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Le politiche energetiche europee e nazionali: quali strategie?

La politica energetica dell’Unione Europea per il 2020: 20/20/20

La Commissione Europea, nel gennaio 2007, prendendo spunto dai contributi che gli erano pervenuti durante il periodo di consultazione del Libro Verde del 2006 “Una strategia europea per un’energia sostenibile, competitiva e sicura” decise che la
politica energetica doveva basarsi su questi elementi:

* un obiettivo per l’Unione Europea, nei negoziati internazionali, di ridurre del 30% le emissioni di gas serra dal 2007 al 2020, rispetto ai livelli del 1990; inoltre le emissioni di gas serra a livello mondiale dal 2007 al 2050 dovevano essere ridotte del 50% rispetto al 1990 e ciò presupponeva delle riduzioni dal 60% all’80% nei paesi industrializzati nello stesso periodo;
* un impegno da parte dell’Unione Europea a conseguire una riduzione di almeno il 20% dei gas serra nel 2020 rispetto al valori del 1990.

A questa decisione segui la presentazione di un piano di intervento, che combinava le azioni intraprese per il rilancio della politica energetica comunitaria con le azioni adottate per contrastare i cambiamenti climatici. Piano d’intervento in cui la Commissione, per ridurre le emissioni di gas serra, si concentrò in modo particolare sull’efficienza energetica e sulle fonti energetiche rinnovabili.

Per quanto riguarda l’efficienza energetica decise di trarre un programma di misure da un piano di azione per l’efficienza energetica che aveva adottato il 19 ottobre 2006; piano che puntava:
* a incentivare l’impiego dei veicoli efficienti sotto il profilo dei consumi;
* a fare un uso migliore dei trasporti pubblici;
* a garantire che i consumatori sostenessero i costi reali dei trasporti;
* a introdurre norme più rigorose e una migliore etichettatura delle apparecchiature;
* a migliorare rapidamente il rendimento energetico degli edifici esistenti nell’Unione Europea e a far si che la costruzione di nuovi edifici le “case a bassissimo consumo energetico” diventassero la norma;
* a garantire un uso coerente delle politica fiscale per favorire un uso più efficiente dell’energia;
* a migliorare l’efficienza della produzione,del trasporto e della distribuzione di calore e elettricità;
* a concludere un nuovo accordo internazionale sull’efficienza energetica al fine di incoraggiare l’impegno comune.

Tutte misure che avrebbero permesso all’Unione Europea di imboccare la strada giusta per conseguire l’obiettivo, che si era già posto, per il 2020 di riduzione del consumo globale di energia primaria del 20%.
Invece, per le fonti di energia rinnovabili, sempre nell’ambito del piano di intervento, la Commissione stabili che entro il 2020 la loro quota nel mix complessivo dell’Unione Europea doveva essere del 20%; obiettivo che per essere raggiunto richiedeva un grande impegno da parte di tutti gli Stati Membri in base alla loro situazioni e punti di partenza. Inoltre nel quadro delle fonti energetiche rinnovabili stabili anche un obiettivo minimo vincolante per i biocarburanti che dovevano arrivare a rappresentare dal 2007 al 2020 il 10% dei carburanti destinati ai veicoli. A questo piano di intervento segui la decisione del Consiglio Europeo che definì una politica energetica dell’Unione Europea incentrata su questi tre obiettivi principali:

* riduzione delle emissioni di gas serra nel 2020 rispetto ai livelli del 1990 del 20%;
* 20% di consumi energetici finali da energie rinnovabili nel 2020;
* risparmio del 20% dei consumi di energia entro il 2020 rispetto allo scenario baseline.

Cosi fu definito il “Pacchetto Clima-Energia” o “Pacchetto 20-20-20”.

Per quanto riguarda l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra, nel Pacchetto Clima-Energia fissato al 20%, la Commissione decise di puntare al 30% a condizione che altri paesi sviluppati si impegnassero ad analoghe riduzioni delle emissioni e che i paesi in via di sviluppo economicamente più avanzati si impegnassero a contribuite adeguatamente sulla base delle loro responsabilità e capacità rispettive. Da sottolineare che le proposte della politica energetica dei tre venti per cento furono basate su questi cinque principi:
* la realizzazione degli obiettivi, considerati un elemento essenziale per rafforzare le intenzioni e la credibilità dell’Unione Europea nel contesto internazionale;
* l’equità degli sforzi richiesti ai diversi Stati Membri, tenendo conto della loro capacità finanziaria per implementare gli investimenti,delle condizioni di partenza e del contesto economico di riferimento;
* la riduzione dei costi da perseguire tenendo conto dei costi del cambiamento e delle ripercussioni sulla competitività dell’industria europea nel contesto globale;
* la prospettiva evolutiva che faceva riferimento in modo particolare alla necessità di promuovere e consolidare nuove tecnologie, dato che l’obiettivo che era stato fissato per il 2020 era solo una tappa intermedia che avrebbe condotto al dimezzamento dei gas serra entro il 2050;
* promuovere un ruolo internazionale dell’Unione Europea per favorire un più ampio accordo sul taglio delle emissioni di gas serra.

Oltre agli obiettivi dei tre venti per cento, il Pacchetto comprendeva anche queste importanti proposte politiche rigorosamente collegate tra di loro:
* una proposta per la modifica della direttiva sul sistema comunitario di scambio delle quote di emissione;
* una proposta sulla ripartizione degli sforzi che dovevano essere intrapresi per adempiere all’impegno comunitario di riduzione unilaterale delle emissioni di gas serra nei settori come i trasporti, l’edilizia, i servizi, i piccoli impianti industriali, l’agricoltura e i rifiuti, che non rientravano nel sistema comunitario di scambio delle quote di emissioni;
* una proposta di direttiva che riguardava la promozione dell’energia rinnovabile per poter conseguire entrambi gli obiettivi di riduzione dei gas serra poc’anzi citati;
* una proposta riguardo alla disciplina giuridica della cattura e dello stoccaggio del carbonio;
* una comunicazione che riguardava le attività di dimostrazione in materia di cattura e stoccaggio del carbonio;
* una nuova disciplina comunitaria degli aiuti di Stato per la tutela dell’ambiente.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le politiche energetiche europee e nazionali: quali strategie?

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Informazioni tesi

  Autore: Romina Giovannoli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Commercio
  Relatore: Angelo Cichelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 178

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