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Eco Street Art, la pubblicità a servizio dell'ambiente

Urban Art

Eccoci dunque all'ultima tecnica della Street Art presa in esame nella nostra ricerca.
“[…] La Street Art è per molti versi un atto di riappropriazione della città, una pratica libertaria che tende costantemente allo sconfinamento e alla propria ridefinizione semantica. Le modalità espressive incontrate finora sono certo quelle più utilizzate dagli street artists, tuttavia non esauriscono un quadro più complesso e dai confini incerti. Correndo il rischio di banalizzare, riassumeremo tutto ciò che si discosta dalle categorie sopracitate col termine di Urban Art. Il concetto di installazione urbana, che pure contraddistingue la quasi totalità di questo “altro”, è tuttavia in parte limitante, perché esclude le azioni performative, presenti anch'esse nel mare magnum della Street Art.[…]” (Dogheria, 2015)

Non avendo definizioni esatte e precise inerenti all'urban art non ci rimane che riportare qualche suo esempio esplicativo.
Una prima dimostrazione di urban art possono essere le laser tags, chiamate anche dagli esperti del campo 3d architectural mapping, ovvero delle immagini luminose, immateriali e temporanee, realizzate partendo da immagini reali e, tramite un software e un apposito proiettore laser, ingigantite su enormi edifici, compresi ponti e grattacieli.
Questa tecnica appartiene ancora alla bidimensionalità ma nonostante ciò risulta ad oggi, a mio parere, una delle forme di comunicazione più spettacolari di sempre. Per citare un esempio famoso e degno di nota in ambito pubblicitario, l'iniziativa della Nokia nell'illuminare un intero proiettandoci sopra grafiche per il lancio del Nokia Lumia ha di certo lasciato letteralmente a “bocca aperta” tutti i presenti.
Queste simulazioni virtuali, nascendo addirittura da tecnologie militari, spesso e volentieri abbracciano la musica, o per meglio dire si sincronizzano alla perfezione con essa, per accrescere emozione, suspense ed effetto sorpresa.
Come sostiene il sito - www.architetturaecosostenibile.it - “il 3d architectural mapping rappresenta la nuova frontiera di arte pubblica digitale destinata alla massa. In connubio con il light design, video art, animazione 3d, sound design e teatro, rappresenta, per aziende desiderose di nuovi clienti inconsapevoli e impressionabili, una grandissima forma di pubblicità. Per tale motivo, i grandi marchi internazionali – con budget da capogiro– hanno utilizzato tali tecniche per il lancio di prodotti o nuovi sedi (H&M e Samsung ad Amsterdam, HP ePrint & TRON, Ralph Lauren a Londra, BMW a Singapore, Sensodyne a Istanbul…).“

Rimanendo nell'illusione della tridimensionalità , spesso i murales prima descritti appartengono di fatto al 2D, grafiche che seppur d'impatto prendono vita su muri, pareti, superfici quindi piatte. L'urban art, spesso e volentieri invece rientra nel 3D o, per meglio dire, oltre ad innesti fisici di oggetti,figure umane scolpite o quant'altro, da qualche anno artisti dotati di competenze tecniche fuori dalla norma trasformano figure 2D in immagini e scenari del tutto interpretabili come tridimensionali, lasciando spesso e volentieri osservatori e visitatori allibiti, in pieno visibilio.

Avvalendoci ancora una volta di Dogheria:”Si chiama iperrealismo, a tutti gli effetti una delle caratteristiche più salienti dell'Urban Art e, in generale, di molta Street Art. Esso agisce con l'artificio sull'idea di spettacolare, di meraviglioso e d'inaspettato, specialmente quando si coniuga col gigantismo della pittura murale. Tuttavia, sebbene più ricercato e nascosto, anche nel formato minimo può lasciare esterrefatto lo spettatore occasionale.”

Nello specifico questa arte si definisce 3D Pavimenti Art e, nel gergo, tale tecnica è detta anamorfismo, per la quale gli esponenti principali, i suoi maestri, sono Edgar Müller, Eduardo Relero, Julian Beever, Manfred Stader e Kurt Wenner

Questa tecnica appena nata, grazie alla sua spettacolarità ed all'attrazione istintiva che richiama nelle folle di passanti, è già entrata a far parte nelle campagne pubblicitarie di alcuni brand quali Levis, Smart, Reebook ed altri ancora. La speranza per un futuro non troppo remoto, è che questa forma d'arte possa interessare anche marchi meno potenti, con meno disponibilità economiche, per divulgare bellezza fruibile agli occhi della gente.
La posizione di fanalino di coda la Urban Art se la aggiudica non per una sua ipotetica e relativa importanza bensì in quanto tale forma d'espressione artistica è di fatto l'ultima arrivata, la meno conosciuta ma allo stesso tempo, parere prettamente personale, una di quelle forme di Street Art che mostra le maggiori potenzialità, specialmente se trattata nel rapporto con la comunicazione pubblicitaria.

Oltre a laser tag ed immagini 3D realizzate da artisti ancora non troppo famosi nella Street Art (unicamente per una questione di tempo, non di certo per la mancanza d'appeal), un terzo esempio di urban Street riconoscibile invece stavolta a livello globale, ricollegabile quindi all'impronta di un unico artista, è l'applicazione di “mosaici” di varie dimensioni raffiguranti figure aliene. L'artista in questione ha origini francesi ed il suo nome coincide con la sua fonte d'ispirazione: un videogames con tecnologia a 8 bit degli anni Ottanta sugli alieni, conosciuto al nome di Space Invaders. “[…] I suoi mosaici – le cui tessere simulano i pixel del videogame – vengono posizionati solitamente ad alcuni metri da terra in strade di grande passaggio, per ottenere la massima visibilità. Ogni opera viene fotografata ed inserita in un'apposita mappa interattiva presente sul sito dell'artista, che registra una ad una tali “invasioni”. Recentemente Invader ha realizzato opere in grado di fungere da QR code intellegibili dagli smartphones. Nonostante gli arresti per le sue opere pubbliche, quasi sempre illegali, Invader ha collaborato negli anni anche con varie istituzioni internazionali; tra queste, l'Europan Space Agency, grazie ala quale nel giugno 2014 è riuscito a portare le sue creature aliene a bordo della stazione spaziale internazionale (ISS), per mano dell'astronauta italiana Samantha Cristoforetti. […]” (Dogheria, 2015)

Questo brano è tratto dalla tesi:

Eco Street Art, la pubblicità a servizio dell'ambiente

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Informazioni tesi

  Autore: Alex Marchi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
  Facoltà: Comunicazione ed Economia
  Corso: Pubblicità, Editoria e Creatività d'Impresa
  Relatore: Maurizio Mercurio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 99

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