La banca di Dio

Contro tutti i prognostici giornalistici e dei più o meno informati, fu eletto Papa Giovanni Paolo I – Albino Luciani, il 26 agosto del 1978, con una fumata grigiastra che diventò bianca per annunciare l’elezione.
Nel frattempo, Don Pasquale Macchi abbandonò il Vaticano, seguito da una fila di camion carichi di tutto ciò che era appartenuta a Paolo VI.
Il giorno dell’elezione Marcinkus non era a Roma, ma seguiva le notizie sperando che il suo candidato Giuseppe Siri ce la facesse.
Infatti, quando apprese dell’elezione di Luciani commento: "Lo Spirito Santo doveva essere in Piazza San Pietro con i piccioni".
Aggiunse: "Questo Papa non è come quello di prima".
I rapporti tra Marcinkus e Luciani, anche prima di diventate Papa Giovanni Paolo I, erano difficili; li separava un diverso modo di intendere la funzione del denaro nella comunità religiosa.
Il pontificato inaugurato da Luciani sembrava annunciare una grande pulizia della Curia. Su due fatti Luciani sembrò inflessibile: l’iscrizione di ecclesiastici alla massoneria e, l’uso del denaro della Chiesa alla stregua del denaro di una qualsiasi banca.
Giovanni Paolo I morì dopo trentatré giorni.
Le spiegazioni del Vaticano sull’evento non convinsero, i dubbi diventarono sospetti.
Era morto o l’avevano ucciso?
Dopo la morte di Papa Luciani, per l’elezione del nuovo Papa, i cardinali erano divisi su due nomi italiani, cardinale Giuseppe Siri e Giovanni Benelli, il contrasto consentì dopo 456 anni di eleggere Karol Wojtyla, polacco.
Questa elezione destò le speranze politiche e sociali della Polonia. Difatti, dal giorno dopo l’elezione di Wojtyla, tutta la società polacca cominciò a muoversi e la chiesa locale, unico e vero partito di opposizione diventò portabandiera del risveglio cominciando dalla legalizzazione del sindacato Solidarność.