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Il rafforzamento delle capacità delle relazioni internazionali dell’Unione Europea dopo il Trattato di Lisbona

Diritto di legazione dell'Unione europea

Tra le più importanti manifestazioni della personalità internazionale dell'Unione, vi rientra il cosiddetto “diritto di legazione”, inteso come la capacità giuridica di dare vita a relazioni diplomatiche, sia inviando dei propri rappresentanti dagli Stati terzi, definito “diritto di legazione attivo” sia ricevendoli da questi, anche, definito “diritto di legazione passivo”.
Per quanto riguarda il “diritto di legazione passivo” dell'UE, non esiste tutt'ora un riconoscimento formale previsto da Trattati, sebbene, sin dal 1979, sia in vigore una procedura informale per l'accreditamento di Stati terzi presso la Comunità prima e l'Unione successivamente.

Tale processo prevede che lo Stato terzo debba avviare contatti, i quali risultano essere informali, con la Commissione, che deve concordare la propria risposta con il Consiglio, al fine di giungere a un accordo tra le due parti sull'instaurazione delle relazioni diplomatiche. Successivamente, spetta allo Stato terzo il compito di inviare la cosiddetta richiesta di gradimento del nome del Capo missione alla Commissione europea, la quale deve essere approvata dalla Commissione, dal Consiglio e dagli Stati membri. Infine, il procedimento ha termine, quando, dopo aver ottenuto l'approvazione da parte delle istituzioni dell'Unione, il Capo missione presenta le due lettere credenziali al presidente della Commissione e al presidente del Consiglio europeo. Il processo si considera concluso quando è stata consegnata la seconda lettera.

Per quanto riguarda il “diritto di legazione attivo”, “la decisione di aprire o chiudere una delegazione è adottata dall’(A)lto rappresentante di concerto con il Consiglio e la Commissione” e spetta, sempre, all'Alto rappresentante il compito di “conclude(re) gli accordi necessari con il il (P)aese ospitante, l'(O)rganizzazione internazionale o il (P)aese terzo interessato”.
Per quanto riguarda le delegazioni dell'Unione presso gli Stati terzi o altre Organizzazioni internazionali, così come qualsiasi ambasciata di uno Stato presso uno Stato terzo o una Organizzazione internazionale, esse godono degli stessi diritti di immunità, previsti dalle norme di diritto internazionale.

Le delegazioni dell'Unione, quindi, sono sottoposte anch'esse al regime di diritto internazionale vigente. Come si desume dall'interpretazione della “Decisione che fissa il funzionamento del Servizio”, spetta all'Alto rappresentante la funzione di firmare accordi a nome dell'Unione con lo Stato terzo o con le altre Organizzazioni internazionali.
Esse, quindi, seguono la Convenzioni di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 1961. Il procedimento ha inizio con una procedura che viene denominata accreditamento. Tale procedura prevede la presentazione da parte del Capo missione delle lettere credenziali.
Lo Stato ospite può, sia prima dell'arrivo del Capo delegazione, sia durante il suo soggiorno nel proprio territorio può decidere, anche senza dare una spiegazione formale, che tale ambasciatore risulti essere persona non grata .
Le funzioni principali di una delegazione dell'UE sono, sulla base dell'articolo 3 della Convenzione di Vienna del 1961, quello di rappresentare l'Unione presso lo Stato accreditario, proteggere gli interessi di quest'ultima e i suoi cittadini, negoziare con il Governo dello Stato accreditante, acquisendo al contempo informazioni circa le politiche e le attività circa lo Stato in cui erano situate, promuovere relazioni amichevoli e rapporti economici, culturali, scientifici e, infine, informarsi con tutti i mezzi leciti delle condizioni e dello sviluppo degli avvenimenti dello Stato ospite e farne rapporto all'Unione.

Inoltre, un Capo della delegazione può rappresentare l'Unione presso un'Organizzazione interazionale e si prevede, anche, che più Stati possano accreditare la stessa persona presso uno Stato terzo.
Per quanto riguarda le immunità diplomatiche, è necessario evidenziare che gli uffici della delegazione sono inviolabili, così come l'inviolabilità viene riconosciuta al personale dell'agente diplomatico. Infine, al Capo della delegazione è riconosciuta sia l'immunità penale, che quella amministrativa e fiscale. In tal senso, l'immunità dell'agente diplomatico dalla giurisdizione locale è completa. Quindi, non potrà essere sottoposto a nessun tipo di processo da parte dello Stato ospite. In ogni caso, l'immunità avrà valore, solamente, finché durano le funzioni diplomatiche del Capo delegazione in questione.

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Il rafforzamento delle capacità delle relazioni internazionali dell’Unione Europea dopo il Trattato di Lisbona

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Informazioni tesi

  Autore: Jacopo Favarin
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Simone Paoli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 323

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