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Studio della Biodiversità nelle Comunità Microbiche nei Vigneti del Montepulciano d'Abruzzo

Il vino d'Abruzzo: il Montepulciano

Le prime testimonianze scritte sulla presenza del vitigno Montepulciano in Abruzzo risalgono intorno alla metà del 1700. Fino ai primi del 1800, il vitigno Montepulciano restò in isolamento nella conca Peligna, dove ebbe modo di rigenarsi e di evolversi sotto il profilo ampelografico.

Grazie al caratteristico microclima creato dal contrasto mare-montagna con le conseguenti escursioni termiche notturne, il Montepulciano consente da sempre una produzione di vini di grande valore. La sua diffusione copre oltre diciottomila ettari coltivati, pari a circa la metà della superficie regionale coltivata con vitigni.

Il Montepulciano è un vitigno a bacca rossa, mediamente vigoroso, con foglia medio-grande pentalobata, dal grappolo mediamente compatto e di forma piramidale conica, spesso alato.
L'acino si presenta con forma leggermente ovoide con buccia pruinosa e consistente. È un vitigno piuttosto tardivo poiché la maturazione si colloca quasi sempre nella seconda decade di ottobre.

La Denominazione di Origine Controllata “Montepulciano d'Abruzzo” é riservata al vino ottenuto dalle uve provenienti da vigneti che nell'ambito aziendale risultano composti dal vitigno Montepulciano almeno all'85%. Possono concorrere le uve di altri vitigni a bacca nera non aromatici, idonei alla coltivazione nell'ambito della regione Abruzzo, da sole o congiuntamente fino ad un massimo del 15%.

Le uve destinate alla produzione del vino a Denominazione di Origine Controllata “Montepulciano d'Abruzzo” devono essere ottenute unicamente da vigneti situati su terreni vocati alla qualità, ubicati in zone collinari la cui altitudine non sia superiore ai 500 metri s.l.m. ed eccezionalmente ai 600 metri per quelli esposti a mezzogiorno. Sono da escludere i terreni siti nei fondovalle umidi (Trioli et al., 2009).

La zona di produzione del “Montepulciano d'Abruzzo” comprende i terreni vocati alla qualità di tutto o parte dei territori dei comuni di L'Aquila, Pescara, Teramo e Chieti.

Le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti destinati alla produzione “Montepulciano d'Abruzzo” devono essere quelle normali della zona e atte a conferire all'uva, al mosto ed al vino derivato le specifiche caratteristiche di qualità. I vigneti devono trovarsi su terreni ritenuti idonei per la produzione della denominazione di origine di cui si tratta (D'Angelo et al., 2008).

Il Montepulciano d'Abruzzo è considerato piuttosto riconoscibile dagli esperti grazie alle capacità di unire alla possente struttura del vitigno di origine (il Montepulciano), una maggiore eleganza: il vino trova cosi` la sua caratterizzazione nella tonalità di colore rubino intenso e nei profumi che ricordano l'amarena, la liquirizia, le spezie che si riscoprono al palato con un gusto pieno e strutturato, vellutato e di buona profondità gustativa.

Coltivato in passato nella valle Peligna (provincia dell'Aquila) e nelle colline interne della provincia di Pescara, a partire dagli anni '50 la sua coltivazione si è estesa a tutta la fascia collinare litorale ed oggi costituisce il principale vitigno rosso della regione. Le uve destinate alla produzione del vino Montepulciano DOC vengono ottenute unicamente da vigneti ubicati in terreni collinari o di altopiano, la cui altitudine non deve essere superiore ai 500 metri sul livello del mare ed eccezionalmente ai 600 metri per quelli esposti a mezzogiorno. La resa massima di uva non deve superiore 14000 Kg, per ettaro.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Studio della Biodiversità nelle Comunità Microbiche nei Vigneti del Montepulciano d'Abruzzo

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Informazioni tesi

  Autore: Rosalia Lo Buglio
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Biologia
  Relatore: Claudia Ercole
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 108

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