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La figura del fanciullo nel romanzo europeo del XIX secolo

Gli ideali rivoluzionari Victor Hugo “Gavroche il monello”

Quando il romanticismo si espanse in Europa rappresentò una reazione alla letteratura dominata dal classicismo che costituiva l'orientamento estetico dominante fino a quel momento. Una svolta si ebbe quando Hugo mise in scena il Cromwell e, proprio grazie a questa sua opera viene considerato il padre del romanticismo. Il Cromwell infatti viene considerato come il manifesto delle nuove idee romantiche in Francia. Nella Prefazione Hugo critica il teatro classico esponendo le sue teorie sulla letteratura in generale. Tutte queste idee trovano una piena realizzazione nell'Hernani che vede la luce nel 1830, data con cui convenzionalmente viene indicata dagli storici l'inizio del Romanticismo in Francia.

In questa prima metà dell'Ottocento avvengono numerosi cambiamenti in campo artistico e il genere del romanzo subisce una totale trasformazione che porta alla nascita di nuove forme di narrativa; si diffondono largamente il romanzo pseudo storico e il romanzo sociale ai quali Victor Hugo diede un importante contributo con i suoi romanzi Notre – Dame de Paris e I miserabili. I miserabili è un romanzo storico-sociale pubblicato nel 1862 ed è considerato uno dei pilastri della letteratura del XIX secolo e tra i più popolari dell'epoca.

L'ambientazione del libro è considerevolmente antecedente al periodo di pubblicazione; infatti le vicende cominciano nel 1815 e si susseguono in un arco di tempo di, circa, 20 anni, fino al 1833 e mostrano l'ambiente parigino durante e dopo la Restaurazione: i suoi numerosi problemi, le rivolte, le condizioni sociali, con importanti digressioni sugli episodi che hanno caratterizzato in maniera inconfondibile quest'epoca storica (la Rivoluzione Francese, il dominio napoleonico, la battaglia di Waterloo). I personaggi protagonisti di tutta l'opera appartengono agli strati più bassi della società: ex carcerati, prostitute, ladri, i cosiddetti “miserabili”.

Nonostante il romanzo, all'inizio, appaia soprattutto incentrato sulle malefatte di un uomo, Jean Valjean, accusato di furto e condannato a 19 anni di reclusione, l'attenzione di Hugo è rivolta, in verità, all'ingiustizia sociale; tutti i personaggi sono vittime del loro contesto storico e subiscono, sulla loro pelle, la tragica condizione della Francia postnapoleonica. Con la sconfitta di Napoleone, in Francia viene nuovamente instaurata la monarchia borbonica e sale al trono Luigi XVIII nel 1814, anno in cui I miserabili comincia. Gli sconvolgimenti politici ebbero forti ripercussioni su tutta la società. Victor Hugo partecipa attivamente alla vita politica del suo paese ed è ampiamente coinvolto nei problemi che la società stava affrontando e per questo motivo i suoi romanzi possono essere considerati lo specchio della Francia del XIX secolo (essendo ambientati anche in anni precedenti alla loro pubblicazione).

Le sue opere segnano l'inizio di una diversa rappresentazione del grottesco nella letteratura francese non limitandosi a raccontare le vicende inventate, ma anche i fatti storici, la vita delle classi sociali soffermandosi in modo particolare soprattutto sui meno abbienti, rivelandone la dura esistenza. È frequente il ritrovarsi davanti a uno scenario che disillude su un possibile lieto fine costringendo il lettore a fare i conti con una realtà che è molto più crudele di quanto ci si potesse aspettare e i personaggi delle storie sono destinati ad affrontare un'esistenza che li schiaccia, li opprime. Netta risulta la separazione tra il popolo disperato e l'alta borghesia, insieme alle autorità che, invece di essere un'ancora di speranza per chi cerca solo la serenità, diventano crudeli nemici del popolo, contribuendo, così, alla loro oppressione.

Questo tragico scenario si può individuare sia nel breve e tagliente racconto Ultimo giorno di un condannato, in cui un uomo di cui il lettore non sa assolutamente niente se non che ha commesso un crimine che lo ha condannato alla pena di morte, sia nei romanzi di grande successo, primo fra tutti Notre-Dame de Paris che, nonostante sia ambientato in un epoca molto precedente (si parla della fine del XV secolo), i lettori possono vedere numerosi elementi che caratterizzavano la loro epoca; in questo caso è interessante e destabilizzante vedere come i nemici principali del romanzo siano proprio figure che dovrebbero rappresentare il lato positivo di una società: la giustizia a favore dei giusti.

L'arcidiacono di Notre Dame, Frollo, e il capitano delle guardie reali Febo incarnano in maniera esemplare questo paradosso. Entrambi ricoprono un ruolo fondamentale nel romanzo e, a loro, modo risultano estremamente negativi: Febo, giovane e aitante soldato, prova una forte attrazione per la giovane zingara Esmeralda che, nel fiore dell'età e profondamente ingenua, a sua volta s'innamora di lui, ma sarà proprio questo amore a portarla alla distruzione; Frollo è, invece, uno dei personaggi più inquietanti di tutto il libro. Anche lui è attratto dalla zingara, ma, a differenza di Febo, egli prova una lacerante ossessione che lo tormenta ed è il suo essere un uomo di chiesa a rendere questo amore malato un elemento sconcertante nella storia.

Inoltre, ciò che rende Frollo un antagonista così ben caratterizzato e costruito è il fatto che non si rende conto di essere malvagio, egli compie infatti azioni crudeli ai danni di persone da lui ritenute indegne di considerazione e tutto il suo agire è fatto in nome di Dio. Notre-Dame de Paris è considerato uno dei più grandi capolavori di Victor Hugo, ma altrettanta fama ha avuto I miserabili.

È infatti in questa considerevole opera che lo scrittore fa uscire tutta la sua maestria non solo di narratore, ma anche di storico, saggista e uomo politico. I personaggi del romanzo si susseguono in base agli anni che il libro abbraccia, ma ci sono elementi che caratterizzano tutto il romanzo: innanzitutto dall'inizio alla fine viene mostrata la grave povertà che dilagava a Parigi.

Numerosi sono gli eventi di ingiustizia che sono raccontati, e, per quanto riguarda i protagonisti, durante tutto il romanzo ci sono due personaggi fondamentali, molto diversi tra loro e impegnati in un'estenuante lotta e rincorsa: il ricercato Jean Valjean e l'ispettore Javert. I cinque tomi che costruiscono l'intera opera racchiudono storie di cadute e risalite, di redenzione e di destini che s'intrecciano; il lettore si trova a percorrere, passo passo, i giorni della Francia dal 1815 al 1833 e il cammino dei “miserabili” dopo il dominio di Napoleone. Le loro disgrazie e la lotta per la sopravvivenza, così come, probabilmente, venne vissuta dai veri protagonisti di quell'epoca. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

La figura del fanciullo nel romanzo europeo del XIX secolo

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Informazioni tesi

  Autore: Giada Rambaldi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere
  Corso: Lettere
  Relatore: Vanessa Pietrantonio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 54

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