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Italiano L2 di sinofoni: dati sull'acquisizione della morfologia del verbo e del nome

Caratteristiche generali e tipologiche della lingua cinese

I dialetti cinesi, che appartengono insieme al gruppo tibeto-birmano alla famiglia sino-tibetana, si suddividono in diversi gruppi, il cui numero varia a seconda degli autori. In base a una classificazione che pare più generalmente accettata (cfr. Ramsey, 1987) i dialetti cinesi si dividono in sette grandi gruppi: il primo comprende i dialetti del nord, parlati dalla maggior parte della popolazione hàn [汉] (circa settecento milioni di parlanti). Tra questi dialetti del nord, la varietà di Pechino costituisce la base della pronuncia del cinese standard, il putonghua (“lingua comune”, quella che comunemente viene chiamata “mandarino”; è la lingua della scolarizzazione).

Il secondo gruppo, in termini di numero di parlanti (circa ottanta milioni), è rappresentato dai dialetti Wú, diffusi in una vasta area comprendente lo Zhejiang e il territorio posto a nord e attorno a Shanghai. Segue poi il gruppo dei dialetti Yue che è conosciuto in occidente con il termine “cantonese”. Il cantonese rappresenta il dialetto meridionale per eccellenza e assume il ruolo di varietà di riferimento per tutti i parlanti dialettofoni dell'estremo sud della Cina, essendo parlato anche nell'ex-colonia britannica di Hong Kong. Il gruppo dei dialetti Xiang si avvicina per numero di parlanti al gruppo dei dialetti Yue, ma i dialetti ad esso appartenenti si stanno tipologicamente avvicinando sempre di più alle parlate settentrionali. Il gruppo dei dialetti Min è il più eterogeneo ed è in stretta relazione con il gruppo dei dialetti Kejia, che in occidente è conosciuto come “hakka”.

Questi dialetti sono diffusi in tutto il sud della Cina e sono parlati in circa 127 contee. Infine, il gruppo dei dialetti Gan è il più piccolo per numero di parlanti e condivide tratti comuni tra i due macrogruppi delle varietà settentrionali e meridionali. I vari dialetti si differenziano tra loro soprattutto per le loro caratteristiche fonologiche, ma dal punto di vista morfosintattico e dell'ordine delle parole le differenze sono limitate.

Dal punto di vista morfologico, il cinese è una lingua priva di flessione, salvo alcuni rari casi, e si può considerare come la più rappresentativa tra le lingue isolanti. È una lingua monosillabica, in quanto i suoi morfemi sono costituiti per la quasi totalità da singole sillabe, anche se nel cinese moderno sono presenti molte parole bisillabiche, costituite da stringhe di morfemi monosillabici che hanno un significato proprio, come accade per la parola telefono [电话 diànhuà] formata da [电 diàn] “elettricità” e [话 huà] “parola”.
Il cinese usa un sistema di scrittura basato sui cosiddetti caratteri, unità grafematiche che uniscono immagine (unità iconica), suono (ogni carattere corrisponde a una sillaba) e significato (unità semantica) e nonostante esistano moltissimi dialetti e varietà della lingua ufficiale, il sistema di scrittura è il medesimo in tutta la Cina.

Un enorme ostacolo all'apprendimento dell'italiano per uno studente sinofono deriva dal fatto che, in cinese, allo stesso carattere possono corrispondere significati diversi e che un singolo carattere può svolgere più funzioni grammaticali senza subire variazioni di forma. Al contrario, in italiano, l'utilizzo di desinenze, cambiamenti di forma, l'aggiunta di marche morfologiche implica funzioni grammaticali diverse.

In cinese, una parola può, quindi, appartenere a più di una categoria grammaticale. Per esempio, alcune parole possono fungere sia da verbo sia da preposizione ed è impossibile distinguerne la funzione senza il contesto:
给 gěi – “dare” (verbo) – “a/per” (preposizione)
到 dào – “arrivare” (verbo) – “a, verso” (preposizione)
我想到中国去 Wǒ xiǎngdào zhōngguó qù (io volere verso Cina andare)
Voglio andare in Cina
你什么时候到? Nǐ shénme shíhòu dào? (tu quale ora arrivare?)
A che ora arrivi?

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Italiano L2 di sinofoni: dati sull'acquisizione della morfologia del verbo e del nome

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Informazioni tesi

  Autore: Marika Anna Di Lella
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2013-14
  Università: Libera Università degli Studi San Pio V di Roma
  Facoltà: Interpretariato e traduzione
  Corso: Interpretariato e traduzione
  Relatore: Laura Mori
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 313

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Parole chiave

apprendimento
italiano l2
morfologia
acquisizione
interlingua
morfosintassi
linguistica del contatto
progetto di pavia
cinese l1
fattori linguistici

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