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Uno studio sperimentale sullo sviluppo mentale della percezione della simmetria e delle ombre.

L'elaborazione mentale delle ombre

A seconda della situazione, è automatico per il sistema visivo escludere completamente le ombre; un esempio è quando esse rendono difficoltoso il riconoscimento dei caratteri specifici del nostro oggetto di interesse posandocisi sopra come mostra l'immagine 7.
L' immagine 8 mostra l'elaborazione di un rilevatore di bordi standard della figura 7. E' chiaro che se l'ombra portata, in teoria, fornisce importanti informazioni riguardanti la forma, in pratica, talvolta risulta più problematica che utile come nell'esempio.

Alcuni recenti studi di psicologia sperimentale suggeriscono che il sistema percettivo dell'uomo preferisce informazioni date dalle ombre ad altre riguardo il movimento degli oggetti e sorprendentemente le ombre sono più affidabili che i cambiamenti nella forma di un oggetto.
In un esperimento presentato da Kerster, Mamassian e Mill nel 1994 un gruppo di soggetti umani è stato testato con una simulazione al computer dove l'ombra di alcuni quadrati statici si muoveva fuori dall'oggetto che la produceva. Molti di loro hanno percepito che lo stesso quadrato si spostava fuori dallo schermo, accordandosi con il movimento dell'ombra, nonostante il quadrato rimanesse uguale e nella stessa posizione durante tutto l'esperimento.

La geometria fornisce tantissime ipotesi che possono spiegare come il movimento dell'ombra potrebbe essere più coerente rispetto al movimento dell'oggetto, ma i soggetti hanno riportato l'illusione che gli oggetti cambiassero di dimensione in concomitanza con il movimento dell'ombra.

Il problema di riconoscere le parti specifiche di un oggetto è parte di un problema più generale che il cervello deve risolvere riconoscendo gli oggetti in maniera attendibile. Il cambiamento di punto di vista e illuminazione, infatti fanno si che l'apparenza di un oggetto vari moltissimo da una situazione ad un'altra.
Le ombre in particolare giocano un ruolo fondamentale nell'apparenza e data l'ambigua natura delle stesse non ci dobbiamo sorprendere che molto raramente vengano notate le incongruenze nei dipinti o quando le stesse vengono create artificialmente nelle fotografie.

Numerosi studiosi concordano nell'affermare che anche con un'attenta ispezione non siamo capaci di rilevare in modo assoluto quando un' immagine è fedele alle leggi dell'ottica o falsa (Mamassian, 2004; Ostrovsky & al., 2005; Cavanagh, 2005).
Coloro che si occupano di luce come artisti, fotografi, sanno che nonostante non detengano un ruolo principale sul palco della percezione conscia, le ombre, hanno un ruolo importante poiché aggiungono profondità, realismo e danno un senso illusorio di movimento. Allo stesso tempo però, il loro inserimento, pur essendo visivamente corretto può essere fuorviante per la comprensione.
Per questo motivo alcuni artisti spesso eliminano le ombre che potrebbero interferire con l' interpretazione (Jacobson & Werner, 2004; Gombrich, 1995).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Uno studio sperimentale sullo sviluppo mentale della percezione della simmetria e delle ombre.

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Teresa Scarlatella
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi di Sassari
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e culture moderne
  Relatore: Baingio Pinna
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 72

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