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The Happy Prince and Other Tales: fortuna editoriale delle fiabe di Oscar Wilde

La critica novecentesca

Nel corso della sua vita, Oscar Wilde è stato forse considerato più come personaggio pubblico che come scrittore. Il suo stile, definito eccentrico, il suo pungente e scaltro umorismo, ma soprattutto le sue esperienze con giovani uomini, il processo e la condanna: è certo che la vita di Wilde, ancor più che la sua arte è ciò che ha destato più scalpore e curiosità nei contemporanei, e non solo.

È per questo che, per molti anni dopo la sua morte, la maggior parte delle pubblicazioni a lui dedicate furono biografie o in alternativa memorie scritte da persone a lui vicine; va peraltro ricordato che molti tra i suoi biografi erano interessati non tanto a fornire un resoconto oggettivo della vita dello scrittore, bensì colorirla con proprie opinioni e osservazioni soprattutto riguardo l'omosessualità di Wilde e il processo subito a causa di quella, rendendo questi testi, essenzialmente, “either an apologia for or a condemnation of homosexuality”. Molte delle prime biografie sono state, tuttavia, scritte da amici di Wilde e tendono dunque a essere ritratti affettuosi dell'artista, a discapito del gran numero di scritti poco lusinghieri e dal giudizio negativo che molti espressero sullo scrittore irlandese e sulle sue scelte di vita dopo la sua morte.

L'attenzione prestata alla vita dello scrittore ha fatto spesso passare in secondo piano l'interesse per la sua attività letteraria. Nel 1913, Arthur Ransome pubblicò Oscar Wilde: a Critical Study, che costituisce il primo studio che considera effettivamente i meriti letterari di Wilde. Sarà tuttavia soltanto a partire dagli anni Settanta del Novecento che Wilde acquisterà il giusto riconoscimento critico, seppure in parte acerbo, almeno nelle sue prime prove,
as the readers' distance from the Victorian period grew greater and more objectivity was achieved. The breadth of criticism is great, even though sometimes depth is lacking. For example, Mary Walker's article “Wilde's Fairy Tales” (1976) shows the absence of substance common in recent criticism. After acknowledging that “Wilde has given us a collection which has thrown most of his critics into various states of confusion”, the article spends most of its time summarizing the tales with very little in-depth analysis.

Tuttavia, l'attenzione critica verso la produzione letteraria di Wilde confina spesso le fiabe a un ruolo marginale, quando non siano addirittura del tutto ignorate, a favore dei drammi e dell'unico romanzo, The Picture of Dorian Gray (1890). Quando sono invece prese in considerazione, esse sono studiate in una prospettiva che evidenzia gli elementi cristiani presenti nella produzione di Wilde oppure con riferimento a un approccio psicologico che le collega non solo a fasi artistiche ma anche relative all'ideologia e alla psicologia dello scrittore.

Ecco dunque che nel suo articolo “Oscar Wilde and the Fairy Tale: ‘The Happy Prince' as Self-Dramatization” (1979), Robert K. Martin vede in questa fiaba la rinuncia di edonismo ed estetismo; scrive Martin: “Wilde dramatizes himself as the Happy Prince, a man who renounces the Palace of Sans-Souci, who gives up his worldly wealth, in order to share his goods with the poor and to share his happiness with his beloved Swallow”, e intravvede nella rondine la figura di Lord Alfred Douglas, l'amante di Wilde, il quale tuttavia, sempre secondo Martin, “alas, was hardly that ideal Swallow”.

Dal canto suo, in “The Moral Vision of Oscar Wilde”, Philip K. Cohen osserva che “Wilde's ouvre discloses a clearly evolving inner life with an integrity and sharpness of outline lacking in the bewildering combination of myths, deeds, and events that constitute the Wilde legend”. Clifton Snider considera come oggetto di studio invece sia lo scrittore che il suo pubblico, suggerendo che le fiabe “have endured because they continue to appeal to our collective unconscious”.
E le fiabe di Wilde hanno effettivamente conosciuto un successo che si è prolungato nel tempo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

The Happy Prince and Other Tales: fortuna editoriale delle fiabe di Oscar Wilde

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Informazioni tesi

  Autore: Ilaria Marigo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Verona
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e Culture per l'Editoria
  Relatore: Lisanna  Calvi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 39

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the happy prince and other tales

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