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Progetto per i costumi de Il Dottor Faust di Christopher Marlowe

Vestirsi nel XVI secolo

Nel XVI secolo l’Europa conosce una fase espansionistica che incrementa il commercio, portando Spagna e Portogallo a emergere come porti di scambio per i mercanti. Mentre il Nuovo Mondo veniva depredato delle sue ricchezze, le casse degli stati europei andavano gonfiandosi: le nazioni si avviavano verso un periodo di splendore che portò anche l’artigianato tessile a incrementare e modificare la produzione.

Si diffusero nuovi tipi di pigmenti, le tecniche della tessiture migliorarono, l’abbigliamento ebbe un evoluzione verso il lusso. Gli aristocratici spendevano cifre esorbitanti per far confezionare abiti che potevano essere indossati solamente una volta; le feste di palazzo, le mascherate e il teatro incrementavano lo sviluppo di un gusto neoclassico ispirato alla mitologia. Gli artisti e gli artigiani italiani esportarono nelle corti europee mode e gusti in voga nella penisola, che si diffusero piuttosto in fretta. Fu nella seconda metà del secolo che la crisi finanziaria e la Riforma portarono a un nuovo mutamento nel vestire, che colpì prevalentemente gli stati interessati, tra i quali, naturalmente, si trovava l’Inghilterra.

Con Henry VIII l’abbigliamento maschile si lasciò influenzare dalla moda tedesca: la linea maschile si sviluppò in larghezza, per cui si indossavano vesti ampie, spalle imbottite, maniche abbondanti e vistosi gioielli. Le casacche impellicciate, dette saione, vennero adottate in tutta Europa: venivano indossate sopra a un completo costituito da farsetto e bragha. L’abito veniva completato con un grande e voluminoso robone.

Il mantello si accorciò rispetto a quello a cappa del secolo precedente, assunse una forma a ruota e una funzione prevalentemente decorativa. Venivano sfoggiati colori vivaci, stoffe lussuose e riccamente decorate con galloni e passamanerie dorate.
Anche la moda femminile subì una “dilatazione”: le maniche strette ai polsi andavano rigonfiandosi nella parte superiore del braccio mediante dei baragoni, che potevano arrivare sino al gomito. Le sottomaniche erano in tessuto prezioso, spesso dotate di piccoli tagli decorativi da cui sbucava a sbuffi la camicia bianca sottostante. I capelli venivano raccolti e coperti dall’ English hoods, introdotto in Inghilterra da Anna Bolena. Su ispirazione spagnola venne importato il gusto per le geometrie a coni sovrapposti: il corsetto rigido si contrapponeva al guardinfante, che sollevava e allargava le gonne delle dame a dismisura. Queen Mary non riuscì a influenzare significativamente la moda a causa della sua poca popolarità, ma Elizabeth I nella seconda metà del secolo rivoluzionò l’abbigliamento.

A differenza del fratello Edoardo VI non nascose le forme minute, ma le sottolineò accentuando il busto sottile e lungo con corsetti dalla vita sempre più stretta e bassa. Sua Maestà aveva una carnagione molto pallida e una fronte ampia considerata al tempo sinonimo di brillante intelligenza, cosa che indusse le aristocratiche a fare largo uso di cipria bianca e depilare la fronte eliminando sia le sopracciglia che la naturale attaccatura dei capelli. Alla corte della Virgin Queen si faceva anche largo uso di perle, simbolo di purezza e candore. Le scollature originariamente ampie e squadrate si sollevarono fino a chiudersi attorno al collo, da cui partiva la gorgiera, le maniche assunsero la forma detta “a prosciutto” e vennero sovrapposte ad altre maniche aperte e ampie.

La silohuette femminile era arrivata ad avere spalle ampie e voluminose, vita strettissima e fianchi rigonfi, cancellando totalmente le naturali forme del corpo. I capelli degli uomini erano tagliati corti, mentre si poteva dare sfoggio a barbe curate. Le gentildonne li increspavano artificialmente, li intrecciavano, usavano la scriminatura e non mancavano di usare tinte e parrucche. Di seguito vedremo alcuni esempi di ritratti di in cui sarà possibile riconoscere i vari elementi delle vesti durante il XVI secolo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Progetto per i costumi de Il Dottor Faust di Christopher Marlowe

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Informazioni tesi

  Autore: Letizia Parlanti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Accademia di Belle Arti
  Facoltà: Design e Arti
  Corso: Progettazione e Arti Applicate
  Relatore: Zaira De Vincentiis
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 82

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