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Mors tua vita mea: aggressività e violenza giovanile tra le mura domestiche. Dall'inquietudine all'omicidio

Fattori di rischio nello sviluppo di una personalità violenta o antisociale

Natura e cultura hanno un ruolo nel determinare la tendenza dell'adolescente alla ribellione. Per quanto riguarda la componente naturale, è possibile individuare una certa vulnerabilità genetica al disturbo antisociale di personalità, a causa di caratteristiche temperamentali quali emotività negativa, impulsività e disregolazione affettiva (Gennaro 2007, Maggiolini 2015).
Tuttavia la maggiore espressione di questi tratti avviene quando l'ambiente infantile (la famiglia, ma anche la scuola ecc) si è rivelato carico di antagonismo. Molti adolescenti aggressivi e violenti manifestano problemi di condotta a partire dalla pubertà (adolescence limited) oppure già nell'infanzia (life persistent). Infatti il contesto relazionale è centrale nello sviluppo di stili di attaccamento insicuri, ambivalenti o disorganizzati, in seguito a modalità interattive disfunzionali tra genitori e figli, a partire dalla diade madrebambino.
Con l'ingresso nell'adolescenza, si innescano i conflitti tra genitori e figli a causa delle nuove esigenze di indipendenza di questi ultimi; sembra che l'uso della violenza o di comportamenti antisociali in genere sia la soluzione migliore per dimostrare il proprio valore e la propria identità in un mondo sentito come ostile, pericoloso, ricco di opportunità.
La probabilità che un ragazzo sviluppi un quadro patologico e un altro no, dipende dalla psicologia personale ma anche dall'interazione di molteplici fattori; la premessa è che nessun fattore di rischio preso singolarmente è sufficiente a determinare un comportamento o una personalità disturbata, ma più fattori, che rientrano in un più ampio quadro eziopatogenetico (Muratori 2005). Accanto ai fattori di rischio, importante è il ruolo dei fattori protettivi o di resilienza, che possono bloccare o quantomeno ridurre gli effetti nocivi dei fattori di rischio.
I fattori di rischio sono quindi “caratteristiche del comportamento personale, dello stile di vita, dell'esposizione ambientale e genetica che, se presente in un soggetto esente da manifestazioni cliniche di una malattia, ne predice la probabilità di insorgenza in un certo periodo di tempo”. 3 Essi condividono alcune caratteristiche comuni: devono essere presenti prima dell'esordio del disturbo; rendono più probabile l'evoluzione di un disturbo; sono intesi come probabili cause e non svolgono un ruolo causativo certo; interagiscono sempre con altri fattori di rischio come l'età, il genere, la cultura; sono rafforzati o indeboliti in base alla presenza di fattori protettivi (“cuscinetti”). Inoltre è stato dimostrato che i disturbi dello sviluppo, tra cui quello della condotta, sono caratterizzati da un rapporto di causalità inversa non lineare in cui il comportamento anomalo è sia conseguenza di una serie di fattori, sia un rinforzo di tale comportamento (Muratori 2005).
I fattori di rischio più comuni per lo sviluppo di una personalità antisociale o violenta sono classificabili in:
• temperamentali: reattività emozionale, scarsa tolleranza alla frustrazione, impulsività, affettività negativa, disregolazione emozionale, ricerca di novità (Gennaro 2007, Mastronardi e Palermo 2005, Maggiolini 2014);
• ambientali: condizioni di deprivazione fisica e affettiva, stile educativo rigido e punitivo oppure troppo permissivo, esposizione alla violenza, appartenenza ad un gruppo di pari delinquenti, scarsa verbalizzazione dei vissuti interiori, frequenti cambi di caregiver;
• genetici: familiarità per i disturbi della condotta, genitori antisociali, disturbi psichiatrici;
• fisiologici: anomalie del sistema limbico, della corteccia prefrontale, squilibrio di ormoni e neurotrasmettitori (Kring 2013). [...]

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Mors tua vita mea: aggressività e violenza giovanile tra le mura domestiche. Dall'inquietudine all'omicidio

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Informazioni tesi

  Autore: Miriam Melani
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Marco Bernardini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 171

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