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Dita o numeri? Dalla quantità alla rappresentazione simbolica

Finger counting: La cognizione numerica

Un aspetto molto analizzato dell’embodied cognition è la cognizione numerica, in particolar modo, quella ottenuta attraverso il conteggio con le dita.
I numeri rivestono un’importanza enorme nella società moderna, sono alla base dei sistemi economici, finanziari, ingegneristici, naturali, e sono il cuore della matematica.
Quindi l’insegnamento delle conoscenze della matematica riveste un ruolo fondamentale nell’educazione scolare e prescolare.

Diversi studi hanno dimostrato, che nasciamo con “il senso del numero”, cioè con l’abilità genetica di riconoscere la quantità, e che condividiamo tale capacità con altri vertebrati, (Stanislas Dehaene, 1997; Brian Butterworth, 1999). Da adulti sviluppiamo sistemi simbolici astratti per rappresentare la quantità, quali le parole che rappresentano i numeri, e i simboli arabi; tale livello di sviluppo è preceduto da una fase, apparentemente transitoria, che è quella del conteggio e del calcolo con le dita. L’utilizzo delle dita, secondo alcuni critici, dimostrerebbe che il processo cognitivo non sia stato completamente acquisito; mentre per i sostenitori dell’embodied cognition rappresenta uno strumento naturale e facilmente disponibile per rappresentare le informazioni di tipo numerico e riflettere su di esse. Altri vantaggi relativi al finger counting , riguardano lo sviluppo della memoria a breve termine, e la creazione della corrispondenza immediata e biunivoca tra gli oggetti da contare e la loro rappresentazione. A conferma di ciò, c’è la constatazione che l’utilizzo delle dita, è diffuso in tutte le epoche storiche e in tutte le culture.

Ovviamente tali vantaggi si verificano solo quando ci troviamo di fronte a numeri piccoli, compresi nell’intervallo tra zero e dieci. Per i numeri più grandi, è necessario utilizzare rappresentazioni di tipo simbolico e meno immediato.
Particolarmente dibattuto è l’aspetto della fase transitoria o meno, che concerne il conteggio delle dita nello sviluppo delle capacità cognitive numeriche. Anche se non si è giunti ad un pensiero condiviso, su questo aspetto, un crescente numero di ricerche evidenzia, che l’acquisizione della conoscenza, numerica e non, è strettamente legata all’attività sensorimotoria che si verifica durante l’apprendimento della conoscenza stessa; si confermano in questo modo le teorie dell’embodied cognition.

Nell’età dello sviluppo, una buona abilità base del conteggio con le dita, può essere un buon predittore di abilità aritmetiche successive. Inoltre, le ricerche di brain imaging, mostrano che vi è un’attivazione del substrato parietale nel momento in cui si effettua un calcolo numerico. Da queste ricerche, alcuni studiosi sono giunti alla conclusione, che le dita potrebbero essere considerate lo strumento mancante che determina l’assimilazione di abilità numeriche basiche. Atri ricercatori, tendono invece a considerare le dita, come il collegamento mancante che consente la connessione tra la numerosità non simbolica e l’aritmetica simbolica. Dato per acquisito che l’uso delle dita per rappresentare i numeri, è un aspetto importante della conoscenza numerica, rimane ancora da approfondire, se è un passaggio obbligato per lo sviluppo della cognizione numerica e se è spontaneo in ogni bambino. Riguardo al primo punto, gli studi sembrerebbero smentire l’idea che il sistema simbolico numerico è radicato nelle nostre esperienze corporee, e che l’uso delle dita precederebbe l’uso del linguaggio. Per quanto riguardo la spontaneità, studi basati sul conteggio con le dita con bambini non vedenti, hanno evidenziato che rappresentare il numero con le dita, non è un passaggio spontaneo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Dita o numeri? Dalla quantità alla rappresentazione simbolica

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Informazioni tesi

  Autore: Cristina Cazzetta
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Medicina e Psicologia
  Corso: Psicologia dinamico clinica infanzia, adolescenza e famiglia
  Relatore: Francesca Federico
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 71

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Parole chiave

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