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I Mesi del Buonconsiglio

Bernardo Clesio e il Fogolino

Bernardo Clesio, anche detto Il Cles (1485 ̶ 1539), colto uomo di legge e diplomatico, ottiene la porpora cardinalizia nel 1530. Consigliere di Carlo V, è ricordato per lo straordinario ampliamento della diocesi da lui amministrata e per la decisa avversione alla Riforma protestante. Il suo ruolo sarà infatti centrale nella preparazione di Trento al Concilio.

Alacrissimo in città dove subito incrementa i commerci e dà il via a numerosissimi progetti urbanistici, si adopera immediatamente per la ristrutturazione e la decorazione del Buonconsiglio, e negli anni trenta convoca a palazzo il pittore vicentino Marcello Fogolino, il bresciano Girolamo da Romano detto il Romanino e Giovanni Francesco Luteri, detto Dosso Dossi, trentino ma attivo nello Stato di Mirandola, assieme al fratello Battista.

Questo restauro è per noi molto importante perché dopo di esso il Castello si presenta nelle vesti in cui, piccole modifiche a parte, lo possiamo ammirare tutt'oggi. Inoltre, testimonianza dell'immediata fortuna, è proprio Bernardo Cles a voler restaurare il ciclo dei Mesi con l'intento di salvaguardarlo per i posteri. Il lavoro è affidato a Marcello Fogolino, che interviene apportando diverse modifiche alla sala e alle pitture. È giunta fino a noi una lettera spedita dal Clesio da Praga, del 23 maggio 1534, in cui fa menzione di interventi a dipinti deteriorati. Contiene dettagliate istruzioni per i lavori al Castello trentino: «Circa le cose che restano ne la tor de l'aquila, desiderassemo che le se expedisseno insieme col resto, pur (le lassareti sino al fine excetto quello andito suo, el qual di presente fareti fenir del tutto) principalmente attendereti al resto, che importa più. Le picture vi havemo scritto più volte che non volemo che le si differiscano in conto alchuno, et in tutti quelli lochi ove per la humilitade o per altro rispetto le figure caschano: vedereti di farli fare qualche compositione che non si habbia da venire a questi termini più volte. Et bisognando, agiongeti a m. Marcello più lavoranti, secondo che vi havemo scritto. Praga, 23 maggio 1534».

Una testimonianza letteraria ci giunge invece dal già citato Pietro Andrea Mattioli, umanista senese nato nel 1501 che dopo il Sacco di Roma decide di trasferirsi in Val di Non. Il Cles lo invita a palazzo in veste di medico e consigliere. In un poemetto del 1539, Il Magno Palazzo del Cardinale di Trento, pubblicato a Venezia dal Marcolini, elogia il Magno Palazzo, descrivendo approfonditamente anche la Torre con le sue pitture. Mattioli ci dice anche che in epoca clesiana le sale di Torre Aquila servono ad alloggiare il seguito degli illustri ospiti del Cardinale.

Il Fogolino, al Castello anche in veste di “confidente” della Repubblica di Venezia, modifica radicalmente l'aspetto della sala che ospita il ciclo dei Mesi, intervenendo su molti dei dettagli degli affreschi e disseminando di stemmi del cardinale le travi del soffitto e gli intervalli tra i travicelli. Il soffitto viene costellato di imprese del Cardinale: il motto “UNITAS” e il fascio con le sette verghe alludono alla concordia dei sette fratelli Cles. Viene completamente rimaneggiata la decorazione del basamento a fascioni bianchi e rossi alternati, a cui viene sovrapposto un motivo damascato. Questo cancella l'originario fregio che racchiudeva delle teste in medaglioni posti sotto ogni mese.

Per quanto riguarda gli affreschi riprende pesantemente il blu del cielo, le iscrizioni con i nomi dei mesi e delle costellazioni relative, probabilmente sostituisce con stucco dipinto le originarie immagini del sole che troviamo in alto in ogni mese. Il pittore di Giorgio di Liechtenstein aveva eseguito l'opera a buon fresco, ma aveva utilizzato anche la tempera, specialmente per i ritocchi finali. Questi sono con buona probabilità quasi scomparsi quando Fogolino vi interviene, e sono quindi i primi ad essere sostituiti. Le parti che oggi appaiono maggiormente ritoccate sono infatti gli abiti, gli attrezzi e molti dettagli della vegetazione. Il più ritoccato è probabilmente il mese di Aprile, dove troviamo personaggi interamente ridipinti. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

I Mesi del Buonconsiglio

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Informazioni tesi

  Autore: Anna Schergna
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo
  Relatore: Fabrizio Lollini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 72

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