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Il paziente schizofrenico: un caso di difficile comprensione (case report)

L'effetto degli antipsicotici e la compliance alla terapia

L'effetto principale dei farmaci antipsicotici è la riduzione dei sintomi "positivi" della malattia, ovvero deliri, allucinazioni e disforia. Tuttavia l'assunzione di neurolettici peggiora la sintomatologia "negativa", aumentando gli episodi di apatia, mancanza di affetto emotivo, mancanza di interesse nelle interazioni sociali, pensieri disordinati e una ridotta capacità di pianificare ed eseguire attività (Hartling et al., 2012).

Un uso prolungato di neurolettici va ad interferire con altre vie dopaminergiche, generando in alcuni casi la sindrome neurolettica maligna, nella quale si verifica una riduzione di movimenti spontanei, e la sindrome extrapiramidale, che determina un quadro sintomatologico simile a quello della malattia di Parkinson, con tremore, bradicinesia e rigidità.

Tra gli effetti extrapiramidali vengono inclusi: rigidità muscolare, mancanza di espressività del volto, rallentamento dell'ideazione e dei riflessi e altri disturbi del movimento (Cipriani et al., 2013).

Gli effetti collaterali più comuni sono: pesantezza del capo, torpore, debolezza, senso di svenimento, secchezza della bocca e difficoltà di accomodazione visiva, impotenza, stitichezza, difficoltà nell'emissione dell'urina, eruzioni cutanee, alterazione del ciclo mestruale, aumento di peso, aumento della temperatura corporea, instabilità della pressione arteriosa.

La scarsa aderenza alle prescrizioni del medico è la principale causa di non efficacia delle terapie farmacologiche ed è associata a un aumento degli interventi di assistenza sanitaria, della morbilità e della mortalità, rappresentando un danno sia per i pazienti che per il sistema sanitario e per la società.

Per aderenza alla terapia si intende il conformarsi del paziente alle raccomandazioni del medico riguardo ai tempi, alle dosi e alla frequenza nell'assunzione del farmaco per l'intero ciclo di terapia. Nel paziente schizofrenico la compliance si riferisce al numero di assunzioni di farmaci comparate al numero di prescrizioni terapeutiche (Rocca, Pulvirenti, & Giugiario, 2006).

Vi è una differenza tra i due concetti di compliance e aderenza: il primo rimanda all'obbedienza passiva del paziente a seguire lo schema terapeutico prescritto, mentre con il secondo si intende l' alleanza terapeutica che avviene secondo decisioni consensuale tra paziente (e famiglia) e medico.

Le statistiche hanno dimostrato che circa il 50% dei pazienti schizofrenici non sono aderenti alla terapia e una buona parte dei pazienti che si attengono alle prescrizioni del medico abbandonano il trattamento dopo un anno (Oehl, Hummer, & Fleischacker, 2000).

In letteratura è ampiamente dimostrata la correlazione tra un'inadeguata compliance ed un aumento delle ricadute psicotiche, delle emergenze e delle riospedalizzazioni nei pazienti schizofrenici.

La compliance, essendo un fenomeno complesso e multifattoriale, non va intesa semplicemente come l'assunzione della terapia ma coinvolge anche una serie di cambiamenti di comportamento e di stile di vita e include, per esempio, il rispetto delle visite ambulatoriali, l'esecuzione di test ematochimici per il monitoraggio del livello plasmatico dei farmaci assunti, l'accettazione di un ricovero ospedaliero quando si rileva necessario (Mencacci, Cerveri, & Anniverno, 2003). [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il paziente schizofrenico: un caso di difficile comprensione (case report)

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Informazioni tesi

  Autore: Eleonora Caputo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Verona
  Facoltà: Scienze Infermieristiche
  Corso: Infermieristica
  Relatore: Katia  Polloni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 41

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