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Terremoto sul Web. L'informazione sulle catastrofi ai tempi del citizen journalism.

Quando il web journalism incontra il citizen journalism

“Negli ambienti del’Information Tecnology la parola ‘convergenza’, per esempio, è diventata un po’ come il meteo: tutti ne parlano, anche se nessuno sa esattamente come sarà”. Difficile immaginare se, tra qualche decennio, il web journalism riuscirà ad armonizzarsi completamente con il citizen journalism. Finora, però, sono stati raggiunti significativi traguardi.
Nel Web si sono diffusi dei veri e propri e-paper “ibridi”, nati dal lavoro collaborativo di giornalisti professionisti e comuni cittadini. OhmyNews.com è il primo giornale in questo senso, fondato in Sud Corea nel 2000, per merito di Oh Yeon Ho. Ha saputo conquistare una posizione autorevole nel panorama dei media sudcoreani. In questo modo il giornale certifica la veridicità dei contenuti inviati dagli utenti online. Da sempre, infatti, il citizen journalism è accusato di non essere una fonte attendibile. Più numerose sono le iniziative saltuarie, in cui il giornalismo si apre al contributo dei lettori. Il Wall Street Journal, il Washington Post e la CNN, ad esempio, offrono l’opportunità ai lettori di personalizzare le home page dei rispettivi siti. Anche in Italia gli e-paper più accreditati si aprono ai contributi dei lettori. Alcuni giornali, come Repubblica.it e Corriere.it, in occasione del terremoto in Abruzzo del 2009, hanno invitato il proprio pubblico a spedire immagini sulla catastrofe. Alcune agenzie di informazione hanno deciso di avvicinarsi al citizen journalism in maniera diversa, rispettando, però, la loro natura tempestiva. Quale modo migliore di uno spazio sui giovanili e versatili social network? È il caso di Breaking News approdato su Twitter. Più in generale, i giornalisti hanno adottato le stesse tecniche del citizen journalism, aprendo, ad esempio, blog o contatti sui social network. Le differenze tra i giornalisti e i lettori sembrano, così, attenuarsi, riproponendosi in uno spazio maggiormente interattivo e paritario.
Il passaparola tra i cittadini è sempre stato uno strumento valido, dalla propaganda politica alla pubblicità. Con il Web diviene ancora più efficace. “Il passaparola online è un medium potente e i giornali professionali hanno imparato a rilanciare quello che il pubblico attivo trasmette”. I passaparola informatici danno la possibilità, attraverso i link, di leggere la notizia di un e-paper, non necessariamente nel sito Internet da dove è stata pubblicata, ma anche in altri spazi online, come nei social network o nei blog. La pubblicità al giornale - e la possibile fidelizzazione - è assicurata.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Terremoto sul Web. L'informazione sulle catastrofi ai tempi del citizen journalism.

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Informazioni tesi

  Autore: Giulia Arcari
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Libera Univ. degli Studi Maria SS.Assunta-(LUMSA) di Roma
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Cesare Protettì
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 112

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