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John Searle e il libero arbitrio

Il libero arbitrio è la libertà del Sé: la riflessione anti-tradizionalista di Searle

Possiamo a questo punto provare a trarre delle conclusioni da quanto abbiamo appreso finora, illustrando la teoria di Searle fondata sul Sé, e l'ipotesi di Paoli che la conferma ulteriormente con la teoria simbiontica della coscienza, e dunque la genesi del Sé.
Dunque, Searle ha di certo rispettato il primo dovere di un intellettuale, non mostrando alcun ritegno nell'abbattere della tradizione quello che secondo lui lo meritava, al fine di consentire un cammino della ricerca più agevole e libero da condizionamenti. Egli ha definito “Modello Classico” tutto ciò che andava spazzato via. E forse non avrebbe potuto trovare titolo più felice per suggerire emblematicamente quanto da secoli stratificato fosse il materiale che doveva essere rimosso dal terreno per liberare il passaggio. Bisognerebbe quindi dare atto di tanta solitaria onestà intellettuale (attese le prove fornite), poiché tale atteggiamento non sembra poi così comune, vedendosi invece più frequentemente esempi di allineamenti organici, gerghi familistici, e petizioni di principio ripetitive.

Così, dopo essersi liberato del modello, il nostro autore ha potuto procedere a fornire finalmente – come sempre dovrebbe fare chi ritiene la filosofia utile a qualcosa più che conversare – una teoria che avrebbe superato gli errori che erano stati evidenziati.
E questa teoria si fonda sull'idea irrinunciabile del Sé.

Ora, come sappiamo, questo concetto è stato definito in vari modi dalla filosofia, dalla psicologia e dalla psicanalisi, al punto che secondo alcune visioni esso coinciderebbe con l'Io, mentre per altre lo comprenderebbe estendendosi all'inconscio. Ma quel che conta davvero per l'utilizzo che ne fa Searle è che, qualunque accezione gli si voglia attribuire, nessuna potrà offuscarne la peculiarità ineliminabile: quella della autodeterminazione. Ed è per questo che Searle ne fa l'architrave del suo sistema. Il Sé può forse essere influenzato, ma non governato. Può essere – certo! -esposto a condizionamenti, ma nessuno strumento, o indagine, riuscirebbe mai a stabilire se, e quanto, e in quale direzione, questi abbiano su esso avuto efficacia. Il Sé non può essere preconizzato.
In definitiva, il Sé è libero.

E quali sono le conseguenze teoriche del riconoscimento dell'esistenza del Sé? Proviamo a ricordarle:
- Innanzitutto, diventa inutile cercare una causa ultima che muova l'agente (giacché questi è un Sé).
- Esso, il Sé, permette di spiegare senza astruserie come si possa agire -o non agire -in base alla medesima ragione. (Per non dire poi dei qualia!)
- Esso, ancora, consente di esplicare limpidamente le interazioni umane, e rispondere pubblicamente alla questione scettica.
- Tutto ciò implica che non vi siano ulteriori veri problemi metafisici e, dunque, costringe a constatare la sterilità della tradizione.
Quindi, ad arrestare l'indagine alle soglie di un altro dominio, quello della neurobiologia. Giacché la domanda a cui rispondere non è più se esista, ma come si origini la coscienza, e quindi il Sé, in un vivente.

Per questo la teoria di Searle è feconda: essa, nel mostrare l'infruttuosità del percorso tradizionale, costringe chi volesse continuare la ricerca a cambiare direzione.
Per questo si è ritenuto logico accostarle quella del biologo Paoli sull'origine simbiontica della coscienza. Essa suggerisce una risposta non banale -e anzi elegante -a come possa aver avuto origine la coscienza in un organismo, e a come il Sé possa strutturarsi su contenuti emotivi ma – soprattutto -rendersi autonomo dall'ambiente nel quale è inserito.
Ciò che è la ragione ancestrale, e necessaria, della sua libertà.

Questo brano è tratto dalla tesi:

John Searle e il libero arbitrio

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Informazioni tesi

  Autore: Luigi Leone
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Filosofia
  Corso: Filosofia e Storia della filosofia
  Relatore: Alessandra Attanasio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 240

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Parole chiave

coscienza
john roger searle
lacuna
libero arbitrio
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