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Anatomia di uno stalking

Profili dello stalker

Cercando di non assolutizzare le interpretazioni psicologiche, da quanto emerge da questa analisi condotta prendendo in considerazione la teoria delle strutture di personalità, possiamo affermare che, probabilmente, la struttura fobica e quella ossessiva hanno più probabilità di commettere un reato di questo tipo.
Se abbiamo dimestichezza con la teoria ciò ci può fornire qualche vantaggio infatti: possiamo, in base alla struttura di personalità che abbiamo di fronte, predire, presumibilmente, quali agiti potrebbero essere messi in atto, quale tipo di escalation può venire agita, quali sono gli elementi da valutare a livello di pericolosità sociale nel momento in cui veniamo a contatto con il fatto reato, fare o far fare una valutazione psicologica del soggetto che agisce.

Tutto ciò prima che venga commesso un fatto grave: gli investigatori, gli psichiatri, o gli assistenti sociali hanno una mappa comportamentale sulla quale costruire un profilo dello stalker e valutare il grado di pericolo per la vittima. Chiaro che questo non può essere l’unico elemento di indagine, vanno affiancati le tradizionali metodologie, può essere però una chiave ulteriore di lettura. Come abbiamo rilevato più sopra in base alla struttura di personalità i comportamenti vengono agiti sulla distorsione di strutture di base, probabilmente le tecniche di stalking, le modalità di azione e gli esiti sono costruiti i base ad una tipologia generale di comportamento.

Proviamo ad analizzare per schema comportamentale gli agiti di Giovanni: conosce Natalia
È straniera, bella, ma non la più bella del gruppo, intelligente ma disorientata in un paese straniero, su di lei si agisce un controllo. Questo soddisfa l’esigenza di base di avere un partner che si controlla, piace ma non eccessivamente, lo si considera culturalmente, economicamente (lei viene in Italia per migliorare la sua condizione socio/economica), socialmente inferiore.
Quando il controllo viene perso Giovanni agisce secondo uno schema tipico del fobico scompensato: la minaccia verbalmente senza esito, successivamente da il via alle minacce telefoniche e via s.m.s, tentando di convincerla a “tornare a casa”, sotto il suo controllo, l’obiettivo è ancora quello di ristabilire una relazione.
Fallito questo tentativo comincia a seguirla, la minaccia per la strada, poi va sotto la sua abitazione urlandole che gli ha rovinato la vita, in seguito scrive sui muri, comunicando al mondo, quanto sia ingrata nei suoi confronti, ancora mantiene l’obiettivo sulla relazione da ricostruire. Prosegue l’escalation ad ogni rifiuto: cerca di investirla con la macchina, le impedisce nuove relazioni aggredendo il suo nuovo compagno…è passato ad un’azione diretta, mirata però alla distruzione dell’altro, l’attacco è adesso contro la persona, il controllo è perso definitivamente, l’unico modo per riaverlo è controllare la sua paura.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Anatomia di uno stalking

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Informazioni tesi

Criminologia forense
  Autore: Luca Villa
  Tipo: Tesi di Master
Master in
Anno: 2010
Docente/Relatore: Massimo Picozzi
Istituito da: Università Carlo Cattaneo - LIUC
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 93

FAQ

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