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Un flusso migratorio Sud-Sud: Senegal-Marocco.

Emigrazione cinese in Africa

I Paesi del Brics rivolgono sempre di più le proprie attenzioni verso il continente africano. Circa il 60% del cobalto mondiale si trova qui, situato specialmente nella Repubblica del Congo e il 90% della sua estrazione va in Cina. Ad aumentare enormemente è proprio la presenza di quest’ultima che, attratta dai territori ricchi di risorse ittiche e minerarie, si stabilisce in Algeria, in Mauritania e in Africa occidentale (particolarmente in Senegal e nei Paesi della costa atlantica). Qui la popolazione del Levante svolge attività ingegneristiche, turistiche e di supporto ai trasporti.

Lo sfruttamento attuato in Africa riguarda sia il territorio, con conseguente distruzione delle foreste primordiali, che i lavoratori, sottopagati con una paga inferiore a £ 1 al giorno, con poche attenzioni alle condizioni di lavoro e molto spesso i diritti umani non vengono rispettati.

Cosa stanno realizzando e sovvenzionando i cinesi (Fonte: M. Ramponi, Fili di rame: intrecci sino-africani. Il caso dello Zambia, www.leggeroleggero.com, 11 marzo 2016):
Algeria → "1300 chilometri di ferrovia China Railways Construction Corp."
"Kenya, Ruanda, Sudan del Sud, Tanzania e Uganda" → 600 chilometri di ferrovia.
Addis Abeba → Metropolitana con 36 fermate.
Ghana → "Diga da 1.500 mt di altezza e centrale idroelettrica $.600 milioni, realizzata con un anno di anticipo nei 20 mesi in cui era presente l’ebola."
Nigeria → impianto idroelettrico da 700 megawatt
Zimbabwe → "enormi investimenti, tra cui l’accademia militare."
Angola → "Realizzata nuova cittadina, 750 palazzi di otto piani. Gli appartamenti vuoti. Costo medio: €. 90.000"
Mozambico → "Aeroporto, ministeri grattacieli, centri commerciali e non ultimo l’esclusivo quartiere di Polana che si affaccia sulla baia di Maputo con ambasciate, alberghi e ristoranti di lusso. Solo il palazzo presidenziale da $ 72 milioni."
Repubblica del Congo → autostrade, ospedali e altre infrastrutture.

L’intervento delle aziende cinesi è stato considerevole: la costruzione di 60.000 chilometri di strade e di 70 milioni di chilometri quadrati di immobili e centrali elettriche ha provocato un incremento del PIL.
La presenza cinese, che si fa sempre più compatta nel continente africano, rivolge le sue attenzioni anche verso lo Zambia. I rapporti tra i due Paesi iniziarono nel 1964 e da quel momento la Cina ha finanziato e costruito strade, ponti, edifici e altre grandi opere di infrastrutture, ottenendo in cambio dei contratti per l’esportazione di minerali e, in particolare tra questi, del rame, di cui lo Zambia è uno dei più grandi produttori al mondo. Il Paese africano, però, ha accumulato numerosi debiti con la potenza cinese al punto da indebitarsi per una cifra di 11 miliardi di euro che ha iniziato a restituire donando a questi l’emittente radiotelevisiva nazionale ZNBC (Zambia National Broadcasting Corporation) e non escludendo anche la cessione della società elettrica di Stato, ZESCO, e dell’aeroporto internazionale della Capitale, Lusaka. L’occasione per la creazione di nuovi posti lavorativi destinati alla popolazione locale si è presentata nel mese di giugno del 2019: in quella data, infatti, la Cina ha consegnato allo Zambia un progetto per rifornire i villaggi locali con Tv satellitari, formando 1.100 persone per le posizioni di assistenza tecnica e servizi di follow-up, al fine di garantire il funzionamento stabile a lungo termine del progetto. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Un flusso migratorio Sud-Sud: Senegal-Marocco.

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Informazioni tesi

  Autore: Elisa Campo
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Lettere
  Corso: Filologia Moderna
  Relatore: Maria Sorbello
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 180

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