La somatoparafrenia nei disturbi della consapevolezza corporea

L’interesse, da parte dei neuropsicologi, nei confronti della somatoparafrenia e, più in generale dei disordini associati alla consapevolezza del proprio corpo, ha portato alla formulazione, nel tempo, di diverse teorie riguardo l’eziologia della somatoparafrenia.
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Oltre all’emiplegia e alla negligenza spaziale unilaterale, una varietà di altri sintomi neuropsicologici possono essere associati alla somatoparafrenia, come una diminuzione della capacità attentiva, ritrovata in pazienti con deficit sensoriali e propriocettivi e rappresentazione del corpo disturbata. Altri ricercatori hanno invece ipotizzato un’interruzione dei processi relativi ad una rappresentazione del sé, che porta ad un’alienazione dell’arto e ad una conseguente confabulazione e altre manifestazioni bizzarre e deliranti tipiche della somatoparafrenia (Feinberg et al., 2010).
Un altro approccio sottolinea invece l’interazione di fattori neuropsicologici, motivazionali e psicodinamici (Feinberg, 2010, 2011, 2013).

Altri cognitivisti valutano un deficit di integrazione multisensoriale e di rappresentazione spaziale del corpo (Vallar e Ronchi, 2009) o una dissociazione tra la prima persona (soggettivamente sentita) e una terza persona (oggettivamente vista) riguardo la prospettiva del corpo (Fotopoulou et al., 2011).
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Al di fuori del campo della neuropsicologia e della neurologia, alcuni studiosi sostengono invece come non sia possibile spiegare la comparsa della somatoparafrenia solo in termini di deterioramento di senso di appartenenza di parti del corpo, in quanto bisognerebbe tener conto anche della fenomenologia di questo sintomo e della distinzione, che andrebbe fatta, tra il sentimento di appartenenza di una parte del corpo e sentimento di appartenenza di una specifica esperienza che si riferisce a quella parte del corpo (Lane e Liang, 2009).