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I criteri di notiziabilità: il caso di Maricica Hahaianu

Oggetto di studio: il caso di Maricica Hahaianu

Si è scelto come tema il caso di Maricica Hahaianu, l’infermiera rumena che ha perso la vita a seguito di una lite con un giovane italiano, proprio per il ruolo fondamentale che l’immagine ha avuto nella costruzione di questa notizia e per la presenza di molteplici interpretazioni scaturite dall’esistenza di un unico video.

Il continuo ripetersi d’immagini drammatiche che mostrano l’accaduto ha trasformato questo caso in un caso mediatico. Più precisamente il video dell’aggressione che ne ha caratterizzato la sua rilevanza e pertinenza. Il video in questione utilizza le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza dell’Atac S.p.A., azienda per la mobilità, posizionate nella stazione di Anagnina della metropolitana di Roma, acquisite e poi diffuse dai Carabinieri.

Il filmato diffuso dai Carabinieri (senza audio), di per sé non ci racconta nulla di più dell’evidente: si vedono due ragazzi, poi lui dà un pugno a lei, lei cade a terra e lui se ne va. Si tratta dell’unico video “originale”, ma la sua possibilità di manipolazione, di montaggio e quindi di narrazione funzionale ha scatenato la creazione di diverse interpretazioni e mediazioni. Infatti, se il filmato non fosse stato interpretato, contestualizzato, raccontato, non avremmo saputo nulla. Non avremmo capito il significato di quelle immagini. Chi? Cosa? Quando? Dove? Perché? Le immagini quindi di per sé ci dicono poco ma contestualizzate attraverso la mediazione giornalistica ci offrono un ampio ventaglio di prospettive sul caso.

La comprensione di quest’evento necessita una mediazione, un’interpretazione. Infatti, come si noterà in seguito, c’è proprio una mediazione tra la ripresa delle telecamere di sorveglianza e l’intervento del giornalista teso a rendere le sequenze video più appetibili al pubblico. Nel momento in cui i telegiornali hanno a disposizione delle immagini digitali, possono montarle e dare un nuovo significato, una nuova costruzione di senso. Le immagini vengono trattate come originali, inedite, autentiche, immediate, ma d’immediato c’è ben poco.

Il fatto
L’8 ottobre 2010 Maricica Hahaianu, viene aggredita nella stazione della metropolitana Anagnina a Roma da un ventenne e a una settimana esatta dall’aggressione muore per trauma cranico. Maricica è una donna romena di trentadue anni che lavora come infermiera professionale presso la casa di cura di Villa Fulvia. Il suo aggressore è Alessio Burtone, un ragazzo romano di vent’anni che lavora saltuariamente.

Il ragazzo e la donna si trovavano in fila alla biglietteria, quando tra i due nasce un diverbio. Poco dopo quando la discussione sembrava finita, la lite si riaccende nel momento in cui i due si allontanano dallo sportello e camminano. Alessio colpisce con un pugno violento il volto della donna che cade all’indietro sbattendo la testa sul pavimento. La donna soccorsa e trasportata d’urgenza al policlinico Casilino viene operata per gravi lesioni riportate al cranio.

Domenica 10 ottobre 2010 i carabinieri della Stazione di Roma, dopo aver raccolto le testimonianze dei presenti, rintracciano e arrestano l’aggressore, obbligandolo agli arresti domiciliari. A carico del ragazzo esistono già dei precedenti di denunce per reati di lesioni gravi volontarie.
Martedì 12 ottobre 2010 alla donna viene sospeso il coma farmacologico ma le sue condizioni restano gravi e la prognosi riservata.

Venerdì 15 ottobre 2010 Maricica muore. Dopo sei ore di assenza di attività celebrale è stato ufficializzato il decesso. La famiglia di Maricica chiede anche che vengano accertate eventuali responsabilità dei medici.
Lunedì 18 ottobre 2010 viene eseguita l’autopsia sul corpo di Maricica per stabilire le cause della morte e rintracciare il motivo del peggioramento delle condizioni della donna fino a causarne il decesso.

Questo brano è tratto dalla tesi:

I criteri di notiziabilità: il caso di Maricica Hahaianu

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Informazioni tesi

  Autore: Elena Meloni
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Bergamo
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Comunicazione, Informazione ed Editoria
  Relatore: Antonio Nizzoli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 135

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