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La religione dei Peligni

Il Pantheon peligno

L’unica testimonianza di quella che dovrebbe essere la dea eponima dei Peligni, Pelina, proviene dall’epigrafe rinvenuta nel 1657 da Muzio Febonio nella chiesa della Madonna della Consolazione presso Secinaro (cfr. Appendice A, n. 62). Si tratta della lunga dedica posta nel 271 d.C. da L. Vibius Nepos, nella quale egli ricorda che per la prima volta suo padre, L. Vibio Severo, organizzò presso il tempio della dea Pelina una venatio e dei ludi sollemnes in occasione del conferimento dell’edilità all’altro figlio, L. Vibio Rutilio.
Secondo G. Pansa “sotto il nome di Pelina si venerava Diana, la dea della caccia; per tale motivo, particolarmente, dovevano essere state istituite in onore di lei i giuochii delle caccie presso i Peligni”, il cui protagonista era “un collegio speciale di giovani… addetto a celebrarle”. Con Pansa concorda pienamente E. Ricci, mentre M. Buonocore controbatte questa interpretazione, ipotizzando che la caccia ed i giochi solenni in onore della dea Pelina siano stati solo una “risposta pagana all’infiltrazione del cristianesimo”.

Tre testimoni depongono a favore della sua ipotesi: 1) nell’iscrizione in oggetto c’è la prima ed unica attestazione epigrafica del nome della dea (benché tra i Peligni esista il cognomen Paelinus, ­a); 2) L. Vibius Severus fu il primo in assoluto ad organizzare delle manifestazioni ludiche in onore della dea (e ci troviamo già nel 271 d.C.!); 3) si può congetturare che già a cavallo del III/IV sec. dovesse esserci una comunità cristiana abbastanza fiorente nella vicina Superaequum, attesa l’esistenza di una catacomba (scoperta nel 1943 su un fianco di Colle Moro, presso la località “Macrano” di Castelvecchio Subequo), la cui frequentazione è documentabile per tutto il IV sec. Pertanto si può concordare con Buonocore quando afferma che “la recrudescenza di spettacoli anfiteatrali contrari alla parola di Cristo”, che nella disputa pagani­cristiani dava ai primi la palma della vittoria, può configurarsi come “una risposta pagana in una società ormai in disfacimento, che già dall’età di Commodo… non riusciva a mantenere più saldo l’ideale religioso augusteo”.

Tra le altre divinità adorate dai Peligni c’era, secondo la suggestiva ipotesi di F. Van Wonterghem, anche Asclepio/Esculapio, al quale probabilmente era dedicato un santuario, riconoscibile nelle strutture emerse in località “Capo Pescara” di Popoli.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La religione dei Peligni

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Bencivenga
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Raffaella Papi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 192

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Parole chiave

abruzzo
archeologia
castelvecchio subequo
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ercole
peligni
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