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Assistenza infermieristica al paziente in sala operatoria

Posizionamento del paziente

Particolare attenzione deve essere posta durante il posizionamento del paziente sul letto operatorio, che avviene al termine dell'induzione anestesiologica. Ne sono responsabili l'Anestesista, il primo Chirurgo e l'Infermiere di sala.

In particolare:
• l'anestesista collabora con il primo operatore, controllando il capo del paziente durante le manovre, al fine di assicurare il mantenimento della pervietà delle vie aeree, della ventilazione e la protezione degli occhi;
• il chirurgo identifica la posizione che meglio garantisce l'esposizione chirurgica in base al tipo di intervento e alla tecnica utilizzata;
• l'infermiere posiziona il paziente secondo le indicazioni dei medici, assicurando la protezione dei punti di compressione del corpo con l'interposizione di presidi in gel dedicati.

Le tre figure verificano la presenza di punti a rischio di lesione per stiramento o pressione. Fondamentale è la verifica preventiva, a paziente vigile e cooperante, di limitazioni funzionali articolari, al collo e agli arti. Le principali posizioni sono:

~ POSIZIONE SUPINA: utilizzata nella maggior parte degli interventi. Sarebbe opportuna, se l'intervento lo consente, una lieve flessione del tavolo operatorio all'altezza delle anche e delle ginocchia affinché le articolazioni coinvolte possano assumere una posizione naturale. I bracciali di supporto per gli atti superiori devono essere posizionati con angolo inferiore a 90° rispetto al corpo.

~ POSIZIONE GINECOLOGICA O LITOTOMICA: è adottata soprattutto in chirurgia ostetrico-ginecologica e nella chirurgia VI del colon-retto. Le braccia devono essere sorrette da bracciale oppure fissate ai lati del corpo. Si impiegano reggi-spalle imbottiti a livello della regione acromion-claveare in modo tale da ridurre al minimo il rischio di lesioni in caso di posizione di Trendelemburg. Le gambe sono sollevate, divaricate e flesse sui cosciali per ottenere la migliore esposizione chirurgica. Alla fine dell'intervento cosciali e gambe devono essere abbassati lentamente e contemporaneamente.

~ POSIZIONE PRONA: comporta un aumento di pressione a livello addominale con riduzione dell' escursione diaframmatica e del ritorno venoso. Sono perciò utili sostegni in corrispondenza del bacino e della parte superiore del torace per agevolare la respirazione. È importante ruotare il capo del paziente o utilizzare apposito supporto frontale forato in gel per evitare l'inginocchiamento della protesi respiratoria. Attenzione particolare va posta alla protezione degli occhi e del padiglione auricolare di appoggio. Va inoltre evitata l'iperestensione della caviglia, mediante un cuscino posto sotto l'articolazione tibio-tarsica. Il paziente, in questi casi, viene anestetizzato supino su un lettino o barella che affiancano il letto operatorio e poi ruotato di 180°. Durante la manovra, che richiede più operatori, le braccia devono essere mantenute lungo il corpo, poi abdotte di 90° con gli avambracci flessi e in pronazione. Per facilitare il posizionamento, vengono temporaneamente scollegate le vie di monitoraggio e la protesi respiratoria.

~ POSIZIONE LATERALE: è adottata in interventi a carico del rene, del torace e della colonna vertebrale. Il capo, il collo e la colonna devono essere sullo stesso piano cioè allineati con cuscini o presidi morbidi. L'arto superiore non dipendente deve essere flesso su supporto a non meno di 30 cm sopra il capo. La posizione del tronco deve essere mantenuta da supporti o stabilizzatori imbottiti.

~ POSIZIONE DI TRENDELEMBURG: viene utilizzata negli interventi sugli organi del piccolo bacino (genitali femminili, vescica, pro stata, colon sin. e retto), permettendo lo spostamento dei visceri verso il diaframma. Questa posizione richiede l'ausilio di presidi imbottiti in corrispondenza delle spalle per impedire lo scivolamento del paziente dal letto operatorio. L'inclinazione del letto è estrema nella chirurgia videolaparoscopica e robotica e questo accentua gli effetti respiratori del pneumoperitoneo impiegato in queste tecniche, mentre compensa quelli emodinamici (riduzione del ritorno venoso). Altri effetti di questa posizione sono: aumento della pressione endocranica, oculare e gastrica.

~ POSIZIONE ANTI-TRENDELEMBURG: viene utilizzata nella chirurgia laparoscopica dei quadranti superiori dell'addome. Più favorevole per la ventilazione, presenta, però, maggiori ripercussioni emodinamiche (riduzione del ritorno venoso, della gittata cardiaca e della pressione arteriosa).

~ POSIZIONE SEDUTA: utilizzata in neurochirurgica (NCH) per interventi nella fossa posteriore, con testa sostenuta.

~ POSIZIONE ORTOPEDICA: in base all'arto sul quale si va ad agire chirurgicamente.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Assistenza infermieristica al paziente in sala operatoria

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Informazioni tesi

  Autore: Salvatore De Angelis
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Infermieristica
  Relatore: Raffaele D'Angelo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 73

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assistenza infermieristica al paziente in sala

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