Skip to content

Le chiese medievali di pellegrinaggio lungo il Cammino di Santiago de Compostela

Frómista: Chiesa di San Martín

Il sesto giorno si lascia la città di Burgos per giungere in quella di Frómista, dove si erge il tempio di San Marttn, ritenuto il vero modello dell’architettura romanica in Spagna. Questa chiesa fu costruita nella seconda metâ dell’XI secoloper volontà di Doña Mayor, Contessa di Castiglia e Regina di Navarra, vedova del re Sancho III el Mayor, come parte di un monastero benedettino, nel quale si trasferì dopo la vedovanza, fondato nel 1066 e oggi scomparso. La principale fonte documentaria per la cronologia dell’abbaziale q infatti datata 13 giugno 1066 e riguarda il testamento della stessa regina.

Nel 1118 il monastero di San Martín fu donato dalla regina Urraca al priorato cluniacense di San Zoilo di Carrión de los Condes, presumibilmente come premio per la lealtà dimostrata durante il conflitto che seguì alla morte di suo padre Alfonso VI. Col tempo i monaci lo abbandonarono, lasciandolo alla mercé dell’aristocrazia locale, ma nel 1276 due visitatori delegati da Cluny fecero rapporto al Capitolo Generale dell’Ordine sul pessimo stato in cui si trovava il complesso. Il risultato fu l’ammonizione del priore di Carrión per la sua negligenza, la nomina di un nuovo priore per San Marttn, l’invio di nuovi monaci e la riparazione delle parti danneggiate.

Negli anni il monastero cambiò molte volte gestione finché non scomparve lasciando in piedi solo la chiesa.
Nel 1894 la chiesa fu dichiarata “Monumento Nazionale”, per questo tra il XIX e il XX secolo cominciò una campagna di restauri che, nel cercare di riportarla al suo aspetto originale, modificó sensibilmente l’edificio: più precisamente vennero sostituiti ben undici capitelli con copie contrassegnate da una R e gli originali furono conservati in vari musei; venne eliminata la torre campanaria che svettava sopra il tiburio, così come la scala e la galleria che servivano per accedervi; vennero ritoccati specialmente i lati meridionale e occidentale, che risultavano i più soggetti ad aggiunte postromaniche e a crolli della muratura; si ricostruirono il portale sud e una delle torri cilindriche che era stata demolita.

Per quanto riguarda lo stile, è evidente il debito che questa chiesa ha con l’architettura bizantina medievale, che si q consolidata a partire dal IX secolo e che si fuse con la tradizione dei templi basilicali latini fino a configurare uno stile eclettico come in questo caso. La pianta ha una struttura basilicale, con tre navate longitudinali, la centrale più alta e larga il doppio delle laterali e una nel transetto, che non aggetta ai lati, ma la si nota solo dall’alto, in quanto della stessa altezza della navata centrale; le tre navate, come è solito nel romanico, terminano nella testata con tre absidi semicircolari, che si affacciano direttamente nel transetto, senza presbiterio, al modo bizantino; all’incrocio dei bracci si erge la cupola semisferica nascosta dal tiburio, esternamente a pianta ottagonale, internamente a pianta circolare, poggiante su quattro archi mediante quattro trombe angolari decorate con i simboli degli evangelisti; fiancheggiano la facciata a salienti due alte torri campanarie di struttura cilindrica, peculiarità poco frequente nelle chiese spagnole, talvolta di influenza carolingia e quindi probabilmente opera di maestri francesi e il blocco del portale è in leggero aggetto.

Queste torri hanno un aspetto fortificato, con in cima quattro strette monofore simili a feritoie. Sia il tiburio che le absidi sono scanditi esternamente da semicolonne addossate al muro, tagliate a metâ da piani d’imposta traforati a scacchiera, sui quali si aprono finestre a tutto sesto: quattro nel tiburio, tre nell’abside maggiore e due in ciascuna absidiola. La chiesa di San Martín di Frómista ha quattro porte senza decorazione: una nella facciata principale ad ovest, una nel lato nord e due nel lato sud, ognuna a tutto sesto, tranne quella del transetto sud che si presenta ogivale.

Internamente l’edificio q molto sobrio, con arcate a tutto sesto che reggono una volta a botte, divisa da quattro campate uguali, scandita da sottarchi poggianti su semicolonne che si addossano ai quattro lati di ciascun pilastro. Gli archi interni e tutti quelli che incorniciano le porte e le finestre poggiano su colonne dai capitelli riccamente decorati, frutto del lavoro di più scultori con tecniche diverse, uno dei quali è conosciuto col nome di Maestro de la Orestíada. Per quanto riguarda la decorazione dei capitelli, si possono individuare tre tematiche principali: la tematica vegetale e animale, con fiori e piante intrecciate di notevole bellezza e la frequente rappresentazione di leoni e uccelli; la tematica biblica, con episodi vetero e neotestamentari, come il Peccato originale, la Cacciata dal Paradiso terrestre e l’Adorazione dei Re Magi; la tematica moralizzante e simbolica, con scene iconograficamente confuse, come una zuffa tra soldati, la favola del corvo e la volpe, una donna gravida tra uomini e leoni, uomini che cavalcano leoni ecc.

I contatti che questi capitelli mostrano con la decorazione della cattedrale aragonese di Jaca hanno indotto a ipotizzare l’attivitâ di un unico artista, il Maestro di Jaca, che avrebbe lavorato in entrambi i cantieri e la cui presenza sarebbe ravvisabile anche nel San Isidoro di León. Esternamente tutte le cornici che corrono lungo la base dei tetti e quelle che sovrastano i portali poggiano su modiglioni e doccioni altrettanto particolari, con decorazioni geometriche, vegetali, zoomorfe, vi sono ad esempio uomini che interagiscono in ogni modo con i leoni. Per finire, un crismon adorna la porta d’accesso della torre nord.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le chiese medievali di pellegrinaggio lungo il Cammino di Santiago de Compostela

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Martina Garibaldi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Beni culturali
  Corso: Scienze dei beni culturali
  Relatore: Andrea Pala
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 88

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

chiesa
gotico
romanico
pellegrinaggio
cattedrale
spagna
itinerario
cammino
santiago de compostela
san giacomo

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi