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Zygmunt Bauman: dall'umanità liquida alla liquidazione dell'umanità

La Generazione X

Secondo un recente rapporto della Joseph Rowntree Foundation, “il numero dei giovani alle prese con la depressione è raddoppiato in 12 anni, visto che centinaia di migliaia di essi si ritrovano esclusi dall’innalzamento del livello di istruzione e di benessere. Nel 1981, quando è stato chiesto ad alcuni giovani nati nel 1958 di completare un questionario sul loro stato mentale, è emerso che il 7 per cento aveva una tendenza alla depressione non clinica. Per la classe del 1970, intervistata nel 1996, la cifra corrispondente è stata il 14 per cento. L’analisi di queste risultanze indica che quell’aumento era legato al fatto che il gruppo più giovane era cresciuto più esposto alla disoccupazione. I detentori di un titolo di studi pari alla laurea avevano il 30 per cento in meno di probabilità di essere depressi” .
La depressione è un disturbo mentale assai spiacevole, tormentoso, invalidante, ma, come indicano questo rapporto e numerosi altri, non è l’unico sintomo del malessere che pervade la nuova generazione nata nel mondo attuale, il mondo liquido-moderno, mentre, quanto pare, non, affliggeva la generazione precedente.
La cosiddetta “Generazione X”, cioè i giovani di ambo i sessi nati negli anni settanta nei paesi “sviluppati”, conosce disturbi di cui le precedenti erano inconsapevoli. Questa generazione ha i suoi motivi per sentirsi agitata, turbata, e spesso danneggiata. Una delle diagnosi più largamente disponibili è la disoccupazione, in particolare le scarse prospettive di im-piego per chi finisce gli studi ed entra per la prima volta in un mercato che cerca di aumentare i profitti tagliando i costi della manodopera e smantellando gli assets, anziché attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro e la costruzione di nuovi assets.
Uno dei consigli più comunemente dispensati ai giovani, è di essere flessibili e non particolarmente schizzinosi, di non aspettarsi troppo dal loro lavoro, di prendere i lavori come vengono senza fare troppe domande e di viverli come un’occasione di cui approfittare nell’immediato finché dura, piuttosto che come capitolo introduttivo a un “progetto di vita”, qualcosa che ha a che vedere con l’autostima e la definizione di sé, o una garanzia di sicurezza nel lungo periodo.
Il mondo umano, secondo l’espressione di Siegfried Kracauer , è saturo di Sollen (dover essere), cioè di quelle idee che “vogliono diventare esse stesse realtà: che hanno un impulso connaturato a realizzarsi”.
Tali idee “assumono un significato sociologico non appena cominciano ad avere un effetto sul mondo sociale” : per ottenere questo effetto, esse lottano aspramente, sebbene con esiti mutevoli. La storia moderna è emersa dai periodi precedenti della vicenda umana esponendo i suoi “do-ver essere”, rendendoli espliciti e decidendo di “vivere per realizzarli” . La modernità, per dirla ancora con Kracauer, ha condotto una “duplice esistenza orientandosi verso l’OLTRE in cui tutto ciò che era nel QUI avrebbe trovato il proprio senso e la propria conclusione”.
Di questi “dover essere” non v’è mai stata penuria: la storia moderna è stata una fabbrica prolifica di modelli di “buona società”. Tutti i “dover essere”, concordavano che il banco di prova di una “buona società” era costituito dalla disponibilità di posti di lavoro per tutti e di un ruolo produttivo per ciascuno. La storia moderna nel suo svolgersi ha combattuto molti mali, ma si riteneva che la battaglia decisiva fosse quella contro la penuria di posti di lavoro e l’insufficiente disponibilità di ruoli produttivi o della volontà di occuparli. L’idea di “esubero” nella “Generazione X” suggeri-sce un’idea di permanenza e allude alla normalità di questa condizione. Denota cioè una condizione senza offrire un concetto opposto pronto all’uso. Suggerisce una forma nuova della normalità attuale e la forma delle cose che sono imminenti e destinate a restare come sono. Essere “in esubero” significa essere in soprannumero, non necessari, inutili, indipendentemente dai bisogni e dagli usi che fissano lo standard di ciò che è utile e indispensabile. Gli altri non hanno bisogno di te, possono stare senza di te e cavarsela altrettanto bene, anzi meglio. Non v’è motivo evi-dente che tu ci sia e nessuna giustificazione ovvia alla tua rivendicazione del diritto di esserci. Venire dichiarato “in esubero” significa essere stato eliminato per il fatto stesso di essere eliminabile.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Zygmunt Bauman: dall'umanità liquida alla liquidazione dell'umanità

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Informazioni tesi

  Autore: Alessia Sbrizzi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Guido Zingari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 95

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