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La fatica del vivere quotidiano: studio qualitativo fenomenologico sul sintomo "fatigue" nelle persone con BPCO

Il ruolo dell’infermiere nell’individuazione e gestione della fatigue

Woo, nel suo studio pilota sulla relazione vigente tra dispnea, attività fisica e fatigue, sottolinea l’importanza del compito degli infermieri nel supportare le persone che sperimentano i sintomi di dispnea e fatigue, così da comprendere la relazione tra queste componenti e, di conseguenza, spezzare la spirale discendente in grado di condurre all’isolamento sociale.

Gli infermieri dimostrano di percepire una certa difficoltà nel riconoscere la fatigue tra i pazienti e spesso sono ignari degli strumenti che hanno a disposizione per valutare il fenomeno. Tuttavia, gli infermieri dovrebbero essere in grado di riconoscere la fatigue nel contesto della BPCO, con lo scopo di alleviarla e di facilitare il supporto al paziente, mettendo in atto gli interventi più opportuni; tali interventi dovrebbero garantire alle persone la forza necessaria a rispondere al sintomo e a gestirlo nel migliore dei modi. Inoltre, attraverso le singole esperienze vissute dai pazienti, potrebbero essere sviluppate delle strategie efficaci di coping.
Se gli infermieri potessero mitigare le esperienze negative che accompagnano la BPCO attraverso la conoscenza delle vite e dei bisogni delle persone che ne sono affette, il trattamento potrebbe avere un approccio con un focus maggiormente centrato sulla persona e
meno sulla malattia.

Poiché la fatigue, nel contesto della BPCO, è strettamente legata alle altre manifestazioni sintomatiche della patologia e, in generale, alla condizione clinica del paziente, l’attività dell’infermiere non potrà prescindere dall’assistenza diretta ad alleviare i principali sintomi ed a trattare e/o prevenire le condizioni correlate. Un tassello di fondamentale importanza è, ad esempio, quello rappresentato dall’educazione sanitaria, attività che potrebbe avere un effetto non trascurabile anche sul sintomo della fatigue. L’educazione sanitaria si districa su tre fronti principali:

- Interventi relativi alla cessazione del fumo: è stato più volte dimostrato come la cessazione del fumo diminuisca la riduzione dei valori del FEV1 e la morbilità. L’uso della relazione che si stabilisce tra il paziente e gli operatori sanitari, nonché il fronte comune che deve crearsi tra questi ultimi, innalzano il livello di accettazione, la fiducia da parte dell’utente ed il risultato finale del programma di cessazione del fumo.

- Aderenza del paziente alla terapia: la compliance terapeutica è un elemento fondamentale su cui lavorare nel trattamento dei pazienti con BPCO ed è evidente che un farmaco che richieda il minimo sforzo di accordo da parte del paziente dovrebbe essere quello di prima scelta. Pertanto, soprattutto in seguito all’introduzione di una nuova terapia, è necessaria una rivalutazione completa del paziente in tempi ristretti (dopo circa 1 mese), che tenga conto anche dell’aderenza di quest’ultimo alle prescrizioni.

- Stato nutrizionale: i ricercatori hanno dimostrato che una quota di pazienti con BPCO grave compresa tra il 27% e il 47% va incontro ad un importante e progressivo calo ponderale del 5-10% in un anno, perdita di peso che sembrerebbe di natura multifattoriale. Per evitare la progressione del declino funzionale del paziente con BPCO, è importante ottimizzare il trattamento dei soggetti sottopeso (BMI < 18), evidenziando e trattando il calo ponderale il più precocemente possibile, implementando successivamente efficaci misure a lungo termine che prevengano un’ulteriore perdita di peso; quest’ultimo obiettivo è raggiungibile introducendo una serie di misure interdipendenti come, per esempio: aumentare l’importo dietetico giornaliero, introdurre alimenti ad alto contenuto energetico, variare l’orario dei pasti in relazione ai sintomi ed all’appetito della persona. Inoltre, l’accettazione di una dieta da parte del soggetto comporta una modificazione delle convinzioni del paziente sulla malattia e, a volte, un cambiamento della sua vita sociale, dato che la scelta di una dieta e le abitudini relative ai pasti rappresentano per molte persone un importante elemento della loro vita sociale.

Per quanto concerne, nello specifico, gli obiettivi e gli interventi infermieristici relativi al solo sintomo della fatigue, con conseguenti risvolti positivi anche su altre manifestazioni tipiche della BPCO, le classificazioni NOC (Nursing Outcomes Classification) e NIC (Nursing Interventation Classification) possono rappresentare un utile strumento di lavoro per gli infermieri.

La classificazione NOC pone come principale obiettivo per la persona con fatigue la partecipazione ad attività che stimolino ed equilibrino le dimensioni fisica, cognitiva, emotiva e sociale.
La classificazione NIC concretizza il concetto espresso dall’obiettivo formulato nella classificazione NOC, elencando una serie di interventi che gli infermieri possano e debbano applicare nella loro pratica quotidiana, affinché il paziente venga messo nelle condizioni di poter raggiungere l’obiettivo o gli obiettivi prefissati.

Alcuni degli interventi che l’infermiere potrà o dovrà attuare sono:
- Identificare i fattori eziologici e contribuenti della fatigue.
- Spiegare all’assistito le cause della fatigue.
- Aiutare l’assistito ad identificare le proprie risorse, capacità ed interessi.
- Aiutare l’assistito ad identificare il modello di energia, oggettivando, cioè, la quantità di energia percepita in diversi momenti della giornata.
- Spiegare la necessità di definire delle priorità rispetto alle attività da svolgere.
- Insegnare le tecniche di conservazione dell’energia.
- Promuovere la socializzazione con i familiari e gli amici.
- Spiegare gli effetti del conflitto e dello stress sul livello di energia.
- Dare anche alle persone significative la possibilità di esprimere i propri sentimenti apertamente.
- Fornire assistenza infermieristica educativa ed eventuali riferimenti riguardo a luoghi e/o persone alle quali potersi rivolgere.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La fatica del vivere quotidiano: studio qualitativo fenomenologico sul sintomo "fatigue" nelle persone con BPCO

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Informazioni tesi

  Autore: Luana Pollicelli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Infermieristica
  Relatore: Maria Teresa Gerra
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 118

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Parole chiave

interviste
fenomenologia
empatia
spirometria
infermieristica
qualitativa
bpco
dispnea
fatigue
pneumologia

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