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Analisi della Brexit: possibili scenari futuri

Brexit

Il 23 giugno 2016 il popolo del Regno Unito ha espresso, mediante referendum consultivo non vincolante, la volontà di uscire dall’Unione Europea. Il fenomeno è stato soprannominato dalla stampa “Brexit”, termine derivante da British Euro Area Exit. Da un’articolo dell’European journal of international law, risalente a circa un anno prima del voto, leggiamo: “Non mi viene in mente nessuno scenario di lieto fine di questa saga: come la malaria, si tratta di un malessere iniziato con l’adesione britannica del 1973. Di tanto in tanto erutta, anche se l’eruzione corrente è potenzialmente di proporzioni fatali.

”Tale referendum è stato indetto dall’ormai ex primo ministro David Cameron a seguito di un impegno preso durante la campagna elettorale nel gennaio 2015: egli si impegnava a indire un referendum sulla permanenza del Regno nell’Unione Europea in caso di vittoria elettorale. Tale scelta da parte del primo ministro conservatore fu dovuta sia a causa di un sentimento sempre più euroscettico da parte del popolo del Regno, sia per tensioni all’interno del partito, in quanto sempre più membri spingevano per un’uscita dall’Unione Europea.

Nel referendum i votanti potevano scegliere tra Remain e Leave, con riferimento alla permanenza o meno dello Stato nell’Unione. Con un’affluenza del 72,2%, il Leave ha prevalso sul Remain con il 51,9% dei consensi (poco più di un milione di voti di differenza). Molto particolari sono i dati emersi subito dopo lo spoglio: dall’analisi di questi si evince come in Scozia e Irlanda del Nord il popolo si è schierato largamente a favore del Remain, mentre i consensi per il Leave sono stati ottenuti soprattutto in Galles e in Inghilterra, con quest’ultima che ha giocato un ruolo fondamentale ai fini dell’esito del referendum.

Il voto per il Leave è stato chiamato dai giornali “voto di protesta”, contro gli immigrati, contro le politiche comunitarie. In realtà la maggior parte dei voti ottenuti per il Leave è provenuta da zone a basso tasso di immigrazione, mentre a Londra, dove la percentuale di immigrati è altissima, i votanti hanno spinto per il Remain. A votare per il Leave sono stati soprattutto gli anziani, mentre una buona fetta di giovani non hanno partecipato al voto in quanto in quel periodo molti studenti erano via dal Regno Unito. Nelle ore seguenti allo spoglio è emerso un particolare riguardante le ricerche su Google effettuate dai cittadini del Regno in quelle ore. In sintesi, come reso noto da molti giornali internazionali, le prime cinque domande cercate su Google erano: “Cosa significa lasciare l’Unione Europea?”, “Che cos’è l’Unione Europea?”, “Quali nazioni sono nell’Unione Europea?”, “Cosa succede ora che siamo usciti dall’Unione Europea?” e “Quanti Paesi sono nell’Unione Europea?”.

I primi commenti di giornali e televisioni internazionali sono stati molto critici. Oltre oceano, in un articolo del Washington Post si parlava di come i britannici stessero cercando disperatamente su Google cosa fosse l’Unione Europea, poche ore dopo averla lasciata. Tale situazione costituisce un paradosso in quanto i cittadini avrebbero dovuto informarsi prima di votare, e non agire senza conoscere le conseguenze del loro voto. Tuttavia, i dati espressi da Google riguardanti le ricerche in rete dei britannici, possono essere letti in un’altra ottica: semplicemente i cittadini volevano informarsi sul tema di cui si parlava ovunque in quelle ore, sulle possibili conseguenze.

Quindi dire che i cittadini del Regno Unito non sapessero cosa fosse l’Unione Europea, potrebbe essere una grande forzatura. Detto ciò, bisogna sottolineare come negli anni in Regno Unito la disinformazione è stata determinante. La campagna elettorale del Leave è stata influenzata da alcune menzogne riguardanti l’Unione Europea; tra queste si affermava che l’Unione costasse al Regno Unito 350 milioni di sterline a settimana, oppure che la Turchia stesse per entrare a far parte dell’Unione Europea. A unirsi al fronte dei Leave poche settimane prima del voto, è stato il candidato alla Casa Bianca Donald Trump, sbarcato in Regno Unito per spingere i cittadini a “riprendere il controllo”.

Come succede spesso, bugie e appelli alle emozioni hanno avuto la meglio sul pensiero di economisti e studiosi neutrali: anche nel caso della Brexit la disinformazione e la politica del terrore ha avuto la meglio.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Analisi della Brexit: possibili scenari futuri

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Informazioni tesi

  Autore: Pierluca Carroccia
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Economia
  Corso: Finanza
  Relatore: Bernardino Quattrociocchi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 78

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