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Cambio di sesso: aspetti clinici, chirurgici e medicolegali

Cambio di sesso in assenza di intervento chirurgico, la legge 164/1982

L’intervento chirurgico non è oggi, in Italia, elemento necessario al fine del cambio di sesso. Come sia possibile questa cosiddetta “Piccola soluzione” risulta di semplice spiegazione viste le discriminazioni sociali, sul lavoro, l’assenza di benessere e l’incidenza importante sulla salute e la qualità di vita, che la condizione di disforia di genere porta con sé. Possono dunque appellarsi a questo, coloro i quali non vogliano sottoporsi ad intervento chirurgico, chi sia impossibilitato a questo per ragioni di salute o infine coloro che siano in attesa dell’intervento stesso.

Tale possibilità è sottolineata da alcune sentenze, come ad esempio quella del “Tribunale di Roma del 18 ottobre 1998”, che dispose la rettificazione dell’atto anagrafico, e quindi del nome e del sesso anagrafico, di un soggetto transessuale, nonostante che non fosse intervenuto il trattamento chirurgico previamente autorizzato per ragioni inerenti il suo stato di salute (nel caso di specie, infatti, alle terapie ormonali ed agli interventi che avevano modificato i caratteri sessuali secondari, facendo assumere al soggetto un nuovo aspetto conforme alla propria identità sessuale ed un nuovo ruolo sociale, non era seguito l’intervento demolitorio di isterectomia totale con annessiectomia bilaterale, né, di conseguenza, quello ricostruttivo di falloplastica) dando quindi, una interpretazione innovativa degli aspetti più controversi della legge 164/1982.

A sottolineare questo aspetto controverso, laddove la legge, all’art. 3, afferma che il Tribunale autorizza l’intervento medico-chirurgico quando necessario, starebbe ad intendere che la rettificazione di attribuzione di sesso non dipende in senso stretto dalla modificazione dei caratteri sessuali primari, che appare quindi non indispensabile, anche in considerazione del fatto che spetta al giudice, ai sensi dell’art. 1, valutare, ai fini stessi della rettificazione, l’avvenuta modificazione dei caratteri sessuali (senza che sia specificato se si tratti dei caratteri sessuali primari o secondari); in altri termini, dalla lettura del testo normativo, tenuto conto peraltro della pronuncia della Corte costituzionale, emerge la necessità di tenere in massimo conto l’elemento psico-sessuale, in relazione al quale il giudice dovrebbe nel caso concreto verificare lo stato delle avvenute modificazioni dei caratteri sessuali, e, in rapporto a ciò, la necessità o la possibilità eventuale di realizzare l’intervento medico-chirurgico, indipendentemente dalla discordanza tra sesso anatomico da un lato e sesso psicologico e aspetto esteriore dall’altro.

La rettificazione degli atti dello stato civile, potrà essere autorizzata nei casi in cui il soggetto transessuale abbia raggiunto quello stato di benessere in relazione all’affermazione della propria identità sessuale cui fa riferimento la Consulta, o allorché, per ragioni inerenti lo stato di salute, non sia comunque possibile effettuare l’intervento chirurgico.
L’intervento chirurgico non sarebbe pertanto condizione indispensabile per la rettificazione degli atti dello stato civile, quando non necessario o non opportuno al fine dello svolgimento della personalità dell’individuo o nell’ottica dell’affermazione della sua identità sessuale, che, si ricordi, alla luce delle indicazioni della Corte costituzionale, rappresenta la ratio della stessa legge 164/1982.

Ancora a sostegno di questa tesi si espone il Tribunale di Roma, 22.3.2011: ”In caso di transessualismo accertato il trattamento medico-chirurgico previsto dalla l. 14.4.1982, n. 164 è necessario nel solo caso in cui occorra assicurare al soggetto transessuale uno stabile equilibrio psicofisico, ossia nel solo caso in cui la discrepanza tra il sesso anatomico e la psicosessualità determini un atteggiamento conflittuale di rifiuto dei propri organi sessuali. Pertanto deve ritenersi che nei casi in cui non sussista tale conflittualità non sia necessario l’intervento chirurgico per consentire la rettifica dell’atto di nascita”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Cambio di sesso: aspetti clinici, chirurgici e medicolegali

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Informazioni tesi

  Autore: Giuseppe Vaccaro
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Medicina e Chirurgia
  Relatore: Marco Palumbo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 69

FAQ

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Parole chiave

sessualità
transessualismo
disforia di genere
sindrome di morris
cambio di sesso
agenesia vaginale
chirurgia ricostruttiva sessuale
sport e sesso

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