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Le priorità del digitale e la svolta 3.0 del comune di Pesaro

Dal documento cartaceo al documento digitale

Secondo la definizione fornita dal CNIPA (oggi AgID) il documento è un oggetto prodotto da migliaia di anni per dare certezza nelle relazioni sociali, all'interno dei vari sistemi giuridici e in tutti i contesti di convivenza civile (Introduzione, p.7). I documenti e i dati pubblici hanno un fine ben preciso che è l'interesse pubblico e proprio per questo devono poter essere consultati liberamente dai cittadini in ottemperanza al principio di trasparenza.

Per anni si è parlato del cosiddetto segreto d'ufficio, previsto nel modello di burocrazia ideale di Weber (Bonazzi 2008), che funge da garanzia di autorevolezza ed efficacia delle decisioni prese. In questo senso la novità sta nel fatto che oggi i confini tra sfera pubblica e sfera privata si sono fatti sempre più fini: mentre prima tutto ciò che faceva parte della pubblica amministrazione doveva circolare solo nel settore pubblico stesso, ora le organizzazioni non solo sono tenute a rendere noto ciò che accade al loro interno (l'accountability), ma hanno anche il compito di rendere partecipe il cittadino per ciò che riguarda le scelte effettuate e i provvedimenti in atto, proprio perché la comunicazione viaggia secondo un logica paritaria e un meccanismo bidirezionale, come già enunciato nel Capitolo 1. Grazie all'avvento di Internet, poi, il numero dei documenti riservati e ristretti alla sfera privata è andato sempre più diminuendo e si è allargata la possibilità di accesso alle informazioni da parte di un pubblico che ne ha interesse e diritti.

Il problema di oggi è che si è prodotto materiale cartaceo in sovrabbondanza e senza controllo, tanto da risultare difficile da gestire e far circolare; pensiamo poi al problema della conservazione che comporta la predisposizione di appositi spazi, la salvaguardia dell'integrità dei documenti e la difficile reperibilità delle informazioni (Cavaleri e Venturini 2004).

Con la gestione informatica si è cercato di rimediare a queste problematiche: il passaggio al digitale permette di semplificare i processi, garantisce la trasparenza e l'assunzione di responsabilità e prevede l'uso di strumenti tecnologici per comunicare con i cittadini.

Mentre il termine “documento” indica sia il supporto che il contenuto, quando si parla di “documento informatico” il supporto fisico diventa irrilevante in quanto esso può essere trasferito liberamente senza la perdita di informazioni in esso contenute. Un foglio di carta, infatti, può essere smarrito oppure può subire l'effetto di fonti esterne che ne causano il danneggiamento o la perdita completa di informazioni, mentre il documento informatico è continuamente riproducibile; è anche vero che dietro questo beneficio si cela il problema della sicurezza, in quanto la replicabilità implica l'impossibilità di contraddistinguere un documento originale da una copia. Infatti, se un documento cartaceo produce effetti giuridici in quanto contraddistinto da particolari accorgimenti tecnici come timbri, punzoni, assenza di abrasioni, ecc., lo stesso non avviene per il documento informatico la cui validità non è equiparata a quella attribuita dal codice civile ad una scrittura privata (Battistella, Zimuel 2010). Si è fatto ricorso, quindi, a tecniche e metodologie di validazione che si sono concretizzate nella firma digitale e nel contrassegno elettronico, di cui parleremo meglio nel prossimo paragrafo. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le priorità del digitale e la svolta 3.0 del comune di Pesaro

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Informazioni tesi

  Autore: Luisa Graziaplena
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Urbino
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Comunicazione e pubblicità per le organizzazioni
  Relatore: Gea Ducci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 112

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