La distruzione del Serapeo di Alessandria d'Egitto

Perciò da più parti si è parlato di Serapide come ‘creazione’ dei Tolomei, espressione che provoca lo sdegno di Welles ma che è tanto vera se si considera che, pur derivando da divinità preesistenti per fusione, ispirazione o quant altro, nella sua forma definitiva e rispetto alla città di Alessandria Serapide fu effettivamente creato dai Tolomei per garantire ai loro sudditi una divinità poliade. Alcuni sostengono che l’esperimento sia riuscito, altri invece sottolineano come Serapide abbia difficoltà a slegarsi dai Tolomei, e che quando diminuì l’interesse della famiglia reale per la divinità diminuì anche il consenso popolare.

In realtà Serapide fu molto amato dagli Alessandrini fin dai primi anni di vita, al di là della ‘protezione regale’; a testimonianza di questo basti pensare all’amplissima diffusione del suo culto, da solo o in associazione a quello di Iside, in tutto il bacino mediterraneo. La diffusione del culto di Serapide fuori da Alessandria non deve però essere fuorviante: sebbene tutti i culti esterni derivino da quello alessandrino, al punto che molti Serapei seguono l’orientamento del tempio di Rhacotis, una cosa è il Serapide signore dell’oltretomba e dell’incubatio, altra è il Serapide dio poliade di Alessandria. La divinità è la medesima, ma completamente diverso è il valore che Serapide ha in luoghi differenti dalla ‘sua’ Alessandria.

Per questo ciò che qui interessa considerare non è la ‘diffusione spaziale’ del culto di Serapide, quanto piuttosto la sua rinnovata fortuna in città nel corso dei secoli. Il fatto che Serapide, soprattutto nelle prime fasi di vita, fu immediatamente ricollegabile ai Tolomei suoi ‘creatori’ prima ancora che patroni, deriva dal fatto che i Tolomei furono sempre molto presenti nella vita cittadina, non solo in ambito religioso ma anche culturale.

I dinasti furono patroni delle arti e delle scienze tramite fondazioni quali il Museo e la Biblioteca, e fecero così di Alessandria il nuovo faro di cultura, forse ancora più viva e attiva di quanto non fosse stata Atene.
[…]
I regnanti condizionavano insomma anche tutti quei momenti in cui generalmente era il popolo a essere protagonista.
[…]
Che i tre spezzoni della processione fossero così ordinati è particolarmente interessante perché denota l’influenza fortissima in ambito religioso dei Tolomei, che riescono addirittura a porre in secondo piano il padre degli dei rispetto a quello che era considerato il capostipite della loro dinastia, Dioniso appunto.
[…]
Tolomeo IV invece emetterà una serie monetale dedicata a Iside e Serapide come fautori della vittoria di Rafia, e lo farà non a caso in un momento in cui la popolazione aveva iniziato a rumoreggiare e a organizzarsi contro di lui. Serapide evidentemente è un dio che ha immediatamente colpito le masse nella loro totalità, tanto che i sovrani ellenistici si ricollegano a lui quando vogliono creare un legame forte con la popolazione.