miti, leggende e racconti più disparati, non a caso per la maggior parte delle popolazioni e ancora per gli uomini contemporanei occidentali "it had the numinous, phantasmic quality that has helped make it an archetypal symbol for the realms of imagination, representation, and faith".

Il grande numero di leggende che ancora oggi sopravvivono riguardanti fantastici abitanti e mostri del mare derivano presumibilmente da ricordi di antiche mitologie, da errori naturalistici nati a causa della mancanza di mezzi scientifici, e da racconti di marinai che vollero vedere in fenomeni naturali e animali strane creature e fenomeni magici. Secondo le favole e i racconti che si tramando fin dall'antichità, nell'oceano si trovava la regione delle anime, la dimora di esseri fantastici dal triste aspetto, di divinità tremende, di mostri immani, di spiriti malvagi […] Fu creduto dimora […] dimora di fate e giganti, di animali enormi che cingono la terra, di troll, di sirene, o di misteriose divinità.

Tra i vari esseri fantastici che popolano il mare, le più famose sono certamente le sirene del Mediterraneo e le loro cugine nordiche mermaids: in entrambi i casi, la loro specialità era ammaliare i marinai per poi trascinarli nelle profondità marine. Il loro corrispettivo maschile sono i mermen, più consueti nella mitologia nordica, i quali rapivano le fanciulle della terra per portarle nei loro palazzi situati nelle profondità del mare e farne loro spose. A onor del vero, le leggende sulle sirene sono molto varie e contraddittorie, poiché non sempre vengono dipinte come esseri malvagi, come ad esempio le Haff-fru dell'Islanda le quali prendono per sé i corpi dei naufraghi che non ritornano più in superficie.

Un altro famoso mostro marino è il kraken: simile a un'enorme piovra, si diceva potesse raggiungere le dimensioni di un'isola, i cui tentacoli erano in grado di affondare una nave intera senza lasciare scampo all'equipaggio. Suo simile è il leviatano, enorme serpente con il potere di controllare le maree. Infine, sono da citare i fantasmi del mare: sono le vittime del mare, i quali si aggirano in acqua o sulle spiagge lamentando il loro triste destino, oppure appaiono sulle navi uccidendo i marinai; per esempio in Bretagna si pensa che il suono minaccioso del mare sia causato dalle grida di dolore e di spavento dei naufraghi. L'oceano era dunque visto come un luogo, se non un essere vero e proprio, pieno di vita e non silenzioso, governato da leggi e volontà proprie. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

''Water, water everywhere'': l'acqua in Coleridge, Conrad, Eliot e Joyce

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Informazioni tesi

  Autore: Rossana Pasian
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Lettere
  Corso: Filologia moderna
  Relatore: Elena Anna Spandri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 124

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