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Hayao Miyazaki e Studio Ghibli - La capacità di veicolare messaggi tramite contenuti e tecniche cinematografiche

Cultura Giapponese contro Modernità

Da anni il Giappone affronta il problema della rapida modernizzazione in diversi ambiti, dall'architettura, al design, alla cultura popolare. Le tradizioni e il folclore tramandato appartengono sempre più ad un periodo ormai superato lasciando i giovani in una spaventosamente rapida modernizzazione diventando oggetto di curiosità e nostalgia. È in questo ambiente che Miyazaki decide di inserire in diversi suoi film tale accortezza, tale desiderio di tradizionale, di folclore e di ruralità che agli occhi occidentali può sembrare meno chiaro e meno "utile", siccome la modernizzazione non è esplosa nello stesso modo, ma il messaggio veicolato si può tradurre anche in favore delle diverse culture vernacolari europee.

In Il mio vicino Totoro tale messaggio è limpidissimo, il racconto è ambientato nelle campagne rurali giapponesi degli anni '50, dove piccoli templi e ferventi credenze contrassegnano le zone contadine.
Secondo la superstizioni giapponesi, spiriti e mostri non sono presenti nelle grandi città, bensì si manifestano solamente nelle aree agricole. La convinzione della presenza di fantasmi all'interno della casa quasi diroccata, l'incontro con diverse creaturine che si scopriranno essere spiritelli occupanti le case rimaste vuote per tanto tempo, e infine lo spirito della foresta Totoro sono tutti espedienti riconcilianti con le tipiche leggente giapponesi.
Se esse sembrano realmente appartenenti alla cultura popolare ad un pubblico non esperto in materia, tali creature sono invece totalmente inventate dal regista, il quale fortemente dispiaciuto dall'appartenere alla generazione che ormai vede come superati tali folclori, si ritrova a rappresentare solamente l'ambiente nostalgico generale riuscendoci comunque a pieni voti. Allo stesso modo si comporta nella creazione dello scenario di La Città Incantata, dove a partire dall'architettura delle terme di Yubaba ispirate da alcuni edifici presenti nell'Edo-Tokyo Open Air Architectural Museum di Koganei, luogo in cui spesso verso sera il regista si ritira per ammirare l'effetto che dona tramonto distendendosi sulle costruzioni tipiche del periodo Edo (1603-1867 del calendario Gregoriano). In un'intervista, Miyazaki si pronuncia così a riguardo della presenza religiosa e animistica costante in tutti i suoi film:

"In Giappone la religione è una questione culturale piuttosto che un qualcosa che attrae necessariamente dei seguaci. La religione, che si tratti del Buddismo o dello Shintoismo, è onnipresente anche se la sua presenza non si fa mai sentire in maniera esagerata o schiacciante. I simboli religiosi sono disseminati ovunque, proprio come nei miei film, ma in maniera discreta. Sono la testimonianza di una tradizione e di una realtà. Devono essere stati gli agricoltori ad aver favorito i culti naturalisti che sono ormai parte integrante della religione giapponese. Il legame con la natura è un elemento essenziale dell'anima giapponese."

Anche qui troviamo la presenza di numerosi spiriti (Rei) e déi (kami) appartenenti ad un repertorio misto tra mitologie reali e inventate dal maestro Miyazaki.
La parte interessante di tale realizzazione fantastica è come sia riuscito a dotare di carattere e fisionomia gli spiriti a seconda di cosa rappresentino, come ad esempio l'uomo senza volto raffigurante il Giappone Contemporaneo, il quale regalando oro crede di rendere felici le persone, ma ci riesce davvero?

Al contrario, invece, il maestro rimane fedelissimo alle mitologie giapponesi in Pom Poko – Battaglie Tanuki dell'era Heisei. Ad iniziare dagli stessi Tanuki protagonisti, che nella cultura nipponica vengono visti realmente come maestri del trasformismo e tra l'altro capaci di estendere, come si vedrà giocosamente fare nel film, i propri genitali fino ad una dimensione di "otto tatami". Per allontanare gli umani dal bosco decidono di trasformarsi in un'armata di spiriti appartenenti alle principali paure di anziani e bambini, la quale si convertirà però in una vera e propria parata agli occhi dei cittadini non più abituati ai racconti folcloristici. Si intravedono lanterne Chochin animate e fluttuanti nel nulla, il Funaita no Koto (uno strumento musicale simile alla cetra costruito con il legno di un'antica nave, all'interno del quale dimora un rei), lo spirito-mandolino Biwa Bokuboku e molti altri.

Purtroppo, lo stratagemma della parata non assunse il risultato desiderato dai Tanuki in quanto gli umani ormai non si spaventano più per nulla, non credono più a certi racconti e piuttosto imputano qualsiasi evento straordinario ad una trovata pubblicitaria. In modo differente viene trattata la tematica tradizionale in La Principessa Mononoke. In questo caso si è scelto di caratterizzare l'antagonista Lady Eboshi dal totale odio nei confronti delle tradizioni in favore della modernità e del progresso. Anche qui saranno presenti molti spiriti tipici giapponesi, a partire dalla stessa Mononoke (spirito protettore di un dato luogo, in questo caso la foresta). L'antagonista però se ne infischierà delle presenze mistiche del bosco e non ci penserà due volte a cacciare il dio principale per trafugarne la testa e segnare quindi la distruzione di tutta la zona prosperosa. Ecologia e folclore quindi vengono accomunati di pari passo, con la devastazione delle zone verdi si arriverà inevitabilmente all'estinzione degli spiriti e degli déi popolari, sia in senso reale (per chi ancora ci crede) sia in senso metaforico, in quanto la tradizione tipica rurale è destinata a scomparire con la rapida e incondizionata espansione urbanistica. Il regista tenta quindi di tramandare il senso di ecologia tramite la nostalgia e il rispetto degli esseri spirituali, come fa anche in Pom Poko dove gli umani infatti tentennano dopo la scoperta della presenza di Rei abitanti nei luoghi in questione, sfruttando la naturale e logica sinergia che sboccia tra tradizione e ambientalismo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Hayao Miyazaki e Studio Ghibli - La capacità di veicolare messaggi tramite contenuti e tecniche cinematografiche

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Botto
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2015-16
  Università: Politecnico di Torino
  Facoltà: Architettura
  Corso: Design e Comunicazione Visiva
  Relatore: Andrea Di Salvo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 174

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Parole chiave

comunicazione
manga
anime
miyazaki
veicolare messaggi
cinematografia animata

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