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Gestione ospedaliera della dieta aglutinata nel celiaco adulto

Influsso della celiachia nelle fasi del ciclo di vita

Definendo la celiachia una malattia cronica viene spontaneo etichettarla come statica, immodificabile, ciò è un errore in quanto la patologia è in continuo mutamento; basti pensare ai progressi degli ultimi anni a livello diagnostico e terapeutico, senza dimenticare l'evoluzione del cibo gluten-free, dal gusto decisamente più gradevole e facilmente reperibile in qualsiasi punto vendita anche non specializzato. [37]

Negli ultimi decenni, anche il quadro clinico della celiachia è completamente cambiato, tant'è che si possono riconoscere diverse forme di celiachia suddivisibili in 5 tipologie: tipica, atipica, silente, latente e refrattaria. La celiachia tipica è caratterizzata prevalentemente da sintomi gastrointestinali quali dolori addominali, meteorismo, distensione addominale, astenia, nausea, dispepsia, vomito, e specialmente diarrea profusa. Sintomi che contribuiscono ad un quadro di malassorbimento, visibile da notevole magrezza contrapposta spesso e volentieri ad un addome globoso ed espanso. La forma atipica si manifesta con sintomi extraintestinali conseguenti al malassorbimento quali anemia, bassa statura, dolori articolari ecc, ma non vi è presenza di diarrea. La forma silente si palesa con la presenza delle tipiche lesioni della mucosa intestinale ma in completa assenza della sintomatologia.

La forma latente si manifesta in soggetti in cui la malattia esiste ma non si manifesta, il paziente alla diagnosi presenta una mucosa intestinale non danneggiata anche se rileva markers sierologici positivi. La celiachia refrattaria è la più complessa in quanto non reagisce alla terapia, primaria se non è responsivo fin dall'inizio, secondaria se lo diventa dopo un periodo di relativo beneficio della dieta aglutinata. In questo caso bisognerà indagare la causa che scatena la problematica se deriva da un introduzione involontaria di glutine o se sussiste un'ulteriore problematica. [38] Sempre più spesso la diagnosi è posta anche in soggetti totalmente asintomatici ma soprattutto non avviene più solo in età pediatrica, ma si indirizza sempre di più all'età adulta. Per capire meglio l'influenza della patologia nelle diverse fasi del ciclo di vita è utile dividerlo in 3 parti: infanzia, adolescenza ed età adulta. [37]

Infanzia ed età scolare:
La prima manifestazione della celiachia si ha tra i 6 mesi e i 2 anni di vita, in concomitanza con lo svezzamento che prevede per la prima volta l'introduzione di cereali contenenti glutine nella dieta. In età pediatrica esiste un quadro clinico di presentazione della malattia celiaca molto vario, dove affiancata alla forma classica o tipica troviamo sempre più la forma atipica, dove i bambini presentano dolori addominali periodici associati a sintomi extraintestinali, quali bassa statura, ritardo puberale, anemia sideropenica, alopecia, stomatite aftosa, osteoporosi, difetti dello smalto dentario. Dopo l'inizio della dieta, si osserva il caratteristico scatto di crescita e la fascia range d'altezza viene raggiunta in genere in 2-3 anni. [39] La diagnosi in età infantile sembra essere un fattore psicologicamente protettivo in quanto il bambino non conosce il glutine e di conseguenza la dieta sembra apparentemente più accettabile in un futuro prossimo.

Adolescenza:
Le prime complicazioni con la dieta si potrebbero mostrare nel momento in cui il bambino varca la soglia dell'adolescenza, che è in sé uno dei momenti esistenziali più complessi: il bisogno di sentirsi uguale ai propri coetanei può far sentire il celiaco in difetto quando decidono di uscire fuori a cena e percepiscono il peso imposto dai limiti della dieta celiaca e instaurare meccanicamente un circolo vizioso che diminuisce l'autostima e la fiducia di sé. Infatti è maggiormente in questa fascia d'età che trovano spazio le trasgressioni con conseguenti complicazioni fisiche, familiari e a tutto ciò ne consegue una diminuzione della qualità della vita. [40] Per tali motivazioni è semplice comprendere come l'adolescente celiaco possa mostrare un rigetto della propria malattia ed una scarsa compliance alla dieta più che in altre fasi della vita.

Età adulta:
Da malattia rara e limitata alla prima infanzia, si è modificata in pochi anni in una condizione di frequente riscontro, con possibile manifestazione in qualsiasi età, inclusa quella geriatrica.
Attualmente è sempre più frequente imbattersi in alcune forme di celiachia ad esordio tardivo.
Quando la malattia si manifesta nell'adulto possono insorgere molteplici sintomi, difficili da ricollegare al morbo celiaco, in quanto associabili a più patologie, per questo motivo molto spesso i pazienti si rivolgono a più specialisti e affrontano ingannevoli strade terapeutiche e difficoltosi percorsi diagnostici senza arrivare al cardine del problema. Inoltre molti medici conoscono ancora troppo poco questa malattia, anche a causa della convinzione che si tratti di una patologia pediatrica, e quindi tardano a indirizzare i pazienti verso un esame del sangue specifico. [41]
Il campanello d'allarme per un'eventuale screening del morbo celiaco è la presenza di diarrea costante oltre le 3 settimane, generalmente notturna, meteorismo, dolori addominali, calo ponderale, soprattutto se associati a deficit vitaminici e di oligoelementi. Spesso è individuabile un evento particolarmente stressante che innesca il meccanismo scatenante individuabile ad esempio in una gravidanza, un lutto, un intervento chirurgico, ecc. Tali soggetti molto spesso necessitano di ricovero ospedaliero e attualmente circa un terzo dei soggetti celiaci adulti esordiscono in tal modo e in genere la risposta alla dieta priva di glutine avviene in tempi brevi ed in maniera efficace. Peraltro, i soggetti di oltre 50 anni con una risposta alla dieta non soddisfacente, classificabile come celiachia refrattaria alla terapia, devono essere accuratamente monitorati nel sospetto di complicanze e complessità del quadro clinico. [42]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Gestione ospedaliera della dieta aglutinata nel celiaco adulto

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Elisa Pacini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Infermieristica
  Relatore: Marina Sgreccia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 67

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Parole chiave

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infermiere
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glutine
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