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Cambiare marcia al turismo - sostenibilità, cicloturismo e il caso francese della Scandiberique

Il cicloturismo

Una delle forme turistiche che si sta espandendo maggiormente in questi anni è quella del cicloturismo, che non va confuso con la pratica sportiva della bicicletta. Il cicloturismo non si inserisce assolutamente in un contesto sportivo, ma nasce come prodotto turistico a impronta sostenibile. Si presenta quindi come un’offerta di massa e non di nicchia come solitamente si intende l’uso ludico o sportivo della bicicletta, come un tentativo di ampliare le possibilità e le modalità del nostro tempo libero, come la creazione di un’alternativa turistica che si colloca perfettamente nei binari dello sviluppo sostenibile.

Gli operatori turistici si sono infatti accorti che la bicicletta è il mezzo più utilizzato al mondo, e il suo utilizzo è in crescita anche grazie alla costante sensibilizzazione ambientale che stiamo vivendo. Gli incredibili benefici ambientali che derivano dall’uso della bicicletta finiscono comunque in secondo piano se si pensa a quelli che interessano direttamente il singolo ciclista. A Copenaghen – dove metà degli spostamenti avvengono in bicicletta – le persone dichiarano di muoversi in bicicletta perché è il mezzo più comodo e rapido, perché fa bene, perché è economico e infine, ma solo infine, per l’ambiente. Ne segue un passo emblematico di Hervé Bellut.

Les avantages des transports actifs, dont le vélo, sont tels qu’on peut se demander pourquoi une grande part des déplacements n’est pas d’ores et déjà réalisée par ces moyens […] si nous opérons cette mutation, les avantages seront tellement considérables pour les personnes, les collectivités territoriales, l’état, les systémes sociaux…qu’un nombre appréciable de maux de nos sociétés «modernes» finiront par disparaître. […] Ce remède de traiter les deux terribles fléaux, très sous-estimés et pourtant supportés comme des malédictions inévitables, que sont la pollution atmosphérique et le bruit. Cela réduirait aussi notre dépendance aux énergies fossiles. En outre, cela diminuerait les dépenses des collectivités territoriales, car le coût des infrastructures liées au vélo est bien inférieur à celui demandé par les véhicules motorisés. Cela régénérerait le commerce de proximité. Cela participerait à la résolution du problème de l’étalement urbain. Cela rendrait plus performants élêves et étudiants dans leur apprentissage.

Il cicloturismo inizia finalmente a ottenere il riconoscimento di prodotto turistico effettivo quando si smette di intenderlo come una pratica sportiva o di piacere, ma come una vera e propria alternativa sostenibile al settore automobilistico. A Auckland, Nuova Zelanda, sono state create piste ciclabili illuminate anche di notte proprio a lato delle autostrade. Oltre ad essere una grande soluzione per risolvere il problema delle entrate in città in bicicletta, il messaggio che si vuole lanciare agli automobilisti è chiaro: in bici si è più veloci.

Nella città di Lidzbark, Polonia, le piste ciclabili si illuminano da sole la notte grazie all’energia solare accumulata durante il giorno. Studi condotti in Danimarca dimostrano che per ogni chilometro percorso in bicicletta lo stato guadagna un netto di 23 centesimi, mentre ne perde 16 con il corrispettivo in automobile. La sola città di Strasburgo conta 300 chilometri di ciclabili, a Eindhoven la cosiddetta Floating Roundabout, oltre ad essere uno spettacolo da vedere, permette di agevolare il traffico di biciclette in uno dei punti critici della viabilità cittadina – tra la stazione centrale e l’aeroporto. Nel 2017 l’Europa lancia il Bike to work, che consiste nell’incentivare l’uso cittadino della bicicletta.

In Belgio e in Francia andare in bici a lavoro garantisce un rimborso di 23 centesimi al chilometro, in Lussemburgo le aziende possono acquistare biciclette per la mobilità casa-lavoro, esentasse per i cittadini. In Italia la Federazione Italiana Amici della Bicicletta ha lanciato nello stesso anno il progetto Love to Ride Italia, una sfida nazionale a chi pedala più chilometri in città. L’agenzia pubblicitaria Make Collective in Nuova Zelanda ha lanciato una campagna per erogare 10 dollari al giorno per i lavoratori che dimostrano di andare a lavoro in bicicletta con costanza. Casi come questi citati sono numerosi e la loro espansione è esponenziale. La bicicletta sta diventando – anzi, sta tornando! – ad essere considerata come un mezzo di trasporto quotidiano.

Grazie a questo, il cicloturismo potrà finalmente prendersi lo spazio che merita all’interno dell’offerta turistica, ponendosi come portabandiera dello sviluppo del turismo sostenibile, in particolare dell’ecoturismo e dello slow tourism.

Il fenomeno del cicloturismo è sempre meno di nicchia: in bicicletta si va per scoprire il mondo, in modo ecologico ed economico.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Cambiare marcia al turismo - sostenibilità, cicloturismo e il caso francese della Scandiberique

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Informazioni tesi

  Autore: Riccardo Zorgno
  Tipo: Tesi di Master
Master in Promozione e Organizzazione turistico-culturale del Territorio
Anno: 2018
Docente/Relatore: Patricia Kottelat
Istituito da: Università degli Studi di Torino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 40

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