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Pera nella memoria dei Genovesi: notizie e tradizioni (gli oggetti sacri pervenuti dopo la conquista di Costantinopoli)

Le traslazioni di oggetti sacri da Pera

Nel clima incerto che segue alla caduta di Costantinopoli e alla dedizione di Pera, e per oltre un trentennio, in più riprese un consistente numero di paramenti, oggetti sacri e reliquie viene sottratto dalla pietà dei nostri compatrioti del Levante alle possibili sacrileghe razzie ottomane mediante trasferimento nella madrepatria, in alcuni casi con tappa intermedia nell’isola di Chio. Non possediamo purtroppo evidenze documentali sulle date di partenza da Pera mentre sono invece ampiamente documentati gli arrivi a Genova - e a Chio - nell’arco temporale che va dal 1455, anno delle prime notizie, al 1487.

Quattro traslazioni hanno carattere strettamente privato, sono cioè attuate da singoli cittadini che dalla città di Pera, ormai sotto controllo turco, hanno ritenuto più opportuno tornare a Genova portando con sé anche oggetti sacri quale parte dei propri beni: la traslazione organizzata da alcuni burgenses di Pera nel 1461 - la più importante per il numero e la qualità degli arredi sacri nonché per il loro rilevante valore economico - assume invece il carattere di vera e propria evacuazione pubblica mentre una sesta traslazione - della quale si perdono le tracce a Chio - è infine organizzata da un’istituzione religiosa.

A loro tempo, tutti gli oggetti sono stati depositati presso istituzioni ecclesiastiche genovesi salvo quelli pertinenti alla traslazione dal monastero di S. Maria della Misericordia di Pera a Chio: di questi ultimi, mentre possediamo ampia documentazione sulla loro giacenza nell’isola, possiamo avanzare solo ipotesi circa un loro successivo - eventuale - invio a Genova, invio che potrebbe essere avvenuto in anni successivi al 1486 assieme ad altri arredi derivanti dallo smantellamento del monastero ma non avallato da alcuna documentazione a supporto.

Le vicende che andiamo ad esaminare non hanno avuto larga trattazione storiografica: sconosciute nel loro insieme, accennate in scritti specialistici soprattutto di storia dell’arte, solo di recente sono state oggetto di trattazioni più generali fra le quali ricordiamo di seguito le due principali.

La rassegna più completa è in Valeria Polonio (A Genova tra XIV e XV secolo: icone e reliquie d’Oltremare, in: Intorno al Sacro Volto. Genova, Bisanzio e il Mediterraneo (secoli XI-XIV), a cura di Anna Rosa Calderoni Masetti, Colette Dufour Bozzo, Gerhard Wolf, Genova 2007, pp. 123-134) mentre la traslazione del 1461 è stata trattata - con particolare attenzione all’ambito storico-artistico - da Paola Baghino (Tra erudizione e orgoglio municipale: la questione delle opere d’arte trasportate a Genova da Pera nel 1461, in: Le «Notizie dei Professori del Disegno in Liguria» di Federigo Alizeri: una esperienza informatica di analisi testuale, indicizzazione e consultazione interattiva, ricerca diretta da Marisa Dalai Emiliani, progetto concettuale e modello dei dati di Matteo Panzeri, volume a cura di Linda Kaiser, Genova 1995, pp. 87-94 e relativa Appendice documentaria informatica, pp. 95-151).

Come menzionato, accenni si trovano in numerose pubblicazioni specialistiche alle quali faremo riferimento nelle note. In questo secondo capitolo analizzeremo le sei traslazioni dal punto di vista storico, utilizzando le notizie che di esse sono rimaste nelle fonti genovesi in una ininterrotta tradizione che arriva sino ai giorni nostri.

Sarà posta particolare attenzione alle vicende della traslazione del 1461, rimasta misconosciuta nella sua complessità sino a fine ‘800, quando ha avuto inizio la pubblicazione di testimonianze sempre più abbondanti: lo studio che andiamo a presentare seguirà la scansione temporale delle fonti relative, mano a mano che dall’oblio del tempo sono venute alla luce contribuendo a comporre il quadro generale.

Nel capitolo successivo presenteremo invece qualche considerazione sulle diverse tipologie di oggetti sacri pervenuti da Pera, sulle reliquie più rappresentative e le testimonianze che di esse ancora oggi ci rimangono, con particolare attenzione alla fonte primaria, l’oggetto stesso cioè.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Pera nella memoria dei Genovesi: notizie e tradizioni (gli oggetti sacri pervenuti dopo la conquista di Costantinopoli)

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Informazioni tesi

  Autore: Almiro Ramberti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Scienze Umanistiche
  Corso: Scienze storiche
  Relatore: Sandra Origone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 84

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