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Isis e terrorismo jihadista in Europa, analogie con il modello operativo del crimine organizzato di matrice camorrista: un parallelismo interpretativo

La Camorra moderna

Chiusa la lunga parentesi storica contrassegnata dal succedersi di organizzazioni gerarchiche strutturate, verso cui la Camorra per natura si è rivelata refrattaria, il modello che ad oggi prevale è di tipo gangsteristico-scissionista, caratterizzato da una grande flessibilità e dinamicità. Si assiste sovente alla nascita di clan indipendenti, che si distaccano dalla matrice originaria e si dichiarano guerra a vicenda. Lo stereotipo patriarcale viene superato, con una crescita della componente femminile all’interno dei clan: la cosiddetta “quota rosa” della Camorra, costituita da mogli, sorelle, nuore, cugine, zie o nipoti dei malavitosi. Le donne non sono più relegate in disparte, bensì svolgono ruoli attivi, in prima linea, e non di rado fanno le veci dei boss in carcere, assumendo il comando in prima persona. Il taglio e il confezionamento della droga è un esempio di attività di cui si occupano quasi esclusivamente le camorriste. La loro partecipazione è elevata anche nelle attività di usura, estorsione e intimidazione.

Appare inoltre molto rilevante e del tutto singolare, nell’intero panorama mafioso, la giovane/giovanissima età di numerosi membri che, nonostante una carriera criminale scarsamente consolidata, si ritrovano di frequente a sostituire i capiclan venuti a mancare, a causa di una misura detentiva da scontare o dell’uccisione da parte dalla concorrenza. La perdita dei leader carismatici di antiche organizzazioni ormai eclissate, le fratture e i vuoti di potere che ne sono conseguiti, hanno prodotto un libertinaggio delinquenziale incontrollato, con focolai di violenza ampiamente diffusi. I gruppi criminali possono passare repentinamente dalla cooperazione alla rivalità più feroce. Se nel IXX e nel XX secolo si perseguiva l’ideale camorristico di un ordine sociale parallelo allo Stato, il XXI secolo si configura come simbolo del disordine sociale. L’unica peculiarità rimasta inalterata è quella del movimento urbano di massa, oltre ad una stabile e ramificata presenza sul territorio, sempre più camaleontica, dinamica e versatile. Differentemente dal passato, però, le nuove leve criminali difettano spesso di un assetto strategico chiaro e di linee guida comuni. Le azioni delittuose appaiono slegate da schemi predefiniti; i gruppi mostrano un’elevata autonomia decisionale che rasenta l’impulsività, sono molecole che si aggregano e si scompongono rapidamente, polverizzandosi, riadattandosi al tessuto sociale e diffondendosi con un’impressionante reattività. Ciò rende il loro operato difficilmente inquadrabile e prevedibile. Nondimeno, continuano intensamente le attività di estorsione e di strozzinaggio, specialmente rivolte all’imprenditoria, il riciclaggio di denaro, i traffici di stupefacenti, con l’evoluzione dello spaccio al dettaglio - al minuto. Altri settori particolarmente redditizi sono quelli legati alle scommesse e al gioco d’azzardo, alla falsificazione di titoli e banconote e allo sfruttamento della prostituzione. Gli interessi economici sono sempre più proiettati verso l’estero, dove la Camorra sta incrementando gli investimenti e le collaborazioni internazionali, in particolar modo nel narcotraffico, puntando sulla mutua assistenza e sull’interdipendenza strategica con le altre organizzazioni criminali, soprattutto con quelle terroristiche, per convergere verso traffici e canali comuni:

[…] Il rapporto di complementarietà tra il terrorismo internazionale e l’uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio è uno dei temi più significativi nel complesso di relazioni tra la criminalità organizzata di tipo mafioso e il terrorismo. Basti pensare ai profondi e radicati legami (...)nel settore del contrabbando di merci e dei traffici di materiali da armamento. Il terrorismo internazionale si autofinanzia soprattutto con i traffici di stupefacenti e di armi, nonché con le estorsioni e con i sequestri di persona.(...) Il terrorismo è fattore di forza per la mafia. A loro volta, anche le organizzazioni mafiose possono avere una valenza terroristico-avversiva […]

Considerata la vastità del territorio campano e la fluidità delle dinamiche malavitose che lo coinvolgono, dall’analisi investigativa della DNA relativa al biennio 2014-2015, emergono aree dall’ingravescente tendenza alla lotta all’ultimo sangue fra bande che si contendono il predominio; altre zone, al contrario, sono contraddistinte dall’inabissamento dei clan storici, che preferiscono puntare sull’invisibilità per sfuggire al stretta marcatura investigativa. Nei quartieri di Napoli, da sempre teatro della malavita, si registra una fibrillazione costante, uno stato di diffuso terrore scatenato dalle incessanti e cruente guerriglie urbane. Nel Casertano si registra invece una diminuzione delle faide locali, spiegabile per mezzo dell’alleanza dei Casalesi nel distretto, i quali si avvalgono di processi di negoziazione fra i clan per appianare i conflitti e suddividersi i settori di competenza. La strategia di fondo punta al minor clamore e al maggior profitto possibili, al fine di arginare l’azione di contrasto degli apparati investigativi e delle forze dell’ordine.
Questa disomogeneità delle aggregazioni malavitose, del loro modus operandi e della loro distribuzione territoriale è da ascriversi in primo luogo alla diversità dei contesti in cui le stesse s’insediano e si sviluppano. Ma non va certamente dimenticato il carattere poliedrico e ribellistico insito nel dna stesso della Camorra. Il diavolo, del resto, sa assumere qualunque sembianza pur di raggiungere i suoi scopi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Isis e terrorismo jihadista in Europa, analogie con il modello operativo del crimine organizzato di matrice camorrista: un parallelismo interpretativo

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Informazioni tesi

  Autore: Luna Vulpetti
  Tipo: Tesi di Master
Master in Master di Primo livello in Criminologia Investigativa e Scienze Forensi
Anno: 2017
Docente/Relatore: Fabio Iadeluca
Istituito da: Link Campus University - L'Università internazionale a Roma
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 110

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Parole chiave

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