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La cooperazione transnazionale sulle Alpi. Analisi delle esperienze e futuro sviluppo macroregionale.

Introduzione al problema sulle Alpi

Le Alpi sono a ragione definite la riserva d’acqua d’Europa. Gran parte del continente usufruisce infatti dell’apporto dei corsi d’acqua alpini che ogni anno trasportano nelle regioni circostanti, in media, la gigantesca quantità di 216 km³ d’acqua. In piena estate una percentuale consistente del bilancio idrico europeo proviene dallo scioglimento dei ghiacciai che oggi conservano circa 75 km³ d’acqua (Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, 2009). L’acqua alpina riveste un ruolo fondamentale per la vita di decine di milioni di persone e per lo sviluppo dell’agricoltura, dell’industria e della produzione di energia idroelettrica. La sua preservazione, in termini di qualità e quantità è pertanto fondamentale e passa per alcune sfide che caratterizzeranno sempre più la gestione delle risorse idriche lungo l’arco alpino. 

La prima sfida da citare è sicuramente legata ai cambiamenti provocati dal riscaldamento globale, ormai considerato un fatto accertato. Il territorio alpino subisce gli effetti dei cambiamenti climatici più di molte altre regioni, nel corso del XX secolo infatti la temperatura nelle Alpi è aumentata di circa 2°C, contro una media di 1°C nelle aree circostanti e le previsioni indicano che questa tendenza verrà confermata anche nei prossimi decenni. Le Alpi sono maggiormente colpite anche in ragione della loro topografia e della presenza di ecosistemi vulnerabili. Gli scienziati ritengono che questo trend porterà, in meno di 100 anni, alla scomparsa totale dei ghiacciai dalle Alpi orientali e di gran parte di quelli sulle Alpi occidentali (Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi, 2009).

Ciò impatterà di conseguenza sulla portata di torrenti e fiumi, che si prevede trasporteranno nel giro di pochi anni fino al 20% in più di acqua durante il periodo di scioglimento delle nevi, incrementando il rischio di alluvioni e trasporto di detriti (CLIMCHALP - Project Work Package 7, 2008). Allo stesso modo, durante il periodo estivo, si prevede un aumento della numerosità e dell’intensità dei periodi di siccità, che segneranno sempre più un territorio finora poco colpito da questo tipo di problema (Alpine Convention, 2014), con evidenti ripercussioni per le attività agricole, forestali, di approvvigionamento idrico ed idroelettrico. La perdita del permafrost renderà infine più frequenti le frane e i crolli di roccia, soprattutto in altitudini oltre i 2000 metri. Ciò deve essere tenuto in considerazione nella progettazione e nella manutenzione delle infrastrutture presenti a quote elevate o su versanti a rischio. 

I cambiamenti in corso stanno causando inoltre un innalzamento della temperatura delle acque di torrenti e laghi. A questo fenomeno si lega un mutamento dell’ecosistema ed un deterioramento della qualità delle acque, come già testimoniano i grandi laghi alpini come il lago Maggiore, il lago d’Iseo, il lago di Garda e quello di Como, che hanno visto aumentare la loro temperatura di circa 0,1° - 0,3° C ogni decennio a partire dal 1950. Questo aumento ha conseguenze sulla quantità di ossigeno disponibile, con impatti sulla flora e sulla fauna presente nei torrenti e nei laghi (Van Vliet, 2012). 

Gli effetti dei cambiamenti menzionati possono quindi essere classificati in due tipi: biologici e socio-economici. Nella prima categoria vi rientrano gli impatti sulle foreste montane; sulla biodiversità e l’ecosistema; sulla disponibilità di acqua; sugli eventi metereologici estremi ed i rischi naturali connessi; sulla conservazione del suolo. Le conseguenze socio-economiche invece possono essere suddivise in sei sottocategorie: impatti sullo sviluppo; sulla pianificazione urbana; sulla produzione di energia; sul turismo; sui sistemi di trasporto e sulla salute pubblica (Alpine Convention, 2014). La grossa sfida cui si trova di fronte l’area alpina è quella di sapersi adattare al cambiamento, che è sicuramente in atto e lo sarà in modo ancora più pronunciato nei prossimi decenni. 

Questo brano è tratto dalla tesi:

La cooperazione transnazionale sulle Alpi. Analisi delle esperienze e futuro sviluppo macroregionale.

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Informazioni tesi

  Autore: Cristian Parolini
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2014-15
  Università: Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano
  Facoltà: Economia
  Corso: Management delle Pubbliche Amministrazioni e delle Istituzioni Internazionali
  Relatore: Piero Stanig
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 119

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Parole chiave

europa
cooperazione
bocconi
transfrontaliera
eusalp
spazio alpino
macroregione
convenzione delle alpi

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