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L'infermiere militare in prima linea nelle missioni del nuovo millennio. Soccorso immediato ed assistenza specialistica ad un paziente con paraplegia post traumatica.

Il peacekeeping e l'infermiere militare

L'impegno italiano, nelle missioni di pace nel mondo, ebbe inizio negli anni '60 del 900 con la partecipazione militare a numerose missioni dell'ONU. Nel 63 in Congo e negli anni '80 in Libano, per rispettare il suo impegno nella ricostruzione e nel consolidamento della pace, l'Italia dovette pagare un alto tributo di vite umane. Si tratta del "peacekeeping" definito dall'ONU come "un modo per aiutare i paesi tormentati da conflitti a creare condizioni di pace sostenibile".

A livello europeo, la competenza dell'Unione europea alla costituzione e alla gestione di missioni di peacekeeping è stata prevista per la prima volta, in modo espresso, dal trattato di Amsterdam del 1997. Spesso l'attività implica l'utilizzo di forze armate internazionali (come ad esempio, nel caso delle Nazioni Unite, i celebri caschi blu), che devono agire in maniera terza ed imparziale nel conflitto ed essere presenti soltanto col consenso dei Paesi coinvolti nella guerra.

Tali truppe hanno il fine di sorvegliare ed osservare i processi di pace nelle aree post-conflittuali ed assistono gli ex-combattenti nel dare pratica applicazione agli accordi di pace che essi hanno sottoscritto. Tale assistenza si estrinseca in diverse forme: misure per creare fiducia, sostegno ad operazioni elettorali, consolidamento dell'ordinamento giuridico (specie sotto il profilo della cosiddetta effettività, ovvero dell'applicazione concreta delle norme e/o delle sentenze), sviluppo sociale ed economico. I vari ambiti di intervento dei peacekeepers, detti anche operatori di pace, sono:
I. Prevenzione dei conflitti (“conflict prevention”);
II. Edificazione della pace (“peace making”);
III. Mantenimento della pace (“peacekeeping”);
IV. Assistenza umanitaria (“humanitarian aid”);
V. Consolidamento della pace (“peace building”).

Nell'ambito di queste missioni, il team sanitario attivo è costituito da due medici e tre infermieri militari per infermeria che lavorano in sale operatorie h24. È presente una farmacia fornita di medicazioni avanzate non reperibili in ambito civile e di materiali idonei alle condizioni di emergenza: cateteri venosi e vescicali di tutti i tipi, disinfettanti, kit per accessi venosi periferici o centrali, per la sutura e il tamponamento in emergenza-urgenza, kit per il trasporto dei traumatizzati e dei politraumatizzati e una serie di monitor multi parametrici innovativi.

L'infermiere dovrà, inoltre, interagire con la realtà locale, comprendendone le esigenze specifiche, assolutamente necessarie, per il supporto e la cura dei civili rimasti coinvolti negli scontri bellici.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'infermiere militare in prima linea nelle missioni del nuovo millennio. Soccorso immediato ed assistenza specialistica ad un paziente con paraplegia post traumatica.

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Informazioni tesi

  Autore: Daiane Messina
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Messina
  Facoltà: Scienze Infermieristiche
  Corso: Infermieristica
  Relatore: Felice Esposito
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 73

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Parole chiave

paraplegia
infermiere militare
neurochirurgia
infermiere di guerra

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