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La creatività al servizio della città: il caso del polo della cultura di Bergamo

L'arte di fare la città

Il “City making” postulato da Charles Landry mette in campo principi forti e politiche ad alto tasso creativo con il fine manifesto di migliorare la qualità ambientale dei centri della vita metropolitana e di conseguenza garantire migliori condizioni di vita dei propri cittadini. Il “city maker” deve pertanto sviluppare azioni mirate e processi organizzativi atti a promuovere il cambiamento e una rivitalizzazione significativa. Per capire in che direzione muoversi e quali sono le cose che si debbono fare, Landry consiglia di considerare la città come “un’opera d’arte vivente”.
L’analisi di un contesto urbano non può prescindere da tutto quello che è stato prima. Architettura, musica, letteratura, arte hanno contribuito nei secoli a creare un patrimonio personale della città che si è sedimentato e continua ad evolvere attraverso il contributo di ogni cittadino. Occorre essere in grado di affrontare le sfide urbane esaminando i principali fondamenti per poi ricominciare da capo. Charles Landry propone un semplice metodo: l’utilizzo del prefisso “Ri-Re“ prima di intraprendere ogni nuova analisi o progetto. Ri-vivere, Ri-dare energia, Ri-modellare, Ri-considerare, Re-immaginare, Ri-raccontare, Ri-stabilire, sono solo alcuni esempi che vengono utilizzati per spiegare come sia necessario prendere le distanza, valutare nuovamente, concedersi il tempo per pensare, per poi fare le cose in modo diverso. Come osserva Dee Hock, il fondatore di Visa card, “il cambiamento non ha a che fare con il riorganizzare, il riprogettare, il reinventare, il ricapitalizzare. Ha a che fare con il riconcepire! Quando si riconcepisce qualcosa (…) si crea un ordine interamente nuovo. Fallo e ti si inonda la mente”.
La città ha un ruolo fondamentale nei processi di cambiamento ed innovazione soprattutto nel momento in cui i fattori materiali come le materie prime perdono importanza. Due sono i motivi principali: il primo è che le realtà urbane possono mobilitare le persone, la loro intelligenza, l’ingegnosità, le aspirazioni, le motivazioni; il secondo è che possono utilizzare le nuove risorse cercando modi differenti di collaborazione tra le persone, i gruppi, i diversi organismi all’interno della città e via via verso l’esterno. In un mondo in cui ogni luogo tende a sembrare sempre più uguale agli altri, ove la crescente “cultura” dei centri commerciali tende ad eliminare le diversità, i prodotti e le attività che possono contraddistinguere le città sono in primis quelli culturali.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La creatività al servizio della città: il caso del polo della cultura di Bergamo

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Informazioni tesi

  Autore: Gian Mario Schiavi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Interfacoltà Economia - Lettere e Filosofia
  Corso: Economia e Gestione Beni Culturali e dello Spettacolo
  Relatore: Dario Villa
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 38

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